Giornale dell’Umbria: «Siamo preoccupati»

Il Comitato di redazione e il personale poligrafico – in sciopero giovedì e venerdì – lanciano nuovamente l’allarme

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del Cdr del Giornale dell’Umbria e del personale poligrafico

Il comitato di redazione del Giornale dell’Umbria, anche a nome del personale giornalistico e poligrafico ancora costretto allo sciopero nelle giornate di giovedì e venerdì (il personale del Giornale dell’Umbria è in stato di agitazione da oltre due mesi e ha proclamato 11 giorni di sciopero, di cui uno già effettuato il 6 novembre, mentre i restanti saranno programmati nelle prossime settimane), a causa del permanere di una difficilissima situazione economico-finanziaria, gestionale e organizzativa della testata (che sempre più spesso conduce a carichi di lavoro eccessivi a scapito della qualità), esprime nuovamente grande preoccupazione per l’estrema incertezza circa le sorti del giornale e dei suoi dipendenti e ricorda che:

Ad oggi, superando le consuete scadenze, non sono pervenuti né gli stipendi di novembre né le tredicesime maturate, mentre si fa sempre più concreto il rischio di non percepire neppure le retribuzioni di dicembre il prossimo mese di gennaio.

Si susseguono fatti e scelte della proprietà, rappresentata dall’editore Giuseppe Incarnato, che non fanno altro che assestare duri colpi alla credibilità di una testata che, anche grazie al duro, responsabile e appassionato lavoro quotidiano del personale si era conquistata nel tempo un ruolo e una immagine assai apprezzati nel panorama informativo regionale. Ringraziamo quei lettori che, nonostante tutto, continuano a seguirci nelle edicole. Tra questi fatti per noi censurabili, l’ultimo è rappresentato da una incredibile intervista che l’editore ha rilasciato ad un sedicente giornalista su un sito internet.

Prosegue, nonostante i ripetuti inviti del Cdr a sospenderne l’uscita, la pubblicazione di periodici venduti separatamente in edicola e che i numeri testimoniano finora essere altamente improduttivi e in perdita. Scelte pedissequamente avallate da una direzione che per questo ed altri motivi legati ad una totale incomunicabilità con la redazione (vedi l’inqualificabile iniziativa della Caccia all’errore), è stata di recente sfiduciata dalla redazione stessa.

Prosegue perciò il depauperamento costante del Giornale dell’Umbria da un punto di vista delle risorse umane impiegate, dei contenuti e dei risultati economici. E anche dell’immagine.

La proprietà ha rinunciato formalmente, pur in una situazione difficile, ad introitare i contributi pubblici per il 2015; contributi ai quali è pero’ legata la corresponsione dei nostri stipendi che non arrivano. Scelta paradossale di fronte all’asserita disponibilità dell’editore di essere soggetto gestore di un fondo finanziario plurimilionario.

Si resta in attesa di una iniziativa pubblica di sottoscrizione di capitali a favore dell’azienda (fino a 10 milioni di euro) che l’editore ha convocato per il 18 dicembre in un prestigioso hotel perugino, a fronte della quale, ad oggi, non risultano pervenute alcune sottoscrizioni. Si ricorda che l’editore in una recente, formale riunione ha dichiarato espressamente che, anche in mancanza di sottoscrizioni esterne, lui stesso avrebbe provveduto alla onerosa ricapitalizzazione.

Continua a mancare ufficialmente un piano industriale ed editoriale che non è mai stato presentato.

A fronte di tutto questo (e molto altro si potrebbe aggiungere) che configura una situazione ormai insostenibile e prossima ad un “punto di non ritorno”

Auspichiamo la massima sollecitudine e vigilanza da parte degli organismi preposti in merito all’erogazione del contributo pubblico 2014, vitale per il pagamento degli stipendi.

Chiediamo che, di fronte a tale situazione, l’editore, la presidenza e il management dell’azienda, si assumano in modo chiaro e definitivo le proprie responsabilità.

Esprimiamo altresì profondo rammarico e forti perplessità per gli esiti della vendita della testata condotta nell’agosto scorso dalla precedente proprietà, visti gli accadimenti di questi mesi.

Chiediamo attenzione e vicinanza da parte delle istituzioni locali, del mondo dell’impresa regionale e delle sue associazioni di rappresentanza, di tutte le forze politiche e sociali e dei cittadini umbri che hanno a cuore la pluralità delle voci informative di questa regione e la sopravvivenza di un giornale che non merita di morire.

 

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