Comune di Terni: «Debiti fatti da molti»

L’assessore Piacenti D’Ubaldi: «Nessuno può sfuggire alle proprie responsabilità». Trappolino e Monti (PD): «Progetto ambizioso». Sinistra Italiana e M5S fortemente critici

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Diciannove miliardi, duecento milioni e spicci. Delle vecchie lire. Che, al cambio attuale, farebbero più o meno nove milioni e mezzo di euro. Sono i debiti fuori bilancio del Comune di Terni (la massa attuale certificata è di 14 milioni e mezzo) che risalirebbero agli anni precedenti al 1999 e che erano già stati certificati.

Ciaurro e Raffaelli La cosa era stata messa in evidenza mercoledì – durante la seduta del consiglio che ha dato il via alla manovra di riequilibrio dei conti comunali – ed è contenuta in un documento che il servizio di ragioneria del Comune aveva protocollato il 21 settembre proprio del 1999. L’assessore al bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi ricorda che «si riferiscono agli anni in cui la città è stata amministrata dalle giunte guidate dal professor Gianfranco Ciaurro (dal 20 giugno 1993 al 7 febbraio 1999, quando si dimise; ndr) e, dopo il passaggio del commissario prefettizio, da Paolo Raffaelli (che venne eletto il  13 giugno di quell’anno e, poi rieletto nel 2004, restando in carica fino al 21 giugno 2009; ndr)».

PARLA L’ASSESSORE PIACENTI D’UBALDI – L’INTERVISTA

Il rilancio Quello di Piacenti D’Ubaldi, insomma, è un rilancio in grande stile: assunzione di responsabilità chiara, ma anche segnali chiari «a chi oggi è all’opposizione, ma non può dimenticare o pensare di far dimenticare che in anni ben precisi ha governato questa città, contribuendo in maniera evidente a determinare lo stato attuale delle cosa», a chi «ritiene di poter farsi portavoce di un malumore diffuso senza però proporre alternative credibili» e «ai dirigenti comunali che hanno commesso a loro volta degli errori e che non possono pensare di scaricare tutte le responsabilità sulla politica».

Il PD Ancora reazioni, intanto, dal mondo politico dopo il passaggio positivo in consiglio comunale del piano di riequilibrio finanziario. Ad intervenire – dopo le opposizioni e il capogruppo del PD – sono le segretarie provinciali e comunali del Partito Democratico: elogio all’azione dell’amministrazione e frecciate alle opposizioni.

Carlo Emanuele Trappolino

Carlo Emanuele Trappolino

Progetto solido Jonathan Monti e Carlo Emanuele Trappolino, segretari Dem comunali e provinciali, parlano di un «progetto ambizioso e solido, e rappresenta una sfida importante per la città; si propone di migliorare la tenuta finanziaria dell’ente, messa in difficoltà, in particolare, da un’eredità importante in termini di investimenti, da una congiuntura economica e occupazionale complicata, da una crisi sistemica degli enti locali aggravata da nuovi vincoli e nuove regole di rendicontazione, senza perdere l’appuntamento con opportunità vitali per la crescita di Terni, su tutte il riconoscimento dell’area di crisi complessa».

Autorevolezza Trappolino e Monti aggiungono che «in tempi rapidi si è stati in grado di fronteggiare le difficoltà con autorevolezza e con risposte all’altezza, che non si limitano a mettere argini ma si pongono l’obiettivo di restituire alla città un progetto complessivo, coerente con la visione di città del Pd e del centrosinistra».

Jonathan Monti

Jonathan Monti

Le critiche Infine un pensiero alle opposizioni: «Mentre la maggioranza – sottolineano i segretari Dem – affronta con responsabilità e coesione le difficoltà finanziarie dell’ente, elaborando un piano di riequilibrio capace di curare i conti senza aumentare le tasse, la minoranza non perde occasione per dimostrare di non avere prospettiva né risposte ai problemi della città. Mentre chi porta responsabilità di governo in città si adopera per definire nuove prospettive di sviluppo, per cogliere le opportunità messe a disposizione dalle risorse regionali, nazionali e comunitarie, c’è chi fa opposizione si avvita su polemiche sterili, invocando – concludono – scenari esiziali per il futuro di Terni e rinunciando a un contributo propositivo alla discussione».

Sinistra Italiana Di diverso avviso, invece, Sinistra Italiana che parla di «botti di fine anno. Peccato ci sia poco da festeggiare. Si è detto che con questo atto “è stata tolta la polvere da sotto il tappeto”, battuta che forse conveniva evitare, visto che bisognerebbe allora dire chi aveva nascosto quella polvere e, politicamente, deve assumersene la responsabilità. Si è smesso di fare, da parte soprattutto del sindaco e dell’Anci locale e nazionale, un’azione di denuncia e di contrasto nei confronti del governo Renzi che ha continuato a taglieggiare gli enti Locali riducendoli alla fame. Bisognerebbe infatti spiegare come mai il disavanzo del 2015 è esattamente la metà dei debiti fuori bilancio complessivamente accertati. Solo una questione di contabilità?».

I soldi È anche vero, insiste Sinistra Italiana, «che, mentre si dice che è stata fatta un’operazione di pulizia e trasparenza, si mette a bilancio una posta di 4 miliardi per eventuali altri debiti fuori bilancio da certificare. Noi, riassumiamo le criticità di questa operazione essenzialmente in tre questioni: con il piano di alienazioni, di fatto si impoverisce la città, con la vendita di quel poco patrimonio rimasto, con operazioni come la vendita delle farmacie comunali che presenta una certa opacità. Con il piano pluriennale di razionalizzazione della spesa effettuato su tutti i capitoli, nella sostanza si tagliano in qualità e quantità servizi importanti nella vita cittadina: scuola, cultura, sport, assistenza sociale domiciliare. Questo, in una città in cui da tempo sono inagibili gran parte delle sale pubbliche, il teatro Verdi, e sono chiusi o fortemente degradati molti parchi pubblici. E’ stata fatta un’operazione con ottica ragionieristica, senza un progetto futuro di città discusso e condiviso con la città, con le forze economiche, sociali e culturali che possono e devono contribuire a costruire il rilancio. Un’operazione contabile, rispetto alla quale gran parte di responsabilità è stata attribuita alla inadeguatezza della macchina comunale, tacendo su chi quella macchina in questi anni la organizzata e riorganizzata. Al tempo stesso facendo sorgere il dubbio se quella stessa struttura sia in grado di gestire il complesso iter che si avvia. In definitiva, piuttosto che un nuovo inizio, a noi sembra l’autocertificazione del proprio fallimento e del venir meno del rapporto di fiducia con quanti, forze politiche e cittadini, hanno sostenuto questa maggioranza nel 2014».

Il M5S Il capogruppo del M5S, Thomas De Luca attacca così, rivolgendosi direttamente ai colleghi della maggioranza: «Potevamo fare giorni e giorni di ostruzionismo, milioni di emendamenti ma non sarebbe servito a nulla. Nel tiro alla fune del predissesto vi abbiamo lasciato la corda in mano. Abbiamo deciso di trasformare la delibera per l’approvazione del piano in un cavallo di Troia e sono bastati pochi emendamenti per mettere nero su bianco l’occultamento del dissesto, portare alla luce ben tre bilanci falsi. Una scena grottesca quella di una giunta pseudosinistra che ormai da settimane parla soltanto ai poteri forti della città. “Dopo di noi il nulla! dopo di noi il nulla!…” si continua ad udire incessantemente un grido isolato dal bunker di Palazzo Spada. Una sinistra senza popolo, completamente distante dai cittadini dai problemi del lavoro, del disagio sociale, delle imprese e dei servizi ormai da terzo mondo».

«Voltare pagina» Succede però, ormai, dice ancora De Luca, «che anche i poteri forti, persino gli amici più fidati incominciano a prendere coscienza della devastazione che questa amministrazione sta perpetrando alla città. Incominciano a capire che si sta raschiando il fondo del barile e che si è giunti al punto di non ritorno: ogni giorno che passa sotto il governo Di Girolamo costituisce un danno irreversibile per la nostra comunità. State ammazzando la città. Lo state facendo per salvare voi stessi, Terni in cambio di un manipolo di uomini. Debiti che i cittadini non devono pagare perché irriconoscibili, una voragine che dovrebbero pagare di tasca propria soltanto i responsabili politici del disastro. E la monnezza che assedia ogni condominio è ormai diventata la metafora visibile della vostra irresponsabilità, della vostra incapacità di poter risolvere il problema di cui siete l’unica causa. Abbiamo bisogno tutti di voltare pagina. Ogni cittadino ternano a prescindere dalla propria appartenenza o credenza politica non si merita questa amministrazione, compresi coloro che hanno dato fiducia al Partito Democratico».

 

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