Crisi in Regione, Marini: «Non piango»

La presidente replica duramente ad un velenoso commento di Andrea Liberati (M5S): «Nessuno del mio gruppo merita le lacrime»

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Le voci, magari pure i pettegolezzi, viaggiano veloci. E così martedì c’era chi giurava di aver visto la presidente della Regione, Catiuscia Marini, lasciare la riunione del gruppo Pd in lacrime. Vittima di una crisi di nervi.

Walter Orlandi (a sinistra)

Walter Orlandi (a sinistra)

Il diktat Perché la presidente sarebbe stata messa di fronte ad una scelta radicale: rimuovere Walter Orlandi dal ruolo di direttore regionale alla salute, oppure la frattura non si ricompone. E a Catiuscia Marini la cosa non è andata giù. Ora si ricomincia da capo con i lavoro dei mediatori.

Barberini Lui, l’assessore dimissionario, che martedì ha rivisto la presidente per la prima volta dopo lo ‘strappo’, dice che si è trattato di una riunione interlocutoria, che il problema non sono le deleghe e che, comunque, a lui non sono statr fatte offerte. Si sarebbe parlato di politica, insomma.

L’INTERVISTA A LUCA BARBERINI – IL VIDEO

Andrea Liberati

Andrea Liberati

Lacrime Sulla presunta crisi di pianto della presidente aveva velenosamente ironizzato Andrea Liberati (M5S), dicendo che «le cronache narrano che un rigurgito tardoimperiale avrebbe consentito il rilascio di piccole, gelide stille da parte di Catiuscia Marini. Lacrime uniche nel suo genere, perché a marchio Coop. Attenzione, però: sono le tipiche lacrime di chi chiagn’ e fotte. Lacrime di un potere che, giorno dopo giorno, marcisce. Infatti, non solo chi purtroppo lo subisce: talvolta frigna anche chi, esercitando potere, ne avverte la crescente provvisorietà. In una parola, piange chi sta per perderlo, e nondimeno spera di proseguire, come se le ore liete della vecchia politica non finissero mai. Quelle odierne sono le lacrime di un giocattolo tenuto arrogantemente per sé, ma finaliter strappato via, lacrime del bambino che strepita senza però provare alcuna empatia verso niente e nessuno che non siano i suoi stessi balocchi».

Il post su facebook di Catiuscia Marini

Il post su facebook di Catiuscia Marini

Marini La presidente, che già aveva fatto capire che aria tirasse con un ‘post’ su Facebook nel quale il bracchetto più famoso del mondo, Snoopy, dice: «Se volevo essere accomodante nascevo divano», replica direttamente a Liberati: «Stia assolutamente sereno il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Andrea Liberati che insegue fantasiose ricostruzioni circa presunte lacrime della presidente Catiuscia Marini, affidandosi al ridicolo. Ciò evidentemente perché il consigliere è completamente privo di argomentazioni politiche, come ha dimostrato ampiamente in questi primi otto mesi di legislatura, e preferisce affidarsi a tali fantasiose ricostruzioni lasciandosi andare ad affermazioni che si commentano da sole. In ogni caso, si precisa che per quanto la presidente della Regione Catiuscia Marini sia legata affettuosamente al suo gruppo politico nessuno di loro merita però le sue lacrime».

Giacomo Leonelli

Giacomo Leonelli

La smentita corre sui social La nuova frontiera della politica,insomma, si chiama Facebook. Tanto che martedì mattina il Partito Democratico dell’Umbria è stato, praticamente, costretto a fare un comunicato stampa nel quale si dice che il segretario regionale, Giacomo Leonelli, ha fatto un ‘post’ sul social network.

Il ‘post’ «Smentisco le indiscrezioni riportate dalla stampa – aveva scritto Leonelli su Facebook – per la quale avrei offerto a Luca Barberini altre deleghe ritenute “contentini” per rientrare in giunta regionale (anche perchè le deleghe le assegna il presidente, non il segretario di partito). Peraltro ove questo in futuro dovesse verificarsi sinceramente non comprenderei eventuali grida di “scandalo”: quando giocavo a calcio da bambino mi sarebbe piaciuto fare il centravanti. Ma se l’allenatore mi chiedeva di giocare in difesa o a centrocampo per spirito di squadra ci giocavo. Ecco appunto, ritroviamo velocemente quello spirito di squadra». O magari facciamo un ‘gruppo’ su Facebook.

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi

Forza Italia Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Raffaele Nevi, è caustico: «Da quello che si apprende dalla stampa, la vicenda delle dimissioni dell’assessore Barberini e della crisi della giunta Marini si sta trasformando in qualcosa a metà strada tra mercato delle vacche e la riproposizione del manuale Cencelli. Prendi tre deleghe e paghi una, carta vince carta perde e via dicendo. L’unica cosa certa è la paralisi dell’attività politico amministrativa e lo stato confusionale della maggioranza, ammesso che ancora ci sia una maggioranza e che non si stia invece assistendo alla nascita di un nuovo patto di legislatura fondato su nuove poltrone. L’unica cosa sana, che ci vorrebbe, sarebbero le elezioni».

Sel Fabio Barcaioli, Elisabetta Piccolotti e Luciano Zara, di Sel, parlano invece di «baratto delle deleghe che dipinge un quadro squallido della politica umbra, tutto ciò mentre aumentano i tagli alla sanità regionale e le cause per disservizi. Al di là dello squallore nei giochi di potere all’interno del PD umbro, che ci disgustano, ma non ci interessano, crediamo che sia giunto il momento di rilanciare un dibattito serio, con la più ampia partecipazione possibile, sul futuro della sanità umbra, ponendo centrali questioni come qualificazione e valorizzazione dei
lavoratori del settore, per evitare cause ed esborsi insensati, e il rilancio del primato e qualificazione del servizio pubblico, non solo ospedaliero, per evitare tagli a servizi utili e riconosciuti, professionalmente, come eccellenze regionali».

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