Comune di Terni, maggioranza in bilico

Il voto che ha salvato il presidente del consiglio Giuseppe Mascio dalla ‘sfiducia’ ha evidenziato una clamorosa spaccatura

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Leopoldo Di Girolamo, il sindaco di Terni, è uno che ha dimostrato di essere capace di smussare anche gli spigoli più accuminati. Ma quando, lunedì sera, dopo che nella maggioranza – e di sicuro anche qualche consigliere comunale del suo partito (il Pd) – c’è stato chi ha votato con le opposizioni per ‘sfiduciare’ (operazione poi non riucita, ma il segnale politico è stato forte) il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Mascio, ha scritto che «ai consiglieri di maggioranza che nel segreto dell’urna hanno inteso esprimere un dissenso personale ricordo che bisogna praticare la trasparenza e la responsabilità dei propri atti e che le questioni politiche vanno affrontate e discusse nelle sedi appropriate e non nascondendosi dietro il voto segreto: ed è quello che faremo», è apparso chiaro che si va verso la stagione dei chiarimenti definitivi.

I voti Quando si è votata la mozione – presentata da Marco Cecconi (FdI-An), Patrizia Braghiroli (M5S), Enrico Melasecche (IlT), Franco Todini (Il Cammello) e Paolo Crescimbeni(Gm)  e nella quale si chiedeva la revoca della nomina del presidente, in seguito alla burrascosa seduta del 21 dicembre, quando passarono; con una gestione delle operazioni di voto, da parte di Mascio, che le opposizioni considerano sbagliate – in aula c’erano tutti e 12 i consiglieri di minoranza, ma a loro si sono aggiunti altri cinque della maggioranza, la votazione era a scrutinio segreto, mentre in due si sono astenuti, così da raggiungere quella ‘quota 17’ che non è servita a sancire la revoca del presidente Mascio, ma è più che sufficiente per creare un caso politico non trascurabile.

La caccia Manco a dirlo, la caccia ai ‘franchi tiratori’ è iniziata un secondo dopo il voto e prima ancora che il sindaco lanciasse l’anatema nei loro confronti, esprimendo invece «piena solidarietà e sostegno al presidente Mascio che ha assicurato a tutti i gruppi politici la piena agibilità, salvaguardando pienamente la dignità e l’operatività del consiglio».

I ‘sospetti’ Ma la caccia non è un’operazione semplice: «L’unico che di sicuro non ha votato con ‘quelli’ – dice un esponente della maggioranza, indicando i consiglieri di opposizione – è Renato Bartolini (del Pd, assente; ndr) che oggi ha ‘marcato visita’. Degli altri – dice, chiamandosi implicitamente fuori – ce ne sono parecchi su cui ho dei dubbi». I nomi? Beh, certo, ci sono i ‘soliti contestatori’: Luigi Bencivenga e Valdimiro Orsini, che vengono considerati ‘a rischio’, ma c’è pure chi punta il dito verso Faliero Chiappini o, dentro un Partito Democratico già alle prese con la ‘grana’ delle possibili dimissioni dalla segreteria di Valeria Masiello, ipotizza un voto avverso da parte di Sandro Piccinini, o Sandro Piermatti, o Fabio Narciso. Sì, il sindaco ha un’altra bella gatta da pelare.

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