Terni, dipendenti ed uso social: «Ma il dg sa dei comportamenti di Bandecchi?»

Sul tema scatta l’interrogazione del gruppo consiliare di FdI: mirino sul codice di comportamento comunale

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Utilizzo dei mezzi di informazione e social media, c’è chi sollecita il direttore generale del Comune di Terni – Claudio Carbone – dopo l’invio della lettera ai dipendenti comunali per ricordare il ‘codice di comportamento’.

DICEMBRE 2021, L’OSPEDALE DI TERNI ED I SOCIAL: LE INDICAZIONI PER I DIPENDENTI

Proietti Trotti, Fabrizi, Cecconi e Masselli

La premessa

A farsi avanti in tal senso è il gruppo consiliare di FdI: «All’interno di tale missiva, viene innanzitutto richiamato in premessa il Dpr 62/2013 con relativi aggiornamenti e dettaglio di alcuni singoli articoli; ritenendo evidentemente insufficienti tali previsioni di legge, l’attuale amministrazione ha in cantiere – come si evince proprio dalla suddetta lettera – un aggiornamento del codice di comportamento comunale; i contenuti di tali modifiche – si legge – sono stati anticipati in un provvedimento ad hoc e vengono per l’appunto richiamati nella missiva sottoscritta dal dg. Sulla scorta di tali prescrizioni integrative, ai dipendenti viene vietata qualunque esternazione suscettibile – testuale – di ‘ledere l’immagine dell’ente, l’onorabilità dei colleghi, nonché la riservatezza o la dignità delle persone’; viene vietato qualunque uso – citiamo – ‘disinvolto’ dei social, sempre in nome dell’esigenza di tutelare la reputazione dell’amministrazione’, ovvero di evitare ‘un danno al decoro dell’immagine del Comune in generale, con riflessi rilevanti sulla brand reputation’; i divieti previsti nella suddetta lettera a carico dei dipendenti si estendono poi, addirittura, a quello che viene definito il ‘comportamento extra lavorativo’, che – si scrive tra le altre cose – a sua volta ‘non deve ledere la fiducia’ tra le parti. A conferma dell’assoluta autorevolezza dell’attuale amministrazione in materia di correttezza dei comportamenti ed etica delle comunicazioni e delle relazioni, interpersonali e politiche, il sindaco di Terni ha inteso nientemeno che interrogare il ministro degli Interni in ordine ai noti disordini che si sono verificati in alcune città toscane a fronte di manifestazioni giovanili non-autorizzate pro-Palestina; nel rivolgersi al ministro (che senz’altro non potrà esimersi dal dare conto dei comportamenti delle forze di polizia al massimo esponente nazionale di Alternativa Popolare), Bandecchi richiama il ministro all’etica del rispetto, dell’ascolto, del diritto di manifestare e della libertà di pensiero».

Stefano Bandecchi

Le richieste

Gli esponenti di FdI chiedono dunque se, «a monte della stesura del suddetto documento, il direttore generale abbia avuto modo di informarsi circa i comportamenti tenuti in primis dal sindaco stesso, nei confronti dei dipendenti comunali, dei dirigenti dell’ente, dei consiglieri comunali di opposizione, fisicamente ed a mezzo social; se, a monte della stesura del suddetto documento, il dg abbia avuto modo di informarsi in ordine alle procedure giudiziarie che i suddetti comportamenti hanno generato nonché in ordine ai danni all’immagine ed alla reputazione dell’ente, quali risultano dai commenti che hanno accompagnato tanti e tanti episodi, circuitati attraverso tutti i media nazionali; se il dg non ritenga che la sede unica e più appropriata per l’adozione di ‘Codici’ di questo genere non sia quella del consiglio comunale: con la conseguenza di configurare come molto discutibile qualunque altro strumento e qualunque anticipazione; se il direttore generale non ritenga che espressioni meta-giuridiche come la ‘lesione al rapporto di fiducia’ tra i dipendenti comunali e i vertici politici dell’ente (così come testualmente evocato nella lettera in oggetto) non configurino un margine di alea, di discrezionalità e di arbitrio proprio in capo alla parte politica, del tutto inaccettabile e se l’amministrazione, nella persona dei suoi vertici politici, ritenga davvero di essere nella posizione di imporre addirittura prescrizioni aggiuntive rispetto alle previsioni di legge, in materia di comportamenti, uso dei social ed immagine dell’ente». Se ne parlerà ancora.

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