Abusivismo edilizio: «Ora più attenzione»

I vertici di Confartigianato Imprese Terni in Comune per parlare del problema: ‘no’ alla richiesta di inserimento della comunicazione di inizio lavori per l’edilizia libera

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di S.F.

Michele Zagaglioni ed Enrico Melasecche

«L’introduzione dell’obbligo di comunicazione di inizio lavori per l’edilizia libera va contro la legge e la risposta si basa su molti aspetti legislativi, regionali e di Stato. Dunque è impossibile che qui si possa deliberare la modifica del regolamento». In questo modo il responsabile della vigilanza edilizia del Comune Michele Zagaglioni e l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche dicono ‘stop’ al tentativo di proposta lanciata da Confartigianato Imprese Terni per combattere in maniera più concreta il fenomeno dell’abusivismo nel mondo dell’edilizia: lunedì pomeriggio a palazzo Spada se ne è parlato nella commissione consiliare – I° e III° – congiunta in seguito al ‘tavolo’ di settembre in prefettura. «Servono azioni deterrenti, una maggiore attenzione sul problema e l’aiuto dei cittadini», hanno spiegato il presidente dell’associazione Mauro Franceschini e il direttore Michele Medori.

IL TAVOLO IN PREFETTURA DI FINE SETTEMBRE

Il dato allarmante e i controlli difficoltosi

Mauro Franceschini e Michele Medori

La base della discussione è nel dato che i vertici di Confartigianato hanno messo sul tavolo: il 64% (lo studio è del centro studi di Confartigianato nazionale e riguarda la provincia ternana) delle micro-piccole imprese è sottoposta a concorrenza sleale. Non poco: «Il problema è annoso, non riguarda – ha esordito Franceschini dopo l’introduzione di Leonardo Bordoni, presidente della III° commissione consiliare – solo l’edilizia e ci sono grandi difficoltà nell’effettuare i controlli. L’introduzione della dichiarazione di inizio lavori per la cosiddetta edilizia libera favovirebbe la tracciabilità e, di conseguenza, i controlli. Dati sugli stranieri? Non li abbiamo (risponde alla domanda di Devid Maggiora della Lega), ma il problema non è nella presenza di extracomunitari a capo delle attività o di persone provenienti da fuori regione. Basti pensare a coloro che, per insostenibilità economica, chiudono e vanno a lavorare a domicilio. Come si verificano tutte queste situazioni? Statistiche certe sull’abusivismo non se ne hanno proprio perché si parla di ‘nero’, possiamo avere delle stime».

Cosa fare dunque? Le perplessità sulle due risposte dai Comuni. «Coinvolgere cassa edile»

A destra Leonardo Bordoni, solite difficoltà nel tenere ‘a bada’ Melasecche

L’idea di Confartigianato Terni è quindi da cestinare: «L’inserimento richiesto – ha proseguito Franceschini -* non si può avere, chiaro, vorremmo però che si avviasse un’azione deterrente per ‘spaventare’ un po’ chi commette illeciti. In generale serve attenzionare il problema e, sponda cittadini, fare segnalazioni». Tocca poi a Medori approfondire ulteriormente il discorso: «Siamo a 2500 posti di lavori bruciati negli ultimi tre anni nel settore. La semplificazione ha messo uno stop alle comunicazioni riguardanti i lavori minori nel settore dell’edilizia. E l’abusivismo riguarda anche lavanderie e settore del benessere per fare esempi. Il 64% delle imprese è soggetto a concorrenze sleale e subisce danni: il guaio principale è legato agli abusivi totali, chi fa il doppio lavoro e non ha partita Iva. Da tempo i nostri associati ci segnalano situazioni che non vanno e sarebbe importante coinvolgere anche i cittadini, seppur i controlli effettivi li faccia la polizia Locale. Abbiamo chiesto a tutti i Comuni della provincia ternana e solo due hanno risposto: ci hanno detto che è tutto regolare, siamo rimasti un po’ perplessi. Bisogna coinvolgere anche la cassa edile perché hanno ulteriori dati utili».

Le infiltrazioni mafiose e il Durc

Alessandra Pirro

Patrizia Braghiroli (M5S) e Cristiano Ceccotti (Lega) fanno notare che la modifica richiesta da Confartigianato Terni non è fattibile: «Bisognerebbe spiegare per bene a committenti e proprietari – le parole della pentastellata – che spendere di meno non vuol dire avere risultati migliori». Il capogruppo M5S Luca Simonetti invece chiede se influiscano in tutto ciò le infiltrazioni mafiose: «Parliamo di piccoli lavori manutentivi, è una tematica che non entra in questo contesto», replicano Franceschini e Medori. Lucia Dominici (capogruppo Forza Italia) tira in ballo il Documento unico di regolarità contributiva, il Durc: «Aiuta a combattere l’abusivismo». Franceschini scuote la testa, poi la replica di Medori: «Certifica la regolarità dei lavoratori, sì, ma quelli registrati».

Il tecnico, l’obiettivo Bologna e gli esempi durissimi per le sanzioni

Per i dettagli tecnici entra in campo Zagaglioni: «Impossibile che qui si possa deliberare la modifica del regolamento per l’edilizia libera, anche per il decreto Madia del 2016 e la legge regionale entrata in vigore il 25 ottobre. Inoltre c’è il glossario dell’edizilia libera, 58 tipologie di interventi esenti. L’articolo 90 del decreto legislativo 81 è chiaro nell’indicare le responsabilità». Infine Melasecche e l’invito ad essere più ‘cattivi’: «Ho chiesto di quadruplicare le sanzioni per chi getta rifiuti in modo illecito perché 50 euro è troppo poco. Inoltre ho sollecitato l’Asm per la pulitura delle discariche abusive presenti ma, quando ci sono rifiuti superiori al metro cubo, occorre prima l’indagine’ delle forze dell’ordine e ciò rallenta tutto. Ricordo poi che alcune falde sono inquinate con la trielina, ci sono altri problemi: servono esempi eclatanti e durissimi, non dobbiamo essere una città buonista verso questa cosa. I vigili urbani facciano il loro dovere fino in fondo e così il Comune, serve anche l’aiuto dei cittadini. Non pretendiamo di essere come Bolzano o Trento, ma quantomeno avvicinarsi al livello di Bologna in quanto a pulizia. Dall’inizio dell’anno – l’assessore ha chiesto alla responsabile dell’ufficio vigilanza ambientale della polizia Locale di Terni costanti aggiornamenti sui dati – ci sono circa 280 sanzioni, la città non va lasciato al caos e al caso».

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