Elettrocarbonium, l’agonia si allunga

Narni, martedì nuovo vertice in Regione, ma il licenziamento collettivo difficilmente verrà concordato. Si prospettano altri mesi di incertezze e paure

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L’appuntamento è per mezzogiorno di martedì, in Regione. Ma a meno di colpi di scena clamorosi, si dovrà solo registrare che l’accordo per il licenziamento collettivo dei lavoratori dell’Elettrocarbonium di Narni non si potrà fare. E che, quindi, la procedura stessa dovrà essere considerata conclusa. Perché l’azienda non ha nessuna intenzione di fare concessioni.

I lavoratori in Comune

I lavoratori in Comune

Settembre Se questa ipotesi trovasse conferma, Michele Monachino potrebbe sfruttare la legge che gli permette di utilizzare un tempo, che può raggiungere i 120 giorni, prima di procedere ai licenziamenti e questo significa che si potrebbe ‘tranquillamente’ arrivare fino alla fine di settembre.

Le ‘chiavi’ Però c’è un’altra scadenza – anche se in questa storia, di scadenze ignorate se ne contano ormai fin troppe – che incombe sull’imprenditore pugliese: l’8 giugno dovrebbe riconsegnare lo stabilimento al curatore fallimentare di Sgl, l’avvocato Marco Petrucci che ha annunciato la volontà, in caso di inottemperanza, di avviare definitivamente le procedure legali per rientrare in possesso delle ‘chiavi’ della fabbrica.

I lavoratori in Prefettura

I lavoratori in Prefettura

Il tribunale A quel punto, però, si potrebbe essere costretti a fare i conti con altri problemi, quelli burocratici legati alle procedure del tribunale: «A Milano – rivela Petrucci – queste procedure non si riescono a portare a termine prima di sei mesi e per questo speriamo ancora di poter giungere ad una restituzione senza dover avviare l’azione legale».

L’agonia Per i lavoratori dell’Elettrocarbonium, insomma, le prospettive sono pessime. Ma se la situazione dovesse realmente precipitare saranno in molti, non solo Michele Monachino, a dover dare più di una giustificazione.

 

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