Cipolla (Cgil Terni): «Gli interlocutori non li decidiamo, le proposte sì. E noi siamo pronti»

Il segretario della Camera del Lavoro fa il punto fra relazioni istituzionali e priorità. «Modello di sviluppo, certezze nel lavoro e salute dei cittadini»

Condividi questo articolo su

di F.T.

«I rapporti con l’amministrazione comunale di Terni? Istituzionali, come deve essere. Solo che ad oggi è mancato il confronto sulle tematiche aperte del nostro territorio. E spero che si apra dopo la pausa estiva perché c’è bisogno di ripristinare un sistema corretto di relazioni e affrontare i problemi reali dei cittadini. Noi abbiamo come unico obiettivo quello di migliorare le condizioni di vita delle persone, con un’idea di giustizia sociale orientata a ridurre le troppe disuguaglianze che si sono amplificate in questi anni. Per questo ci battiamo e impegniamo ogni giorno». Il segretario generale della Camera del lavoro di Terni, Claudio Cipolla, prova a rimettere ordine nelle questioni che attengono il suo sindacato – la Cgil – sia sul piano delle relazioni che dei contenuti e delle proposte. «Noi, nella nostra autonomia, ci confrontiamo con tutte le controparti, avendo ben presenti quali siano le nostre idee e le proposte. Controparti che ad ogni livello, datoriale e istituzionale, non scegliamo noi. Piuttosto – parte la stoccata – le forze politiche locali si interroghino sul perché lo scenario è radicalmente mutato con le ultime elezioni amministrative, invece che chiedersi cosa pensi o dica la Cgil. Ho l’impressione che molti non abbiano ancora colto la lezione delle urne e che siano ancora distanti dall’elaborare una visione, un progetto per Terni. Noi, invece, ci siamo e siamo pronti al confronto, non da oggi».

Claudio Cipolla

Il modello di sviluppo

Sul piano dei contenuti, sono tre – secondo Claudio Cipolla – le macro questioni da affrontare in via prioritaria. «Il modello di sviluppo, la precarietà del lavoro e i servizi sociosanitari e assistenziali». Partiamo dalla prima: «Viviamo in un territorio messo in ginocchio dalle crisi che si sono succedute negli anni – osserva – e in questo senso le risorse messe a disposizione dall’Europa sono un’opportunità. Secondo noi bisogna ripartire dall’industria, dalle realtà che sono la storia produttiva e socio economica del Ternano e, ancora oggi, rappresentano una importante fonte di lavoro e quindi di reddito. Ma guai a trascurare lo sviluppo integrato, la necessità di far progredire un terziario, ad esempio nel comparto turistico, che fatica ad uscire da un contesto di sostanziale arretratezza. Nel modello di sviluppo che abbiamo in mente, rientra anche la città con i suoi servizi, l’urbanistica, gli spazi pubblici e la vivibilità. Tutti elementi che, uniti al lavoro, danno qualità alla vita delle persone. Noi la nostra proposta l’abbiamo elaborata un anno fa, attorno ai temi dell’industria, della sostenibilità ambientale, della rigenerazione urbana e dello sviluppo integrato legato al turismo. Al centro c’è sempre il lavoro, da qualificare e portare lontano dalle ombre del precariato e dell’incertezza».

L’industria e i nodi da sciogliere

Con l’industria al centro, il punto di partenza – la certezza – non può che essere la siderurgia. Ovvero Ast: «Da marzo – osserva il segretario della Cgil di Terni – siamo in attesa della firma sull’accordo di programma. Che a noi interessa non in quanto tale, ma perché ad esso è vincolato il dettaglio del piano industriale, cioè gli impegni concreti che Arvedi assumerà su Terni in fatto di investimenti, occupazione, ambiente, produzioni». Un altro settore ‘pesante’ ma che da troppo tempo è in apnea – se non proprio ai minimi termini – è la chimica: «Come per Ast, anche qui le istituzioni devono fare la propria parte e non sottrarsi. Attendiamo quelle risposte, oggi ancora vaghe, che dovrebbero condurre alla riattivazione degli impianti ex Treofan». L’agroalimentare, per Cipolla, è un altro comparto che «ha bisogno di idee precise su come consolidare e sviluppare produzioni storiche di eccellenza del nostro territorio». Su tutti questi temi aleggia la questione-infrastrutture: Terni è baricentrica, «sia rispetto ai due mari che all’asse nord-sud del Paese. Ecco, logistica e infrastrutture hanno un terreno potenzialmente fertile che ancora fatica ad esprimere le proprie potenzialità. Eppure si tratta di una partita decisiva per rendere Terni e l’Umbria del sud appetibili per chi vuole investire».

«Rivedere il sistema degli appalti»

Il secondo ‘macro tema’ è quello del lavoro ‘svuotato’, senza certezze, fatti di compensi all’osso e una solidità contrattuale spesso azzerata. «Abbiamo proposte precise – dice Claudio Cipolla – che riguardano tanto le norme per il mercato del lavoro, per superare la maxi frammentazione e il precariato di questi anni, che una nuova regolamentazione degli appalti. Non è un mistero che massimo ribasso e subappalti rappresentino una ‘palude’ per i diritti dei lavoratori. Questo sistema va rivisto anche in nome della sicurezza che resta per noi un argomento centrale».

Ahi, la sanità

La sanità è un filone che vede i sindacati periodicamente impegnati nel supportare i cittadini e, soprattutto, nel dare voce alle cose che non vanno. Partendo dalla realtà di ogni giorno: «Intanto il contesto è quello di un territorio in cui l’età media è sempre più alta e le esigenze assistenziali crescono quotidianamente. Sempre più persone sono sole e fragili perché più esposte agli effetti della mancanza di servizi – afferma Cipolla -. Che il piano sanitario regionale dell’Umbria e la convenzione Regione-Università non ci piacciano, è noto. Mancano impegni precisi per il sud dell’Umbria che continua a soffrire pesanti carenze e anche la centralità dell’ospedale di Terni viene messa in discussione. Invece servono azioni concrete, rapide e precise. Il territorio ha bisogno di investimenti per potenziare la prevenzione che, fra distretti, rete dei medici di medicina generale e servizi, può finalmente far tornare a respirare i nostri ospedali, oggi presi d’assalto. Ecco, c’è poi la rete ospedaliera: Orvieto va senz’altro potenziato e rafforzato perché può anche rappresentare un forte elemento di attrazione per l’alto Lazio. Poi la costruzione dell’ospedale di Narni-Amelia deve partire per dare al territorio un punto di riferimento nella riabilitazione e nei servizi che devono essere adeguati e integrati con l’ospedale di Terni». Ecco, il ‘Santa Maria’: «Il più vecchio dei sei ospedali di emergenza dell’Umbria: la città e, anche qui, il bacino che può rappresentare, meritano una struttura all’altezza. Per noi deve essere ricostruito dove si trova già, con fondi interamente pubblici e accompagnato da un progetto di riqualificazione urbana dell’intera zona. L’alta specialità si deve garantire da subito, partendo dal personale: primari, medici, infermieri, oss. Solo così è possibile garantire cure di qualità alle persone e tornare ad attrarre la domanda sanitaria, come accadeva in passato».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli