Elettrocarbonium, sciopero interrotto

Terni, i sindacati e i lavoratori decidono di non farsi più usare come ostaggio e di non concedere uteriori alibi all’azienda

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di M.T.

Come previsto, la riunione dedicata all’Elettrocarbonium che si è svolta venerdì mattina al Ministero dello sviluppo economico e organizzata dal dirigente Giampietro Castano, si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto. E l’agonia continua. Almeno per altri sette giorni.

elettrocarbonium assemblea 4 marzo68 lavoratoriSette giorni Perché alla fine – visto che le parti in causa non c’erano e la faccenda si è trasformata in un dialogo sui massimi sistemi – ad Sgl Carbon e Elettrocarbonium verrà semplicemente recapitato un avviso di scadenza: hanno un settimana per trovare un accordo definitivo e poi presentarsi al Ministero per far sapere di che si tratta». Difficile.

Assenti e presenti Difficile perché venerdì mattina alla presidente e al vice presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e Fabio Paparelli; al sindaco e all’assessore allo sviluppo economico del Comune di Narni, Francesco de Rebotti e Marco De Arcangelis; Giampietro Castano e ai rappresentanti dei sindacati è apparso chiaro che se si vuole davvero provare a salvare la faccia, bisogna cambiare cavallo. Quello che è stato lasciato libero di correre fino ad oggi, infatti, appare decisamente imbolsito.

Possibili alternative Un elemento di novità, infatti, dalla riunione sarebbe comunque emerso: la ‘continuità produttiva’ a cui si è sempre fatto riferimento – soprattutto a proposito dei lavori di bonifica che sono stati ufficialmente approvati nella conferenza dei servizi della scorsa settimana – va intesa in senso decisamente più ampio: si deve iniziare a pensare – e forse al Mise ci hanno già ampiamente pensato – ad andare oltre gli elettrodi di grafite.

ElettrocarboniumLa nota Istituzioni e sindacati hanno inviato una nota unitaria, nella quale si legge che «non c’è più tempo per assistere a schermaglie tra le due aziende. Una soluzione deve essere trovata entro pochi giorni, augurandosi che sia possibile la continuità produttiva. Le istituzioni interverranno a tal proposito, per garantire la continuità ed il ripristino di servizi che potrebbero compromettere la ripresa produttiva. Qualora entro il prossimo 11 marzo non sarà trovata una soluzione di continuità produttiva, verrà convocato sollecitamente, presso il Mise, il confronto con Sgl e Sgl in liquidazione che sono responsabili della dismissione produttiva e proprietari degli impianti e degli immobili. Obiettivo di tutti resta ora non solo la ripresa produttiva con gli imprenditori oggi presenti e/o con altri che eventualmente si manifesteranno, ma soprattutto la possibilità di avere una concreta prospettiva di lavoro. Le istituzioni restano impegnate per favorire ogni positiva ed utile soluzione che risponda ai due obiettivi suddetti. In questo quadro confermano tutti gli impegni già assunti e tutto il sostegno possibile alla ripresa produttiva. I soggetti scriventi chiedono infine alla società Elettrocarbonium l’impegno a riconoscere gli emolumenti pendenti nei confronti dei dipendenti».

elettrocarbonium assemblea 4 marzo57Nuove strategie Da parte del Ministero, insomma, si è chiarito – anche a chi non appariva convinto – che di tempo da concederea Monachino non ce n’è più: che Elettrocarbonium deve intanto pagare gli arretrati ai lavoratori ed ai fornitori e poi dire una volta per tutte se è in grado di andare avanti o se si arrende. Mentre Sgl Carbon deve garantire di manternere invariate le condizioni favorevoli di cessione delle aree anche ad altri imprenditori. Tempo per giocare non ce n’è più.

Impianti fermi Anche perché sul fatto che l’Elettrocarbonium sia intenzionata a smobilitare, ormai, sono in pochi ad avere più dubbi: è stata spenta anche la caldaia che serve per riscaldare l’olio con il quale si scioglie la pece utilizzata nella lavorazione degli elettrodi. La ditta che la le gestisce e che è in arretrato con le riscossioni, ha spento tutto.

Sciopero interrotto L’assemblea che si è svolta nel pomeriggio in fabbrica, intanto, ha deciso di interrompere lo sciopero – i sindacalisti hanno spiegato ai lavoratori che avrebbero rischiato di andare anche incontro a problemi di carattere contributivo – anche perché Monachino avrebbe annunciato di aver disposto il pagamento delle spettanze arretrate con valuta venerdì. Lunedì si rientrerà in fabbrica, ma se non ci saranno riscontri, si potrebbero decidere ulteriori iniziative.

 

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