Covid Terni, dimessa la bimba di 2 anni

La piccola era finita in ospedale dopo giorni di febbre. Il racconto della madre, anche lei ricoverata: sono entrambe in buone condizioni

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di S.F.

«Il ‘Santa Maria’ funziona, ma deve valere lo stesso anche per il territorio. Cerchiamo di usare bene le linee guida e gestire le situazioni perché non si finisce in ospedale per caso». A parlare è la mamma della piccola di 2 anni e 2 mesi ricoverata in via precauzionale a Terni dopo aver contratto il Covid-19: dall’esito positivo del tampone al ‘viaggio’ nel nosocomio cittadino, non tutto è andato per il verso giusto. Ora sono in buone condizioni ed è la cosa più importante.

LA PREOCCUPAZIONE DEL SINDACO PER I CONTAGI TRA I GIOVANI

La positività

Una storia iniziata oltre una settimana fa, il 3 marzo, quando la piccola è risultata positiva al tampone. In un primo momento era tutto sotto controllo: «Solo sintomi intestinali – spiega la donna, anche lei contagiata -, la febbre è comparsa la sera del 10 marzo. A quel punto ho chiamato la pediatra e successivamente è stata attivata l’Usca (Unità speciale di continuità assistenziale) per la visita domiciliare di una dottoressa: a livello respitatorio non c’era nulla, tuttavia aveva i linfonodi gonfi e magari questo doveva far capire qualcosa. Mi è stato detto di attendere e lo scorso venerdì mia figlia aveva 39 di febbre in orario nottuno. Ha avuto dei picchi febbrili più volte, arrivando anche oltre la temperatura di 40. A quel punto ho chiamato la guardia medica per far presente che volevo che la bimba prendesse gli antibiotici.  L’ambulanza è stata chiamata dalla dottoressa dell’Usca – la stessa che era intervenuta la prima volta – e siamo andate in ospedale, con la febbre che era scesa a 37.6. Da una prima analisi sono risultati livelli infiammatori alti. Tutto ciò per dire che una bimba non finisce di punto in ospedale per il Covid, la positività era accertata da giorni. Fortunatamente nel giro di poche ore è rinata e sta bene, resta il fatto che magari andava trattata diversamente». Lunedì in consiglio comunale era stato il sindaco Latini a dare aggiornamenti – parlando di un bimbo e una 14enne in particolar modo – sui contagi tra i giovanissimi.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

La gestione e il miglioramento

I dubbi e le perplessità restano: «Non ho una laurea in medicina – prosegue la donna, ricoverata con la piccola nel reparto Covid2 -, mi chiedo soltanto se non si poteva procedere con gli antibiotici in via preventiva quando è comparsa la febbre. La situazione non è semplice e il personale sanitario lavora in modo costante: vanno tutti ringraziati ed chiaro che non possono stare sempre dietro a noi. Non tutti i bimbi che hanno contratto il Covid sono finiti in ospedale, anzi, ritengo però che i medici di medicina generale e pediatri debbano avere delle indicazioni più precise su come agire. E sulle scuole non bisogna mettere ‘paura’ per far sì che vengano chiuse, non è corretto». Ora la situazione è migliorata e si attende con meno preoccupazione di poter ritornare a casa dopo la disavventura legata al virus. Già da martedì pomeriggio, quando entrambe sono state dimesse in buone condizioni.

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