Fratture al femore: Perugia ‘eccellente’

Qualità delle cure e numeri positivi per il reparto di ortogeriatria: aumento degli interventi del 20% per la frattura del femore

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Sono stati quasi 700, nel 2017, il numero dei ricoveri e degli interventi chirurgici al femore al reparto di ortogeriatria dell’ospedale di Perugia.

I numeri

Sono questi i dati diramati in una nota dell’azienda ospedaliera che fa il punto sui servizi ai pazienti over 65 ricoverati al Santa Maria della Misericordia che, tra il 2016 e il 2017, sono aumentati del 20%. Il dato è emerso durante il corso di formazione dei professionisti del team ortogeriatrico che si è svolto mercoledì mattina presso la sala convegni  ‘Rita Levi Montalcini’.

Il convegno

«Nell’anno passato il 96% dei pazienti è stato sottoposto ad intervento chirurgico e nel primo semestre del 2018 la percentuale è arrivata al 98%, di cui il 71 % operati entro  le 48 ore dall’arrivo in ospedale – spiega la professoressa Carmelinda Ruggiero, responsabile della struttura semplice di ortogeriatria -. Questo risultato, in linea con le raccomandazioni ministeriali, è il frutto della collaborazione e integrazione dei professionisti  coinvolti nella gestione del paziente anziano o fragile, geriatri, anestesisti e ortopedici».

Interventi chirurgici

Sempre dal convegno è emerso un altro dato significativo relativo all’abbassamento della mortalità intra ospedaliera, rimasto stabile al 3% e quella a 30 giorni, pari al 5,6%, in linea con la  media nazionale. «La gestione ortogeriatrica – sottolinea il professor Auro Caraffa direttore della struttura di ortopedia e traumatologia del Santa Maria della Misericordia – ha contributo ad aumentare gli interventi chirurgici entro 48 ore ed a ridurre la degenza media, che è passata da 10,4 giornate nel primo semestre 2016 a 9,5 nel primo semestre del 2018, un dato apparentemente contenuto ma significativo, se si rapporta all’incremento del numero di ricoveri ed interventi». 

Qualità dell’offerta

Sulla appropriato utilizzo delle risorse sanitarie  si è soffermata la professoressa Patrizia Mecocci  direttore della struttura di geriatria. «L’ortogeriatria – ha detto – ha migliorato  la qualità dell’assistenza offerta agli utenti, come dimostrato dall’aumento della riduzione di mortalità e dalle migliori condizioni cliniche con cui i pazienti vengono dimessi, così dimezzando anche i trasferimenti verso altri reparti e riducendo del 33% le consulenze».

Pazienti anziani

«L’ortogeriatria è modalità assistenziale che sicuramente migliora la gestione del rischio clinico pre-operatorio dei pazienti – ha concluso infine Fabio Gori, responsabile della struttura di anestesia e rianimazione – consentendo una più lineare integrazione tra specialisti e una maggiore espressione delle competenze e, quindi, del ruolo dei professionisti. Nonostante il poco tempo dall’introduzione, il modello organizzativo-assistenziale ortogeriatrico sembra far convergere le cure offerte ai pazienti anziani con frattura di femore verso livelli di elevata qualità».

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