Comune di Terni, bilancio ‘assestato’

La manovra è stata approvata con i soli voti della maggioranza e tra le polemiche dell’opposizione

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Lo hanno ‘assestato’. Il bilancio del Comune di Terni, con qualche ‘assestamento dell’assestamento’, ha ottenuto il via libera del consiglio comunale: in 21 – quelli della maggioranza – hanno detto sì; in 10 – quelli dell’opposizione – hanno fatto pollice verso.

Le ‘correzioni’ Prima del voto decisivo erano stati esaminati e votati quattro emendamenti e diciassette atti d’indirizzo. In particolare, rispetto agli atti d’indirizzo, il consiglio ne ha approvati due. Quello proposto da Lamanna, Piermatti, Zingarelli del Pd e Ricci (SpT), attraverso il quale il consiglio impegna sindaco e giunta a finanziare, già in sede di bilancio di previsione, il bando per le associazioni culturali. Approvato anche l’atto d’indirizzo proposto da Andrea Cavicchioli (Pd) con il quale il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta ad ottemperare a tutte le prescrizioni e indicazioni contenute nel parere dei revisori dei conti relative all’assestamento di bilancio.
Respinti invece tutti gli altri atti d’indirizzo, sia i 14 presentati dal gruppo consiliare del M5S, che quello presentato da Enrico Melasecche (ILT). Tra gli emendamenti, ne è stato approvato uno soltanto, quello proposto da Enrico Melasecche (18 voti a favore, 2 contrari e 3 astensioni) che dispone di destinare diversamente la maggiore spesa proposta dalla giunta a favore della Cooperativa Cmt (costo a chilometro per il trasporto pubblico a chiamata) rispetto alla richiesta inoltrata dalla direzione competente. In particolare i 45mila euro previsti come maggiore spesa per CMT vengono invece destinati per la riqualificazione di due aule della scuola Mazzini (30mila euro); per l’acquisto di defibrillatori per le scuole e per finanziare i corsi in Pediatric Basic Life Support e, infine, 5mila euro per impedire il deturpamento di Palazzo Spada da parte dei piccioni. A favore di questo emendamento hanno votato le opposizioni e otto consiglieri della maggioranza; astenuti il sindaco e due consiglieri di maggioranza; contrari Bencivenga e Mascio.

L’opposizione Patrizia Braghiroli (M5S) ha fatto rilevare che, a suo parere, «i conti della manovra quadrano solo con l’utilizzo di voci fantasiose. Non lavorate per salvaguardare l’interesse dei cittadini – ha detto, rivolgendosi alla giunta – ma solo per salvare voi stessi». Marco Cecconi (FdI) ha definito «inqualificabile» l’atteggiamento della giunta «che continua a fare orecchie da mercante rispetto a quanto denunciato dalle opposizioni da mesi. L’intero assestamento è di 1,8 milioni di euro e di questi oltre 500mila sono rappresentati da maggiori interessi: con questa manovra ci si consegna un quadro che sottolinea e moltiplica tutte le ragioni di inaffidabilità di un’amministrazione che si conferma alla deriva: sia quando si tratta di gestire i conti comunali, sia quando si tratta di governare, per la parte di propria competenza, una vicenda così centrale e strategica come quella dell’Ast». Per Francesco Ferranti (FI) l’atto presentato è frutto di «una mera attività di ragioneria che si basa su voci virtuali e, come nel caso dei fondi Telecom, può essere definito come un esercizio di finanza fantasiosa. Per il resto – ha aggiunto – si tratta della solita manovra senza respiro, senza progetto e senza la volontà di far uscire la città dallo stato comatoso in cui si trova, con una gestione che rasenta l’irresponsabilità sul tema dell’ambiente dove si fanno tagli invece che investire». Anche per Enrico Melasecche (IlT) si tratta di una manovra «che denota la vecchia logica di amministrare assistenzialista, statalista e cinica: si tira a campare e a sistemare solo gli interessi dei gruppi di potere». Per Franco Todini (IC) è «difficile confrontarsi con una giunta che non c’è in consiglio comunale. Al sindaco – ha aggiunto – consiglio di approfittare dell’Anno Santo per farsi rimettere tutti i peccati e chiedere perdono per gli errori commessi».

La maggioranza Andrea Cavicchioli (Pd) ha sottolineato quello che ha definito come «un dato ineludibile e incontestabile la diminuzione dei trasferimenti del 40% alla finanza locale. L’altro elemento da mettere in evidenza è la scelta di non aumentare l’imposizione fiscale da parte dell’Ente. L’amministrazione inoltre ha provveduto ad intervenire con la riforma della macchina amministrativa che speriamo venga portata a termine nel più breve termine possibile. La nuova struttura dovrà sottolineare le nuove funzioni del comune, non più ente di spesa, ma di accompagnamento, di programmazione capace di dare risposte veloci».

L’assessore In sede di replica, per conto della giunta, è intervenuto l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi: «Occorre – ha detto – inquadrare l’assestamento dentro la manovra più complessiva del bilancio 2015: una manovra fondamentale a causa di una serie di circostanze e condizioni alcune poste dalla legge, altre dal sistema generale della finanza pubblica che c’impone la necessità di rivedere complessivamente la struttura del bilancio e della spesa, attraverso una riduzione del perimetro dell’intervento del pubblico, nella consapevolezza che ci troviamo a vivere una stagione che non consente più d’immaginare una governance come in passato, ma che ci impone alcune scelte. Abbiamo iniziato a farle con una riduzione strutturale della spesa, con una modifica del modello organizzativo del Comune. Tutto questo in un quadro d’instabilità finanziaria per un’operazione che non potrà che essere pluriennale».

Il disagio L’assessore ha poi affermato: «Noi non stiamo giocando con le finanze dei cittadini ternani e siamo ben consapevoli del disagio della città e per questo nel bilancio di previsione abbiamo deciso di non aumentare la tassazione. Entro la fine dell’anno completeremmo la ricognizione dei debiti e dei crediti con le partecipate e abbiamo fatto un lavoro duro e pesante per rivedere la struttura delle nostre partecipate che potevano mettere ancora più a rischio le nostre finanze. In questo senso – ha concluso l’assessore al bilancio – sentiamo forte la responsabilità di lasciare a chi verrà dopo di noi un bilancio sano e un’amministrazione più efficiente e operiamo in tal senso. Su Telecom non facciamo finanza creativa, ma abbiamo rispettato le norme e i principi che ci guidano nella predisposizione del bilancio. Se entro la fine dell’anno non emergeranno novità assumeremo le dovute decisioni”. Assolutamente in linea con la normativa – ha detto infine D’Ubaldi – le partite sul trasporto scolastico e sulle indennità degli assessori».

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