Dissesto Comune Terni: «Basta martoriare»

Refezione scolastica, fasce Isee e debiti fuori bilancio, la preoccupazione degli attivisti del CoSec e gli ‘inviti’ ai commissari dell’Osl. Querela di All Foods, ma gip archivia

Condividi questo articolo su

«Siamo preoccupati per ciò che avverrà. I servizi educativi sono già stati martoriati negli ultimi anni e ulteriori tagli sarebbero pesanti per le famiglie. E chiederemo che l’Organo di straordinario di liquidazione faccia un’adeguata rendicontazione dei reali debiti delle casse comunali con ricerca di responsabilità dirigenziali». Comune di Terni e dissesto finanziario, giovedì arriva il consiglio comunale per la delibera definitiva e allora il CoSec, tra un riassunto delle puntate precedenti e timore per le ricadute sui servizi per l’infanzia, lancia l’allarme e rilancia sulla rimodulazione delle fasce Isee. Non solo, perché c’è anche spazio per raccontare la ‘partita’ giudiziaria con la All Foods.

BAGARRE SUL ‘BORGO TREBISONDA’: «BENE IL COMUNE»

Il messaggio esposto

La richiesta di approfondimento Nella sala ‘Comunaldo Morelli’ di palazzo Spada il Comitato per i servizi educativi comunali ha organizzato una conferenza per esternare le preoccupazioni legate al post dichiarazione di dissesto finanziario. Ben in mostra c’è uno striscione che recita ‘L’unico bavaglio che ci piace’, accompagnato dall’immagine di un neonato che ne indossa uno per mangiare: un gesto legato al problema giudiziario sorto nell’aprile 2017 con All Foods. Ma si parte con altro: «L’approvazione del dissesto finanziario – inizia Luca D’Abramo – porterà una serie di conseguenze e arriva per una gestione discutibile delle casse comunali nel corso degli anni. All’Organo speciale di liquidazione (l’Osl, composto da tre commissari) chiederemo una verifica sulla reale entità del debito che si è creato nei bilanci comunali. E soprattutto le reali cause perché la relazione del collegio dei revisori dei conti non va a ad approfondire le reali cause di responsabilità di questo dissesto finanziario. Pur essendo tecnicamente plausibile. Ci sono anche da considerare le spese sconsiderate fatte. Già nel 2016 segnalammo il problema delle casse comunali in relazione ai tagli per il servizio per l’infanzia e le ricadute sui servizi pubblici».

IL TAR BOCCIA IL COMUNE DI TERNI SUL ‘BORGO TREBISONDA’

Luca D’Abramo

Debiti fuori bilancio e contratto All Foods Secondo focus e nuovo argomento, seppur legato al precedente e già trattato in abbondanza nell’ultimo biennio: «I debiti fuori bilancio – ha proseguito D’Abramo – mai riconosciuti e tra questi c’è 1 milione e 700 mila euro attestato ad All Foods e Cns. Riteniamo che non sia un debito riconoscibile perché è nato da un sopravanzo rispetto all’impegno di spesa iniziale per affidamenti a ulteriori scuole comunali: si è sforato quel 20% consentito dalla soglia di legge per la spesa extracontrattuale, già nei primi tre anni. Perché non furono ricontrattati i termini del servizio nel 2013 e fare un nuovo accordo per abbassare la spesa?  Non fu fatto e avvenne il rinnovo in maniera tacita e consensuale. Vogliamo un’adeguata rendicontazione e la ricerca delle responsabilità dirigenziali per quanto successo. Oltretutto l’Anac stesso ha riportato la mancanza di emissione di sanzioni, riconosciute anche dalla relazione della IV° commissione consiliare. L’amministrazione al contempo non ha mai voluto decurtare le cauzioni a carico di All Foods e Cns: sarebbe stato un atto dovuto per le irregolarità». Tutto ciò per il CoSec «ha contribuito ad arrivare alla situazione odierna, di dissesto».

«DOVE SONO LE SANZIONI?»

I rappresentanti del CoSec

Le fasce Isee e i tagli Ma dove il CoSec tenta ancora di sfondare è sulle rimodulazioni delle fasce Isee : «Si può fare sia con il commissario prefettizio che con un’eventuale nuova giunta. Inoltre è stato deliberato a maggio 2016 (195): si diceva che si sarebbe provveduto alla modifica, a tutt’oggi non sono adeguate. Surreale che si resti così quando la città si troverà ad affrontare una situazione molto difficile. Porto l’esempio della fascia compresa tra 0 e 5 mila euro che paga 41 euro. Il Comune elargisce un 36% sulle spese per i servizi a domanda individuale: speriamo non sia azzerata e se dovesse essere decurtata con l’aumento della tassazione, chiederemo che venga addebitato alle soglie più elevate. Alle nuove fasce e non per quelle più basse. Lo abbiamo sempre chiesto e rilanceremo».

LA PROTESTA DEL FEBBRAIO 2017

La querela da All Foods La società ternana ha presentato lo scorso anno una querela nei confronti di dieci esponenti del CoSec e, in tal senso, alla conferenza in Comune ha partecipato anche il giovane avvocato – colei che ha seguito e aiutato gli attivisti del gruppo nel difendersi – milanese Nicole Monte. A introdurre la questione è stata Valentina Rossi: «Il risultato della nostra trasparenza è stata una denuncia da parte di All Foods. Un atto che ci ha messo in difficoltà nella fase iniziale per noi che non siamo abituati al tribunale: la riteniamo una vera e propria ingiustizia e c’è stata la percezione che qualcuno avesse l’intenzione di volerci zittire. Se così è stato, questo qualcuno che ci ha provato ha perso».

BANDO MENSE: «DIFFIDIAMO IL COMUNE»

L’avvocato milanese Nicole Monte

Gli step: «Non è politicizzato, solo tutela bambini». Archiviazione Il legale milanese ha spiegato che «la vicenza giudiziaria che ha coinvolto il CoSec nasce da una denuncia per diffamazione a mezzo stampa depositata il 13 aprile 2017: l’accusa è quella di aver detto cose false perché si tratterebbe di un gruppo politicizzato che ha l’obiettivo di far perdere l’appalto alla parte offesa. Ho suggerito loro di aver fiducia nella magistratura, consigliando di depositare una memoria che raccontasse tutto del comitato e l’attività portata avanti sulla questione refezione scolastica: l’unico interlocutore è sempre stato il Comune per far sì che si avesse a disposizione un determinato tipo di servizio. L’impegno del CoSec è quello di tutelare i bambini, nessuno scopo politico né tantomeno ostacolo ad All Foods. Loro hanno scoperto di avere questa denuncia a fine novembre con l’avviso di conclusione delle indagini e a quel punto ho depositato la memoria a fine dicembre. La procura – ha concluso – ha richiesto l’archiaviazione e venerdì scorso è stata disposta dal Gip».

GEMOS E CONTRATTO CON IL COMUNE DI TERNI POST SENTENZA DEL TAR: «LA FIRMA ARRIVA A BREVE»

Il privato e il fuggi fuggi: «Già martoriati» Quindi si è tornati sull’attualità del dissesto: «C’è preoccupazione, di certo – ha ripreso la parola la Rossi – non l’hanno scelto i cittadini e saranno loro a rimetterci in primis. Ulteriori tagli ai servizi a domanda individuale sarebbero pesanti, penso ai servizi educativi: l’aumento delle tariffe dei nidi farebbe scattare un fuggi fuggi generale verso il privato. Ci rifiutiamo di pensarlo, non vogliamo che si vada ulteriormente a far cassa su servizi già martoriati negli ultimi anni con la chiusura di tre scuole per l’infanzia: qualcuno ci deve ancora spiegare le ragioni di risparmio dovute alla chiusura di tre scuole per l’infanzia. Si è trattato di un impoverimento per la città, a Campitello per un anno la scuola è stata chiusa e ora ci sono i bambini del ‘Cucciolo’. ‘Grillo Parlante’ è vuoto al momento e ci vanno i laboratori. Non sappiamo da chi verranno gestiti innanzitutto. ‘Trebisonda’ donato all’Oberdan’ e per quel che riguarda la statalizzazione ancora non c’è il codice meccanografico. In questi mesi ci hanno accusato addirittura di utilizzare i nostri figli per scopi politici. Non è mai accaduto».

GEMOS VINCE AL TAR

Gemos, i tentativi di contatto e la pazienza Passaggio conclusivo dedicato al ‘nuovo’, vale a dire la società cooperativa di Faenza: «Abbiamo chiesto – ha concluso D’Abramo – più volte la possibilità di un incontro con Gemos per presentare normale richieste da cittadini per un’attenuazione, specie in questi mesi di difficoltà, per coloro che dovessero ritrovarsi in condizioni economiche disagiate. Una certa pazienza per far sì che nessuno venga sbattuto fuori dal servizio mensa se per un mese non paga: alle email spedite non abbiamo avuto risposta, ma non ci fermeremo qui. Resta comunque tutto in mano all’amministrazione per quel che riguarda le tariffe. Tutto è possibile in questa fase, cerchiamo solo un modo per ‘ammortizzare’ gli effetti del dissesto sui servizi per l’infanzia. Refezione? Non sono emerse criticità nei primi mesi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli