Giornalismo, la Chiesa rilancia i suoi media

Perugia, presentato il progetto del nuovo network di media ecclesiali. Giulietti: «In tempo di crisi dell’informazione c’è bisogno di buone notizie»

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La chiesa umbra rinnova il suo network dell’informazione. È stato presentato alla stampa, nella sala Francesco del palazzo arcivescovile, il progetto di rilancio dei media ecclesiali promosso dalla Commissione regionale per le comunicazioni sociali della Ceu. «La gente ha voglia di comunicazione costruttiva che aiuti ad affrontare la realtà con fiducia e ottimismo – ha commentato il vescovo ausiliare di Perugia e Città della Pieve, mons. Paolo Giulietti, presentando la mission del rilancio – perché una comunicazione che semina sospetto e sfiducia non aiuta».

Il network Il progetto – che crea una stretta interazione tra Umbria Radio, il settimanale La Voce, gli uffici stampa diocesani e il quotidiano online cattolico nato circa tre mesi fa www.umbriaoggi.news – nasce dalla convinzione che «ormai bisogna muoversi su più registri, quello dell’immediatezza della notizia e quello dell’approfondimento, che sono complementari». L’idea, ispirata all’invito del Papa a «comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo dove c’è fame di buone notizie», è stata illustrata dal vescovo ausiliare Giulietti, con gli interventi dei presidenti dell’Ordine regionale dei giornalisti dell’Umbria, Roberto Conticelli, e del Corecom Umbria, Marco Mazzoni.

L’INTERVISTA A PAOLO GIULIETTI – IL VIDEO 

Collaborazione La caratteristica del nuovo network è, negli intenti, la collaborazione e il lavoro di squadra, alle quali fa riferimento anche la deontologia dei giornalisti nella ‘Carta di Firenze’. La Voce e Umbria Radio, ad esempio, portano avanti insieme da alcuni mesi l’iniziativa della ‘Domenica fuori porta’, dedicata alle comunità locali, in primis quelle di periferia. Gli uffici stampa diocesani, invece, oltre a tenere i rapporti con i media laici, contribuiranno alla realizzazione di servizi per il sito internet.

Giornalismo e crisi La conferenza di presentazione del progetto, denominato ‘Progetto Giulietti’ perché a portarlo avanti è stato proprio il vescovo vicario, è stata anche occasione per parlare della crisi che da anni attanaglia il giornalismo, in particolar modo quello locale, per il ridimensionamento delle redazioni. «Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo – ha detto il direttore de La Voce, Maria Rita Vitali – è un compito non facile in questo tempo caratterizzato da crisi economica, crisi del lavoro, crisi dei valori da cui sembra non intravvedersi ancora l’uscita. Parlare dell’informazione locale oggi è come fare un bollettino di guerra in cui si contano morti e feriti e nessun vincitore. Oserei dire che l’invito del Papa giunge a delle persone, i giornalisti, che faticano a guardare con speranza al loro futuro». Il giornalismo locale è definito «un elemento fondamentale della vita sociale, culturale, politica della regione» e anche per questo il rinnovamento dei media cattolici punta ad essere un «segno di speranza, una scommessa sul futuro».

«Bisogno di buone notizie» In tempo di crisi, secondo Giulietti, fondamentale è la qualità dell’informazione: «Il problema non sono solo o tanto le ‘fake news’, cioè le notizie intenzionalmente false o parziali, ma anche le cattive notizie, spesso ricercate con cura, offerte con costanza e presentate con enfasi o, come si dice in gergo ’strillate’». Per avere più lettori e ascoltatori e quindi anche più proventi pubblicitari, dunque, la strada indicata anche dal Papa è quella di dare spazio alle ‘buone notizie’.

L’INTERVISTA A ROBERTO CONTICELLI – IL VIDEO 

Giusta retribuzione Non solo qualità dell’informazione, ma anche giusta retribuzione, è invece secondo Roberto Conticelli il modo per ricominciare a vedere la luce in fondo al tunnel. «Rientriamo nell’ambito di una crisi che è nazionale e che vede purtroppo molto editori ritenere che il lavoro giornalistico possa essere pagato al di fuori dei contratti giornalistici nazionali – ha commentato il presidente dell’Ordine – Io ritengo sia una strada sbagliata, il giornalista che non viene retribuito è colpito nel suo essere testimone del suo tempo. La crisi economica che ha attraversato il nostro mestiere non può essere un alibi per svilire e il lavoro giornalistico e sottopagarlo». In questo, la legge regionale sull’editoria avrà un ruolo importante: «Mi auguro che non dia contributi a pioggia ma entri dentro il mestiere con regole certe e che quando andrà a dare un aiuto economico lo faccia tenendo conto della singola realtà. Io non darei contributi a chi ha licenziato o comunque andrei a capire bene le ragioni dei tagli».

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