Elettrocarbonium ancora in alto mare

Terni, dimezzato ed inutile l’incontro che si è svolto al Mise: lo stabilimento di Narni non ha nessuna certezza del suo futuro

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A dispetto di quanto era stato fatto circolare, quello di martedì al Mise è stato un altro vertice ‘dimezzato’. Anzi, di più. E la cosa peggiore è che la soluzione, per la Elettrocarbonium di Narni, resta lontana. Molto lontana.

Al Mise Davanti a Giampietro Castano, il potente dirigente del Mise, c’erano solo i rappresentanti dell’Elettrocarbonium e quelli delle istituzioni locali. Il liquidatore di Sgl e i sindacati no. Il primo per scelta, i secondi per motivi di opportunità, visto che era apparso chiaro, dai contatti preliminari, che non sarebbe stato un incontro decisivo.

Sgl inamovibile L’avvocato Marco Petrucci, il commissario liquidatore della Sgl, infatti, ha chiaramente fatto sapere che l’azienda accetterà di discutere solo a due condizioni: la dimostrazione, da parte di Michele Monachino, di un’autentica consistenza economica e la ormai famosa ‘manleva’ a fronte delle spese per la bonifica in continuità produttiva dello stabilimento. Ipotesi però resa impraticabile dal fatto che la legge non permetterebbe ai tedeschi di ‘chiamarsi fuori’ in assoluto.

Ascoli Una questione, quella della bonifica, che accomuna Narni con un altro sito ex Sgl Carbon: quello di Ascoli Piceno e dove, ricorda il quotidiano Piceno Oggi, «dalla sua definitiva dismissione nel 2007 ad oggi, tante parole sono state spese, ma poche azioni messe in atto. Tanti i politici che hanno portato sul tavolo delle grandi problematiche idee e accorati impegni per cauterizzare un sito industriale che, del notevole profitto, ha lasciato altrettanta sofferenza tra le famiglie ascolane che hanno subito perdite a causa degli agenti inquinanti. La parola amianto ritorna a fare paura».

Vertice inutile Ma restiamo a Narni: alla fine, dopo che Monachino ha ribadito che lui non ha più molto tempo a disposizione, che già ha già messo parecchie risorse proprie e che ha addirittura dovuto rifiutare delle commesse per mancanza di certeze – tutte cose già dette e ripetute – si sono dovuti alzare dal tavolo con la consapevolezza che, infondo, si era perso del tempo.

Nuovo incontro Ora il superdirigente Castano dovrà usare tutta la sua influenza per convincere l’avvocato Petrucci – e soprattutto Sgl – a partecipare ad un prossimo vertice, che si proverà ad organizzare, probabilmente lunedì. Perché è ormai chiaro a tutti che la strategia portata avanti fino ad ora non può dare risultati positivi. Il compromesso che si cercava non è stato raggiunto, ma è solo con quello che si esce dall’impasse.

L’accordo Per salvare l’Elettrocarbonium, tutta la gente che ci lavora e ci vorrebbe tornare a lavorare, ma anche per non mettere seriamente a repentaglio l’equilibrio economico e sociale di un’intera città, è necessario che la multinazionale accetti di non poter essere esentata ‘a vita’ da possibili ripercussioni legate alle bonifiche del sito, ma è indispensabile che l’imprenditore arrivato con l’aura del salvatore, dimostri di avere la capacità e le possibilità di gestire il sito.

La ‘nuova’ storia Da quando la ‘nuova’ Elettrocarbonium ha riattivato gli impianti si è andati avanti con il cuore in gola: tra dichiarazioni di intenti, frasi di spranza, professioni di fiducia, e momenti di grave difficoltà. Con sempre, sullo sfondo, quello che è il vero cuore del problema: la modalità, le spese e la responsabilità delle bonifiche dell’area.

La paura Il giorno dell’epifania, poi, era scattato l’allarme, determinato dall’annuncio dell’ultimatum – la scadenza era stata fissata a domenica scorsa – dato da Sgl. Subito dopo era scattato il tam tam: c’era chi, come il senatore Gianluca Rossi chiedeva di «tornare subito al Mise»; chi,come il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, ricordava le cose fatte; chi come il patron della Morex-Elettrocarbonium, Michele Monachino, provava a scaricare le responsabilità sulla ‘politica’ e chi, come Forza Italia, accusava le amministrazioni.

La trattativa Poi si era iniziato a lavorare per riallacciare i fili della trattativa, con un primo incontro al Mise con Elettrocarbonium – mentre in parallelo si discuteva con il liquidatore di Sgl – e così si è arrivati a questo martedì.

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