Crisi di cassa, ipotesi vendita Afas a Perugia

Dopo Terni ora potrebbe toccare al capoluogo umbro. Borghesi (PD): «Farmacie comunali sono un’ eccellenza e non devono essere vendute»

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La storia si ripete. E, dopo Terni, ora potrebbe toccare alle farmacie comunali di Perugia di essere messe in vendita per limitare i danni delle casse di palazzo dei Priori. È attesa per il 15 gennaio prossimo la relazione della giunta contenente le misure attraverso le quali si pensa di risanare il bilancio dopo i severi richiami della Corte dei Conti, ma l’ipotesi circola.

Le criticità Oltre alla dismissione delle quote pubbliche della Minimetrò Spa, oggetto della giunta di mercoledì sera, che si è protratta fin oltre le 20, è stato il piano di risanamento illustrato dall’assessore Bertinelli ma anche le proposte di parte della maggioranza a sostegno di Romizi. Vendita di – ulteriori – beni immobili, recupero di svariati milioni, fino anche a 15, dalle agevolazioni sulla riscossione della Tari e la dismissione di alcune aree Peep di edilizia popolare.

Dismissione farmacie C’è poi la mossa, tirata fuori dal cilindro da alcuni esponenti di Forza Italia, che vedrebbe nuove entrate in cassa con la vendita del circuito di farmacie comunali Afas. Una proposta non nuova, in realtà, rispolverata per l’occasione e che sta generando numerose polemiche. A cominciare dal fatto che Afas ha un bilancio in attivo e addirittura genera profitti che l’ente può reinvestire in servizi sociali, come fu sottolineato nel corso di un incontro pubblico nel quale lo stesso vicesindaco Urbano Barelli ebbe modo di congratularsi con i dirigenti Afas, evidenziando il valore economico e sociale del loro lavoro. Una posizione che mai avrebbe fatto immaginare ipotesi di futura vendita.

Diritto alla cura Ora, invece, nella sua stessa maggioranza emergono posizione diverse. Tanto che tocca all’opposizione far notare l’evidente incoerenza: «Si tratta di un tema di fondamentale importanza – dichiara in proposito la Consigliera Erika Borghesi – e non può essere affrontato senza una conoscenza ed un’analisi approfondita di questa realtà, conoscenza che mi sembra manchi ai consiglieri di Forza Italia che hanno avanzato tale proposta. Infatti Il ruolo sociale della Farmacia comunale è fondamentale per garantire il diritto alla cura e alla difesa della salute, anche attraverso alcuni preziosi servizi e prestazioni gratuite, prodotti a prezzo agevolato, con un presidio presente in maniera capillare nel territorio aperto 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, senza bisogno di prenotazione e liste di attesa. Si tratta di distretti sanitari che fungono da guida per il cittadino nei difficili percorsi verso la salute e il benessere. Il farmacista comunale ha il ruolo fondamentale di educatore sanitario e non di semplice distributore».

Terni e Perugia Dopo il via libera alle alienazioni dato dal comune di Terni lo scorso 18 dicembre, con le opposizioni all’attacco del sindaco Di Girolamo, colpevole di voler batter cassa su dei servizi essenziali, ora potrebbe essere la volta del comune di Perugia. Una proposta, questa, che lascia perplessi molti. «Al di là della questione della perdita di importanti utili che si subirebbe con questa vendita – prosegue la Borghesi – il mio stupore viene dal fatto che pensare ad un’ipotesi del genere significa non avere minimamente idea del territorio e soprattutto realtà virtuose e positive della nostra città».

Bilanci solidi «Infatti proprio a inizio dicembre Assofarm, Federazione nazionale che rappresenta tutte le farmacie comunali, ha scelto la nostra città per un evento in occasione della Giornata Nazionale delle Farmacie Comunali. Ed è stato il suo presidente Venanzio Gizzi a comunicare che si è trattata di una location non casuale, ma dettata dal fatto che Afas rappresenta una vera eccellenza a livello nazionale tra l’altro per la sua gestione sanitaria perfetta dei presidi farmaceutici e per i suoi solidi bilanci in grado addirittura di contribuire alla realizzazione delle opere pubbliche dell’ente proprietario. È il segnale che questa maggioranza è politicamente sempre più in difficoltà e lontana dal territorio e che affronta con un approccio superficiale temi fondamentali per i cittadini come appunto quello della gestione delle farmacie comunali».

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