Da Terni a Venezia, installazione di Carotti

La mostra ‘Dove sono gli ultras’ inaugurerà il 7 settembre nello spazio dell’associazione culturale nell’isola della Giudecca

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

Un’installazione inedita per il progetto, basata un una visione d’assieme complessiva e coinvolgente di tutto quanto gravita attorno al momento, alla dimensione quasi eucaristica e sacra del rito calcistico. Tutto questo è ‘Dove sono gli ultras’ la prima mostra personale veneziana dell’artista ternano Cristiano Carotti.

Installazione inedita Inaugurerà giovedì 7 settembre alle ore 18.30, nello spazio dell’associazione culturale nell’isola della Giudecca a Venezia. Al corpus originale della mostra romana, composto di croci, pantere, diavoli, teschi, orsi, bulldog, alcuni dei simboli direttamente presi da vessilli, bandiere, magliette e sciarpe delle tifoserie calcistiche e centrifugate, la creatività di Cristiano Carotti si declinerà in un’installazione inedita. In concomitanza con Mostra del cinema di Venezia, Biennale d’arte e festival delle arti della Giudecca, la mostra pone in essere un’analisi del simbolo attraverso la celebrazione della sua forza comunicativa e totemica, in un percorso espositivo appositamente sonorizzato da Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours. Elemento totemico dell’installazione sarà la presenza in mostra, in una nuova declinazione contestuale, dell’opera plastica de ‘Hai paura del buio’, ispirata alla notte genovese della scuola Diaz, è l’effige di un enorme celerino (3,5 metri di altezza) che l’artista ternano ha realizzato per il festival omonimo diretto da Manuel Agnelli.

‘Dove sono gli ultras’ Il punto di partenza di ricerca e di studio è la ‘teoria degli archetipi’: formulata da Carl Gustav Jung, indaga i fenomeni aggregativi e la costruzione della coscienza collettiva. ‘Dove sono gli ultras’ non è una domanda, non ha il punto interrogativo. Perché non è più il famoso coro cantato in tutti gli stadi dai tifosi per provocare le curve avversarie ma, nel lavoro di Carotti, che parte da una prospettiva junghiana, diventa il modo per indicare quel luogo dell’inconscio di ognuno di noi nel quale l’archetipo incontra il nostro io razionale, condizionandolo e generando un particolare tipo di dinamiche sociali.

I simboli Usando come base della sua ricerca un’analisi visuale legata al mondo degli ultras, Carotti parla dell’influenza che i simboli hanno su ciascuno di noi. Nella storia attorno al simbolo che richiama idee e forme universali come l’ombra, la morte, gli dei dell’olimpo, si sono aggregati eserciti, costituiti gruppi politici, si sono uniti gli ultras. Si è costruita una fede che quasi sempre nulla ha a che vedere con l’origine di quel simbolo e che finisce per dominare la ragione del singolo individuo, così come testimonia la storia del nazismo, uno dei più evidenti e tragici transfer fra collettività e individuo, realizzato anche grazie all’uso di un’iconografia arcaica trasformata e riempita di nuovi significati. Carotti sembra dunque parafrasare Jung affermando che dominati dall’archetipo, siamo tutti ultras.

L’idea «Come accade spesso – spiega Carotti ad umbriaOn – l’idea è nata da un percorso di ricerca. Sulla mia copia de ‘L’uomo e i suoi simboli’ di C.G. Jung c’è un passaggio sottolineato molto vistosamente e sotto con il pennarello ho scritto ‘Ultras’ a caratteri cubitali. Lo studio dei riti collettivi e dell’influsso sulla società delle immagini archetipiche sviluppato da Jung mi ha portato a concludere che sotto l’influsso dell’archetipo siamo tutti Ultras. I simboli e i vessilli che compaiono ogni domenica nelle curve degli stadi fanno riferimento molto spesso ad immagini presenti nella mitologia e nel nostro inconscio collettivo. Così ho riprodotto bandiere, striscioni, giubbotti e t-shirt con colori che non fanno riferimento a tifoserie reali su cui ho isolato per mezzo di una pittura ad olio molto materica tali immagini e tali simboli. Con ‘Dove Sono Gli Ultras’ si intende isolare il non luogo in cui l’inconscio collettivo incontra il nostro io razionale».

Cristiano Carotti «Sono nato a Terni e ho studiato pittura a Terni all’Accademia di Belle Arti diretta dal maestro Borozan. Ho cominciato ad esporre i miei lavori alla GC2 Contemporary di Terni, che è ancora la mia galleria di riferimento per la città. Nel 2008 ho allestito lì la mia prima personale curata dal curatore e caro amico Francesco Santaniello e poi fortunatamente il mio lavoro ha cominciato a girare anche a livello nazionale e poi anche internazionale e , come si dice? eccoci qua… Grazie al supporto della Galleria Al Blu di Prussia di Napoli e a White Noise Gallery Roma ho iniziato a realizzare grandi progetti istallativi e le prime mostre personali in due città molto importanti per me e per il mio percorso. L’anno scorso ho avuto la splendida occasione di lavorare a Lipsia in residenza artistica allo Spinnerai Center for Contemporary Art».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli