Finte nozze a Terni, tre assoluzioni per ‘tenuità’ del fatto

Nel 2018 erano stati denunciati in dieci. Alcuni hanno patteggiato. Gli ultimi imputati – fra cui i due organizzatori – hanno beneficiato dell’articolo 131 bis del Codice penale

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Nel gennaio del 2018, in dieci erano stati denunciati a piede libero dalla Digos ternana per aver messo in piedi, fino a pochi mesi prima, un ‘giro’ di finti matrimoni per consentire a diverse cittadine extracomunitarie di sposarsi con italiani compiacenti e quindi ottenere il permesso di soggiorno. Ovviamente la finalità del gruppo scoperto dalla polizia di Stato era quella di incassare belle somme di denaro dalle donne in questione – fino a 5 mila euro a ‘cerimonia’ – da spartire poi con il ‘marito’ di turno.

Ultimi imputati

Un sistema messo in piedi a Terni, in particolare, da un ternano ed un cittadino dominicano. A tutti era stata contestata la violazione delle norme sull’immigrazione: alcuni dei coinvolti, finiti a processo, in passato avevano patteggiato la pena o avevano ottenuto la ‘messa alla prova’ per vedersi estinguere il reato contestato. Venerdì il tribunale di Terni, giudice Massimo Zanetti, ha invece assolti gli ultimi tre imputati rimasti – fra cui i due ‘organizzatori’ principali – riscontrando la particolare tenuità del fatto in base all’articolo 131 bis del Codice penale. I tre – per i quali il pm aveva chiesto due condanna a due mesi di reclusione e un’assoluzione sempre per il 131 bis – erano difesi dagli avvocati Massimo Oreste Finotto, Francesco Mattiangeli ed Enea Ciri. Un’assoluzione consentita anche dall’incensuratezza dei coinvolti.

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