Comune di Terni: «L’inizio della fine»

Marco Cecconi (FdI-An) parla di politiche di bilancio scellerate e cita l’esempio della palazzina dell’ex Foresteria sotto sequestro

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Marco Cecconi

Marco Cecconi

di Marco Celestino Cecconi
Capogruppo di FdI-An in consiglio comunale a Terni

Il peso di politiche di bilancio scellerate perpetrate per decenni inizia a ricadere pesantemente sull’intera collettività, con gli aumenti già deliberati di imposte e tariffe comunali che scatteranno tra pochi mesi e riguarderanno sia la casa che la scuola. Aumento del 15% per le mense scolastiche. E un’altra mannaia anche sul fronte-IMU: che passa dallo 0,76 per mille attualmente applicato per le abitazioni concesse in uso gratuito ai parenti (come nei tantissimi casi di figli che vivono in immobili di proprietà dei genitori) allo 0,96. E che aumenta dallo 0,6 allo 0,8 anche per gli appartamenti affittati a canone concordato.

Cade così l’ultima bugia dell’Amministrazione-Di Girolamo: che si è fatta vanto tante volte di non ricorrere all’inasprimento fiscale, tacendo delle manovre fittizie adottate anno dopo anno per far finta di chiudere in pareggio i conti comunali. E cadono, uno dopo l’altro, i veli dietro ai quali si è tentato finora di nascondere un disastro annunciato. Alle porte c’è l’arrivo in consiglio comunale di un bilancio consuntivo-2015 che presenta un disavanzo impressionante, destinato ad aumentare una volta che verranno doverosamente recepite tutte le censure mosse dagli stessi Revisori dei Conti.

Alle porte, subito dopo, c’è un bilancio di previsione-2016 sicuramente da lacrime e sangue.

Sullo sfondo, la più lampante fotografia di come Palazzo Spada ha gestito sinora i propri conti: la ex Foresteria della Terni a Piazza Tacito ipotecata dal Tribunale per essere messa all’asta, per via di un debito che il Comune non ha mai onorato con una impresa privata.

E dire che si tratta proprio di quello stesso immobile che – tanto per fare finta, appunto, di poter contare su entrate purché sia e quadrare un pareggio almeno sulla carta – nel bilancio di previsione-2015 figurava come messo in vendita, oltretutto a cifre (4/5 milioni di euro) ben superiori a quelle dell’attuale mercato. Adesso ci penserà il perito del Tribunale a stimare il valore reale della palazzina, che rischia evidentemente di essere malamente sottratta ai beni del Comune e, quindi, di tutti i ternani. E questo è soltanto l’inizio della fine.

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