Comune Terni, debito contratto a quota 101 milioni. Le garanzie per Piscine dello Stadio

L’analisi dell’indebitamento e la gestione è contenuta nel bilancio consuntivo 2023

Condividi questo articolo su

di S.F.

Migliora la situazione del Comune di Terni per ciò che concerne i debiti contratti. L’analisi è contenuta nel bilancio consuntivo 2023 e, in particolar modo, nella relazione dell’organo di revisione firmata da Carlo Ulisse Rossi, Carlo Luigi Lubello e Rosella Tonni: per ora si resta sopra quota 100 milioni di euro, come riepilogato nello schema di riepilogo.

BILANCIO 2023, IL BOOM DA IMU E CANONE SPAZI PUBBLICI

Le cifre ufficiali

La discesa

Il confronto è partito dal debito complessivo contratto al 31 dicembre 2022, vale a dire poco più di 112 milioni di euro. Nel corso del 2023 palazzo Spada ha rimborsato mutui per un totale di 10,9 milioni di euro e, dall’altro lato, ha appesantito la situazione per 100 mila euro. Risultato? La cifra totale al 31 dicembre 2023 è scesa a quota 101,8 milioni di euro, quasi 20 in meno se comparata alla somma dell’esercizio 2021. Il debito medio per abitante (106.793) è di 953,45 euro. Nel 2023 il Comune non ha inoltre effettuato rinegoziazioni dei mutui.

BILANCIO 2023, CONTO ECONOMICO POSITIVO PER 29 MILIONI

Piscine dello Stadio

La concessione di garanzie

Il trio dell’Organo di revisione ha inoltre verificato che l’Ente ha «garanzie (quali fideiussioni o lettere di patronage) o altre operazioni di finanziamento a favore dei propri organismi partecipati». Le fideiussioni o lettere di patronage ‘forte’ concesse a favore di soggetti diversi dagli organismi partecipati fanno invece riferimento a Piscine dello Stadio srl per un totale di 5,8 milioni di euro e l’associazione sportiva Terni Est per 600 mila euro. In tutto al 31 dicembre 2023 si parla dunque di poco meno di 6,5 milioni di euro. Rossi, Lubello e Tonni hanno verificato che «fra i prestiti concessi dall’amministrazione a qualsiasi titolo, non risultano casi di prestiti in sofferenza (pagamenti di interesse o capitale scaduti da almeno 90 giorni oppure capitalizzati, rifinanziati o ritardati di comune accordo; pagamenti scaduti da meno di 90 giorni per i quali, considerate le circostanze del debitore, sia in dubbio il recupero anche parziale)».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli