Elettrocarbonium, nervi sempre più tesi

Terni, duro attacco dell’amministratore delegato dell’azienda di Narni alle istituzioni. Il sindacato chiama tutti a cercare una soluzione

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Durissimo. L’amministratore delegato dell’Elettrocarbonium, Michele Monachino, lancia un violento atto di accusa – che contemporaneamente somiglia ad un’auto assoluzione – dopo il nulla di fatto con cui si è concluso il vertice di martedì al Mise.

Immobilismo «A seguito dell’incontro tenutosi nella giornata di ieri presso il Ministero dello sviluppo economico abbiamo dovuto prendere atto del grave stato di immobilismo decisionale relativamente alla trattativa in corso tra Mise, Regione Umbria e Sgl per la definizione della questione legata alla bonifica del sito industriale di Narni».

Il danno Questo drammatico e reiterato ritardo, senza voler entrare nel merito delle motivazioni delle parti, determina purtroppo un grave e, probabilmente, irreversibile danno all’attività industriale di Elettrocarbonium compromettendone seriamente la continuità.

Accuse pesanti Michele Monachino, poi, dice che «mi preme sottolineare che la lentezza con cui viene portata avanti la trattativa danneggia Elettrocarbonium senza che l’azienda possa intervenire per salvaguardare il proprio futuro, in quanto spettatrice passiva rispetto a tale questione. C’è grande rammarico e tristezza nel vedere vanificati a causa dell’atteggiamento delle istituzioni, tutti gli sforzi profusi in questi mesi dal sottoscritto, dai lavoratori, dai managers e dai consulenti che con sacrificio, passione e determinazione hanno contribuito alla ripartenza dell’attività».

La politica Il senatore del Partito Democratico, Gianluca Rossi, ha già fatto sapere di aver «sollecitato la presidenza della commissione industria del Senato affinchè richieda al governo una risposta alla mia interrogazione su questa vicenda». Il Partito Democratico della provincia di Terni e il Pd di Narni, invece esprimono «forte preoccupazione per il destino dell’Elettrocarbonium di Narni e rinnovano il loro sostegno alle istituzioni, in particolare alla Regione Umbria e al sindaco De Rebotti, impegnate affinché si trovi al più presto un accordo tra le parti, il ministero e gli enti interessati».

Il sindacato «Di tempo – dice segretario generale della Femca Cisl Cisl dell’Umbria, Fabrizio Framarini – e n’è perso davvero molto e le colpe, come il sindacato denuncia da tempo, stanno da diverse parti. Quando c’è da prendersi delle responsabilità i nodi vengono al pettine e questo vale per tutti gli attori in campo. Ora non giova giocare al rialzo, ma sarebbe più conveniente usare le energie per mettere insieme le poche speranze rimaste per verificare la teorica disponibilità delle parti per poter conseguire un accordo. Delle singole verità dei soggetti chiamati in causa i lavoratori non sanno cosa farsene».

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