Covid, ‘modulo Arcuri’ Terni: c’è ancora da attendere

Giovedì ‘scadeva’ la data indicata dalla presidenza del Consiglio dei ministri per la consegna del modulo. Il dg Chiarelli: «Sto chiedendo qualcosa in più. Arriva concorso per anestesisti»

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di S.F.

Il termine per la consegna del modulo prefabbricato – utile per la creazione di 12 posti letto di terapia intensiva Covid – era previsto entro giovedì 25 febbraio, come precisato a gennaio dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Ci sarà ancora da attendere per il completamento a Terni, il primo che sarà ultimato: la società veneta Operamed sta proseguendo l’attività di ‘montaggio’ con ulteriori aggiunte rispetto a ciò che prevedeva il capitolato preparato da Invitalia.

25 FEBBRAIO LA DATA INDICATA PER LA CONSEGNA

C’è da attendere

Lo stesso direttore regionale della sanità, Claudio Dario, la scorsa settimana aveva dichiarato che il cosiddetto ‘modulo Arcuri’ per l’ospedale di Terni sarebbe stato pronto per «la settimana del 25 febbraio». Di fatto la ‘scatola’ esterna è pressoché ultimata, ma sul resto c’è ancora da lavorare. Se ne parla a marzo: «Per quel che ci riguarda – spiega in merito il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Pasquale Chiarelli – siamo stati veloci e attenti nell’iniziare appena possibile. Ora sto chiedendo qualcosa in più in termini di sicurezza: sì, ci sarà qualche giorno di ritardo, ma preferisco fare tutto nel miglior modo. Ad esempio – specifica – un’altra uscita di sicurezza rispetto a quella già prevista». Con la Operamed sono attive nella realizzazione della struttura anche la GiPlanet, la Medical consulting srl, la Elettro Automazioni snc, la Sitec srl e la Nordest Automazioni srl, tutte in subappalto. La progettazione è a firma Main srl.

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La fretta e le terapie intensive

Si va di corsa per avere a disposizione il modulo da oltre 300 metri quadrati di superficie coperta: «Stiamo facendo in trenta giorni – prosegue Chiarelli – un lavoro che normalmente si fa in diversi mesi. Va bene così dal mio punto di vista, hanno lavorato senza sosta per il modulo: va detto che nessuno, con me, lo ha fatto così tanto come le persone di Terni». Il pensiero è anche su un altro fronte: «In questo momento mi preoccupano di più le terapie intensive ‘generaliste’ che quelle Covid, ma è tutto in via di sviluppo. In ogni momento può cambiare la situazione». Sponda ‘Santa Maria’ a seguire l’iter ci sono invece il direttore dei lavori Gianni Fabrizi, il coordinatore per l’esecuzione Roberto Celin ed il responsabile dell’ufficio tecnico, Gianluca Bandini. L’importo complessivo sfiora i 3 milioni di euro e dal cartello di cantiere risulta metà marzo – 40 giorni di lavoro dall’avvio – come data contrattuale per l’ultimazione.

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Il dubbio ed il concorso 

Lecito chiedersi – il caso dell’ospedale da campo della Regione è un esempio, non ancora in esercizio nonostante le diverse ‘passerelle’ – se e quando sarà davvero attivo: «Se rischia di restare fermo? Faccio notare che lunedì 1° marzo c’è un concorso per anestesisti a Terni, per posti a tempo indeterminato. Al momento ci sono 31 iscritti e ritengo che siamo partiti in tempo. Presteranno servizio dove sarà necessario. Ribadisco: il problema ora non sono i numeri del personale, ma che stanno lavorando in maniera ‘pesante’ da mesi. E c’è stanchezza. Devo far sì che ci siano innesti il prima possibile e competenti».

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TI Covid-19

Al momento l’ospedale di Terni può contare su 27 posti di terapia intensiva dedicata ai pazienti affetti da Covid-19: «Dieci sono nella sezione A, cinque nella sezione B, sei nell’area ex Obi (area di osservazione breve), quattro nell’ex 118 e gli ultimi due nell’ex endoscopia. Tutto molto frammentato dunque. Per cui avere una struttura modulare da 12 posti letto vuol dire averli tutti in un unico posto: sembra una banalità, ma per professionisti e pazienti è un vantaggio enorme».

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