Ex Novelli: «Progetto che non sta in piedi»

Il senatore Stefano Lucidi (M5S): «Non sono chiari quali siano i confini delle cessioni. Ministero, Regione e amministratori locali hanno gestito davvero male questa vicenda»

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Il senatore Stefano Lucidi

di Stefano Lucidi
Senatore del M5S

È arrivato alla fine il giorno in cui è stata chiesta le revoca della cessione fatta il 22 dicembre 2016 tra Novelli e Alimentitaliani srl, quelli che oggi vogliono comprare anche Alitalia!

A livello politico questo è un nuovo tassello, che mette ancora di più in evidenza, quanto siano state inadeguate le azioni delle amministrazioni e dei sindacati che non hanno avuto la lungimiranza di vedere quello che era sotto gli occhi di tutti, e cioè che questo progetto non stava in piedi, per almeno tre motivi.

Ad oggi non c’è ancora un piano industriale, il tutto confermato dal fatto che il tribunale di Castrovillari in provincia di Cosenza, ha concesso altri 60 giorni di proroga per la presentazione del nuovo piano concordatario per Alimentitaliani srl.

Ancora oggi, si continua a pensare ad Alimentitaliani srl, e quindi Saverio Greco, come amministratore unico della ex-Novelli, mentre invece esistono ben 3 società che gestiscono pane uova e cantine. Non sono chiari quali siano i confini delle cessioni e quali siano le competenze, cosi come era chiaro che il referendum promosso dai sindacati (!), processo estremamente discutibile, non ha trovato anch’esso i giusti limiti all’interno della 3 aziende. Ma nonostante questo, Comuni, Regione Umbria e sindacati non hanno mai chiesto chiarezza.

Ultimo motivo. L’azienda madre, il Gruppo_Novelli, è fallita, aspetto questo non di poco conto perché le sorti di quella realtà sono state decise in un luogo politico, il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza della Regione Umbria e dei Comuni coinvolti, e dire che le amministrazioni locali, comuni e regione, e i sindacati hanno gestito questa vicenda in malo modo, è un eufemismo.

È evidente che si apre ora una nuova fase intorno questa realtà, con una “proprietà” non completamente legittimata, fatto questo che potrebbe avere delle ripercussioni anche su clienti e fornitori.

Ministero, regione e amministratori locali hanno gestito davvero male questa vicenda.

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