Covid: «Almeno 200 mila vaccinati entro il prossimo autunno»

Partiranno da quattro ospedali le dosi che verranno somministrate nei centri vaccinali e a domicilio. Onnis: «Ci attende un lavoro enorme»

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«Ci vorrà almeno un anno di tempo, e probabilmente anche di più, per vaccinare buona parte dei nostri concittadini. Fino a quel momento si proseguirà con un monitoraggio attento in ogni ambito, a partire da quello scolastico. Attualmente non siamo ancora a quota zero per quanto riguarda infetti e terapie intensive occupate: se l’epidemia dovesse ripartire in tale situazione, sarebbe grave. Per questo il monitoraggio dovrà essere sempre più preciso». A parlare è l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto, che giovedì mattina ha fatto il punto anche in tema di vaccini anti Covid insieme al commissario per l’emergenza Covid in Umbria, Antonio Onnis.

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Il punto

Sui vaccini, Coletto ha spiegato che «c’è un dialogo fitto con il ministero della Salute e il commissario Arcuri. Abbiamo definito i quattro riferimenti regionali dove verranno portati i vaccini: non piattaforme commerciali amplissime, ma location adeguate e capaci di accogliere i frigoriferi adatti al mantenimento dei vaccini». Il Onnis ha spiegato che «l’Hub nazionale per i vaccini Pfizer, quelli da conservare a -75/-80°, sarà la base di Pratica di Mare (Roma). In Umbria verranno distribuiti dall’Esercito nei quattro ospedali di Perugia, Terni, Città di Castello e Foligno. Da qui si dirameranno due attività: una in loco con i centri vaccinali, circa 12 previsti in Umbria, e poi la somministrazione a domicilio, nelle residenze sanitarie e nelle comunità carcerarie. Ovvero dove saremo noi a dover raggiungere i cittadini per la vaccinazione. Da questo punto di vista – ha detto Onnis – c’è un problema non banale, a partire dalle tante residenze per anziani, con un numero relativamente basso di ospiti, che abbiamo in Umbria. L’attività di vaccinazione sarà uno sforzo organizzativo assolutamente importante. A gennaio, con la riapertura delle scuole, probabilmente ci troveremo in una situazione in cui avremo da gestire la temuta terza ondata e l’avvio delle attività vaccinali. Da qui al prossimo autunno dovremo vaccinare non meno di 200 mila persone: un carico di lavoro enorme. Si parte da operatori sanitari, ospiti Rsa e poi si proseguirà con gli anziani a partire dalle fasce di età più avanzate, fino ad arrivare alla popolazione generale. Non credo che ci potremo aspettare un effetto ‘miracoloso’ dei vaccini prima che si sarà raggiunto un livello di copertura appropriato. Questo effetto, tangibile sul piano sanitario ed epidemiologico, lo avremo per la fine del 2021. Le persone verranno chiamate per vaccinarsi? I cittadini – ha concluso Onnis – verranno ‘arruolati’ sulla base delle loro disponibilità: il vaccino è volontario e bisogna prima capire chi si vaccinerà».

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Antonio Onnis

Contattato da umbriaOn, il commissario Onnis chiarisce in maniera più dettagliata lo sviluppo del piano di vaccinazioni in Umbria, che si preannuncia – sia nelle stime ‘a monte’ che sul piano dell’attuazione – alquanto complesso: «La bozza relativa al piano nazionale – spiega il commissario per l’emergenza Covid in Umbria – è ‘working progress’, sia per ciò che attiene i tempi di fornitura dei vaccinni che gli approvvigionamenti. L’avvio effettivo in Umbria è atteso, come altrove, per la seconda metà di gennaio con i vaccino Pfizer che richiedono una conservazione a -75/-880 gradi. Si partità con questo e poi via via con tutti gli altri che verranno autorizzati e i cui quantitativi disponibili sono stimati trimestralmente fino al primo trimestre del 2022. Il piano di vaccinazione prevede quattro fasi, T1, T2, T3 e T4, non ancora collocate temporalmente. La fase T1 prevede la vaccinazione di circa il 5% della popolazione – afferma Onnis – facendo riferimento in particolare ad operatori sanitari, ospiti di reparti di lungodegenza e persone con più di 80 anni di età: una percentuale che, viste le caratteristiche socio anagrafiche dell’Umbria, potrebbe anche aumentare. Il tempo T2 prevede l’estensione dell’offerta vaccinale alle persone con età superiore ai 60 anni, affette da immunodeficienze, comorbilità, fragilità, gruppi di persone a rischio e insegnanti ritenuti ad alta priorità, fino a raggiungere il 15% della popolazione. La fase T3 stima di arrivare alla vaccinazione di circa il 50% della popolazione umbra, ovvero circa 400 mila soggetti, ed in particolare personale scolastico, lavoratori dei servizi essenziali, persone detenute nelle carceri, pazienti di ogni età con comorbilità moderate. Infine la fase T4 punta a concludere il piano fino ad una copertura pari al 90% dei cittadini, ovvero circa 700 mila persone. Stima a mio giudizio anche elevata rispetto ai fattori in ballo, non ultimo la disponibilità delle persone a sottoporsi a vaccinazione anti Covid, che resta una scelta individuale libera. La prima fornitura attesa, con inizio del piano dalla seconda metà di gennaio, è quella dei vaccini Pfizer con 3,4 milioni di dosi in Italia, per la prima fase, e quindi fra le 50 e le 52 mila in Umbria. Richiedendo una doppia inoculazione, con tale fornitura potremmo vacciare circa 25/26 mila cittadini umbri. A questo si aggiungeranno, come detto, altri vaccini in corso di autorizzazione. Per questo, con le incertezze che fisiologicamente sono presenti sul tema degli approvvigionamenti e della disponibilità ad effettuare il vaccino, non è semplice fare stime precise nel tempo, basti pensare che per alcuni vaccini la disponibilità è attesa soltanto nel terzo trimestre del 2021. Allo studio del commissario nazionale c’è anche un sistema informatico, da capire se un’app oppure un portale, per la registrazione di coloro che intendono sottoporsi o si sono sottoposti al vaccino. C’è un problema non banale di organizzazione e molti aspetti li comprenderemo meglio con il passare dei giorni».

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