Elezioni regionali: «Analisi sul software»

Una mozione di Claudi Ricci ricorda i dubbi di incostituzionalità della legge dell’Umbria e punta anche a capire come ha funzionato la trasmissione dei dati al Ministero dell’interno

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Si riaccende il dibattito sulla legge elettorale. A ritirare fuori la questione, dopo la querelle tra l’ex vice presidente della regione Umbria Carla Casciari e Giuseppe Biancarelli, rappresentante della lista Umbria più uguale, finita al Consiglio di Stato che, dopo sei mesi dall’insediamento del consiglio regionale, ha assegnato il seggio all’ex assessore, è ora il consigliere di centro destra Claudio Ricci.

Sindaci E lo fa presentando una mozione che mira ad attivare le procedure necessarie per modificare l’attuale legge elettorale, «sulla quale pendono – si legge nel documento – dubbi di incostituzionalità». Per Ricci la legge elettorale regionale dovrebbe essere come quella attraverso cui si eleggono i sindaci. Elezione diretta del presidente, dunque, con secondo turno se, al primo, nessun candidato ha raggiunto il 50 per cento più uno dei voti. Il nuovo modello di legge elettorale per Ricci dovrebbe poi prevedere il voto disgiunto, l’assegnazione dei seggi col sistema proporzionale e un premio di maggioranza del 60 per cento dei seggi assegnati alla coalizione del candidato vincente e, infine, un sistema che garantisca una distribuzione degli eletti consiglieri in tutta la regione individuando i collegi elettorali.

Governabilità «Fra i modelli di leggi elettorali attivati in Italia negli ultimi venticinque anni – spiega Ricci – quello dei sindaci appare il più aderente ai requisiti di chiarezza istituzionale e governabilità». L’ex sindaco di Assisi ritiene anche la crescente quota di non votanti, «ormai vicina al 50 percento», deriverebbe proprio da sistemi elettorali che no garantiscono un rapporto diretto e chiaro fra elettori ed eletti.

Software Non solo, attraverso la mozione, il consigliere chiede anche di sapere quale sia la società di software che ha realizzato e gestito i software elettorali, in particolare legati al trasferimento dati dai seggi elettorali comunali a quello centrale del Ministero dell’interno e quindi alle Prefetture, inclusa la valutazione dell’indice di affidabilità tecnica. «Nessuna richiesta insolita – tiene a precisare Ricci – dal momento che la mia natura di ingegnere mi porta naturalmente a cercare di capire il funzionamento di un meccanismo. E che il potere di sindacato ispettivo rientra a pieno nel mio ruolo di consigliere regionale per cui sono stato eletto. E’ una richiesta di informazioni nella massima trasparenza». Quello che è certo, assicura Ricci «è che se la mozione non verrà calendarizzata in tempi brevi, si trasformerà in interrogazione urgente alla Giunta».

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