Comune di Terni, ‘salvato’ il presidente

Salvo. Giuseppe Mascio, il presidente del consiglio comunale del quale le opposizioni avevano chiesto la rimozione, resta al suo posto. Per la rimozione si sono registrati 17 voti, contro 12 e due astensioni: la maggioranza, pur cedendo 5 voti alle minoranze, ha rigettato la richiesta.

La richiesta La mozione era stata presentata da Marco Cecconi (FdI-An), Patrizia Braghiroli (M5S), Enrico Melasecche (IlT), Franco Todini (Il Cammello) e Paolo Crescimbeni(Gm), in seguito alla burrascosa seduta del 21 dicembre, quando passarono; con una gestione delle operazioni di voto, da parte di Mascio, che le opposizioni considerano sbagliate.

Le regole Per essere approvata, infatti, la mozione avrebbe dovuto ottenere 22 voti – la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti dell’assemblea – e al momento della votazione, che si è svolta a scrutinio segreto, erano presenti in aula 12 consiglieri dei gruppi d’opposizione. Due gli assenti tra i banchi della maggioranza, uno dei quali era il presidente Mascio, che ha lasciato la conduzione dei lavori al vicepresidente Pennoni. Cinque, almeno, hanno votato conto il presidente.

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, con una propria nota, dice infatti di voler «esprimere la mia piena solidarietà ed il mio sostegno al presidente Mascio. In questi 18 mesi di difficilissima attività amministrativa attraversata da tensioni molto rilevanti (basti ricordare l’occupazione della sala del consiglio da parte dei lavoratori Ast impegnati nella vertenza dell’azienda), il presidente ha assicurato a tutti i gruppi politici la piena agibilità, salvaguardando pienamente la dignità e l’operatività del consiglio stesso».

Verifica di maggioranza Poi lancia un segnale chiaro ‘ai suoi’: «Ai consiglieri di maggioranza che nel segreto dell’urna hanno inteso esprimere un dissenso personale – conclude il sindaco – ricordo che bisogna praticare la trasparenza e la responsabilità dei propri atti e che le questioni politiche vanno affrontate e discusse nelle sedi appropriate e non nascondendosi dietro il voto segreto: ed è quello che faremo».

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