‘Giorno della memoria’: «Creare antidoti»

74 anni fa la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Le parole del prefetto di Terni Paolo De Biagi: «Conoscere e ricordare affinché non accada mai più»

Condividi questo articolo su

Condividi questo articolo su

Andra e Tatiana (Liliana) Bucci, due superstiti – entrarono da bambine, i sopravvissuti tra i più piccoli furono pochissimi – alle persecuzioni del popolo ebraico e della massiccia deportazione nei campi nazisti. Il loro racconto attraverso il film di animazione ‘La Stella di Andra e Tati’, il primo film europeo sull’Olocausto, da far vedere agli studenti del ‘Tacito’, ‘Galilei’ e ‘Angeloni’ presenti in prefettura in occasione del ‘Giorno della memoria’: così, dopo le parole del prefetto Paolo De Biagi, è stato aperto l’appuntamento a palazzo Bazzani per ricordare la 74° ricorrenza della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.

Il messaggio del prefetto: «Inferno di terrore e violenza»

«Sono passati 74 anni da quel 27 gennaio 1945, quando le truppe – l’introduzione di De Biagi di fronte ad autorità civili e militari, oltre che gli studenti – dell’armata russa marciando verso Berlino raggiunsero Auschwitz e aprirono i cancelli del campo di concentramento, spalancando le porte su un inferno di terrore e violenza. Costò la vita a milioni di persone, in massima parte ebrei ma anche appartenenenti a minoranze indesiderate. Ma furono molto di più le persone coinvolte in questa terribile tragedia, in tanti contribuirono a mantenere un atteggiamento passivo fingendo di non vedere».

L’importanza del ricordare

«Ciò che è avvenuto – pensiero ai più piccoli – allora non è frutto di un destino superiore ineluttabile, ma del comportamento di uomini come noi e delle loro azioni. In qualche modo fecero diventare normale quello che non era e non potrà mai essere: alimentarono la diffidenza, l’ostilità e il rifiuto per ciò che era diverso. Siamo chiamati a fare memoria, conoscere e ricordare per creare gli antidoti affinché non si possa più ripetersi; ciò significa trasferirla alle generazioni più giovani, ne devono avere contezza». Ad entrare nel dettaglio di quel periodo è stato il professore Fausto Dominici del ‘Tacito’.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli