Gesenu, Barelli: «Problemi ereditati»

Perugia, il vicesindaco: «L’assessore non può controllare, solo programmare politiche. Abbiamo chiesto all’azienda discontinuità»

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di P.C e L.P.

La tempesta che, per la seconda volta nell’arco di dodici mesi, ha investito la Gesenu non spaventa più di tanto l’amministrazione comunale che, in una nota ufficiale, nelle scorse ore si è limitata ad esprimere piena fiducia nell’operato della magistratura chiamata a fare chiarezza sui reati contestati dalla Direzione distrettuale antimafia perugina a quattordici indagati e che hanno portato ai domiciliari il direttore tecnico Giuseppe Sassaroli.

Il vicesindaco Barelli a Balanzano

Il vicesindaco Barelli a Balanzano

‘Spazzatura d’oro’ Reati inquietanti quelli descritti nelle 132 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Alberto Avenoso e che portano a supporre l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla gestione illecita di rifiuti, inquinamento ambientale e numerose violazioni alle prescrizioni delle autorizzazioni ambientali. Servizi pagati dai cittadini e forse mai effettivamente erogati nell’ambito di un raggiro che avrebbe coinvolto 24 comuni in quella regione considerata, da sempre, cuore verde d’Italia. E se da un lato l’opposizione formata dal Movimento 5 Stelle chiede a gran voce le dimissioni di tutti, il vicesindaco e assessore all’ambiente Urbano Barelli, ambientalista di vecchia data, si dice neanche troppo spaventato. «Preoccupato sì, spaventato no. Manteniamo un basso profilo, siamo tutti stati svegliati in modo brusco l’altra mattina».

Nessuna sorpresa Presente a uno degli incontri organizzati all’Arci di Balanzano per spiegare ai cittadini la ‘rivoluzione’ che l’introduzione della tariffa puntuale e della raccolta porta a porta, quando sarà allargata a tutta la città, porterà a beneficio della città, il vicesindaco non si sottrae alla platea dei cittadini, pochi in realtà, che sono andati a sentire quali sono i progetti dell’amministrazione comunale in tema rifiuti. Perché i progetti, nonostante lo scandalo Gesenu, ci sono e andranno avanti e, anzi, l’inchiesta giudiziaria permetterà di azzerare quanto di sbagliato è stato fin qui fatto e ripartire da zero. L’associazione per delinquere prefigurata dalla magistratura, «preoccupa più che spaventare – dichiara il vicesindaco – Ora si tratta di capire che cosa è successo, abbiamo dato mandato a Gesenu di fare tutte le verifiche rispetto alle circostanze segnalate dall’autorità giudiziaria. La vera preoccupazione è che il cittadino non dia più fiducia a Gesenu e all’ amministrazone e non faccia la raccolta differenziata. Per noi è questo il problema, la nuova Gesenu fatta di nuovi soci e di discontinuità rispetto al passato ha tra i suoi obiettivi una raccolta differenziata spinta e la tariffazione puntuale, per far vedere al cittadino dove vanno a finire i suoi rifiuti».

Blitz a Borgogiglione

Blitz a Borgogiglione

Problemi ereditati Chissà se i cittadini hanno ancora voglia di sapere che fine fanno i loro rifiuti. A due anni e mezzo dall’insediamento della nuova giunta Barelli difende l’operato del comune: «Noi questo problema lo ereditiamo, lo scopriamo adesso che stavamo avviando una nuova stagione. I reati contestati affondano le radici nel 2009, alcuni si protraggono fino al 2013 altri fino al 2015. Solo adesso siamo in condizione di ritarare un nuovo servizio. Questa tempesta giudiziaria può solo accelerare questo processo di rinnovamento. Se ci sono stati problemi verranno messi in evidenza e noi su questo lavoreremo per migliorare il servizio. Ne erano consapevoli tutti, anche la precedente amministrazione, solo noi abbiamo avuto l’ardire per cambiare le circostanze».

I ruoli Ma come è possibile che il Comune, socio di minoranza con il 45% delle quote, poteva non sapere cosa accadeva all’interno di un’azienda che gestisce un servizio così delicato e importante per il territorio? «Il Comune non è mica la polizia ambientale – commenta il vicesindaco – Il ruolo di un assessore non è quello di controllare le partecipate, salvo ci sia una delega specifica, quanto piuttosto di impostare le politiche dell’amministrazione. Non spetta all’assessore Barelli andare a controllare la discarica di Pietramelina o quella di Borgogiglione, per capirci. Il funzionamento delle partecipate può rientrare nei compiti dell’amministrazione, però è limitato al funzionamento della partecipata stessa, cioè i soci, l’assemblea dei soci , il cda, il subentro del nuovo socio a posto di quello vecchio. Tutte cose che noi abbiamo chiarito. Dopo che per 30 anni la Gesenu è stata creata e gestita dal socio privato Cerroni, ritenuto imbarazzante da tutti, all’unanimità, anche grazie al fatto che si era complicata la situazione noi siamo riusciti a sostituirlo con un socio nuovo che ci ha consentito anche di poter arrivare alla revoca dell’interdittiva che non era affatto scontata».

Manlio Cerroni

Manlio Cerroni

Un socio imbarazzante, dunque, quello stesso Cerroni che l’anno scorso si accomodava in platea durante un convegno organizzato da Comune, Gesenu e Arpa mentre i cittadini venivano invitati a rimanere fuori. E allora perché non riportare la partecipata in mano pubblica? «Come dire, con i soldi degli altri si poteva fare anche questo, con i soldi che abbiamo noi non si poteva fare. Io ho ripetutamente detto anche in consiglio comunale, al tavolo di costituzione dell’Auri e anche davanti alla Regione, ho chiesto se c’era interesse a fare una cordata per rilevare la quota privata di Gesenu. Nessuno ha mai risposto, nessuno ha mai battuto un colpo». E su questo l’amministrazione non poteva fare nulla se, come è vero, ancora oggi Barelli dichiara di non sapere con certezza a quanto Cerroni abbia venduto il 55% di Gesenu al nuovo socio privato Paoletti. «Anche fossero stati 5 milioni di euro – dichiara – sarebbe stato un problema. In linea di massima la maggioranza pubblica in un servizio come quello dei rifiuti non è sempre una garanzia. Roma ne è la testimonianza: lì governa il Movimento 5 Stelle, c’è una partecipata pubblica al 100% del comune di Roma e il disastro dei debiti continua nonostante l’arrivo della Raggi che, sembra, abbia delle proposte risolutive ma che, di fatto, risolutive non sono. Tutti i consigli che il M5S di Perugia dà al comune di Perugia potrebbe rivolgerli al proprio sindaco, a Roma o a Livorno. Terni pure insegna che un servizio totalmente pubblico non significa, per forza, un servizio efficiente».

La sede Gesenu

La sede Gesenu

Pubblico o privato? Ma sarebbe stato meglio riportarlo in mano pubblica oppure la questione non ha mai interessato l’amministrazione guidata da Romizi? «A noi non interessa se è pubblico o è privato. A noi interessa un servizio di qualità per la città. In ogni caso l’Auri è stata costituita proprio per arrivare a un gestore unico, perché dopo che Cerroni ha lasciato ci sono comunque una miriade di gestori diretti o indiretti. La frammentazione è una questione di debolezza e proprio per questo la Regione preme per arrivare a un unico gestore». Tanti gestori ma poi ai bandi si presenta una sola azienda? «Bè noi non c’eravamo, noi abbiamo ereditato questa situazione». E perché sono stati conservati gran parte dei dirigenti? «Quello è un problema delicato, noi abbiamo fatto una rotazione anche rischiando, perché questo significa che la macchina amministrativa si inceppa per 4 o 6 mesi. Forse questa rotazione non ha funzionato, forse si poteva fare di più? Non lo so, forse sì. Però abbiamo ereditato non solo i dirigenti ma anche 35 milioni di anticipo di cassa, cioè di buco. Quindi abbiamo lavorato un anno e mezzo per coprire questo buco, per evitare il dissesto. Rimediata questa cosa ci siam resi conto di non avere disponibilità di nominare dirigenti oltre quelli che abbiamo».

discarica-gesenuRotazione dirigenti Soldi per nuovi dirigenti, dunque, non ce ne sono mai stati e, a furia di far ruotare quelli interni, alla fine sempre quelli sono. «Le nomine sul cda Gesenu hanno contribuito a portare al miglioramento dell’azienda, abbiamo ridotto del 10% la Tari, in piena bufera giudiziaria abbiamo fatto progetto ‘Raccoglincentro’ che ha portato la differenziata in centro storico dal 59% al 68%, alzando la qualità della stessa e introducendo un nuovo sistema più decoroso. L’82% degli utenti oggi si ritiene soddisfatto di questo servizio. Noi abbiamo chiesto discontinuità,  ho sempre detto bonifichiamo e rilanciamo l’azienda che dà lavoro a 400 persone, 800 con l’indotto. Ha un’esperienza importante nel settore dei rifiuti, se pur con i suoi limiti, noi siamo i primi a chiedere alla magistratura di fare giustizia, siamo arrivati adesso ma l’abbiamo sempre detto, ci serve per azzerare tutto e ricominciare. Il nostro obiettivo è fare una Gesenu di qualità. Questo significa discontinuità interna, bonifica, qualità, eccellenza nella gestione dei rifiuti».

Obiettivi «Quando siamo arrivati noi  – conclude il vicesindaco – abbiamo fatto approvare un nuovo piano industriale, non era mai stato fatto, serviva anche a migliorare la qualità dei siti in cui Gesenu gestisce i rifiuti. Gli impianti che abbiamo ereditato sono vecchi e obsoleti, da rifare. C’è un ipotesi di investimento importante che è stata bloccata con l’arrivo dell’interdittiva, si sono persi 2,4 milioni di finanziamenti regionali per il revamping di Pietramelina e si è dovuto rimandare tutto alla revoca del provvedimento che c’è stata solo di recente. Adesso c’è un piano industriale importante su cui lavorare, che porterà a migliorare la qualità degli impianti, affiancare la capacità di miglioramento della raccolta differenziata come è stato fatto in centro storico e ampliare questo modello al resto della città. Noi siamo determinati ad andare avanti nella raccolta differenziata, un vero e proprio patto civico con i cittadini. Noi riduciamo la Tari del 10% e non è una cosa da tutti i giorni. Ci rendiamo conto che il sistema va modificato, noi cominciamo con l’abbassare la tassa voi, cittadini, aiutateci nel continuare a farla e a migliorare l’aspetto della nostra città».

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