Comune Terni, Asm, Sii e infrastrutture idriche: 107 mila euro alla partecipata

Consueto passaggio annuale previsto per l’impiego di opere ed impianti sul territorio: scatta l’esborso del Comune

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L’uso delle infrastrutture idriche di proprietà da parte del Sii. In estrema sintesi il canone: c’è questa motivazione dietro ad un impegno di spesa da oltre 107 mila euro da parte del Comune nei confronti di Asm: l’intreccio tecnico e amministrativo è legato alla concessione trentennale – deliberata nel dicembre 2001 dall’Autorità d’ambito – per la gestione del servizio idrico integrato.

In fondo il depuratore Sii

Il canone 2023

In sostanza alla Sii, come noto, è attribuito da tempo il diritto di poter utilizzare opere, impianti e ciò che occorre per l’esercizio del servizio a fronte di un canone stabilito dall’Autorità d’ambito. Per ciò che riguarda il Comune di Terni, le infrastrutture in questione sono riconducibili in parte a palazzo Spada ed in parte ad Asm: da ciò si è sviluppata la richiesta comunale del 2003 di valorizzare nel calcolo della quota «anche i beni fino ad allora non valorizzati di cui il Comune è unico proprietario attraverso la propria società Asm». Risultato: fu stabilito un canone di 50 mila euro per il 2003 e 96 mila a partire dal 2004, poi aggiornato nel corso degli anni.

Il passaggio

Accade quindi che il Comune trasferisce alla società di via Capponi – con liquidazione della specifica fattura – la quota parte del canone assegnata all’ente per l’utilizzo della Sii dei beni di proprietà Asm: per il 2023 la cifra è di 107.744 euro. Ciò tuttavia avviene solo dopo il pagamento a favore di palazzo Spada dell’intera quota prevista da parte dell’Autorita d’ambito. Il puzzle tecnico per quest’anno è ultimato.

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