I dirigenti scolastici arrivano in Senato

Anche l’Umbria a Roma, in settima commissione ‘cultura e lavoro’, per discutere di sicurezza nelle scuole

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I dirigenti scolastici umbri, martedì primo agosto a Roma, sono stati ascoltati in settima commissione congiunta cultura e lavoro di Camera e Senato, dove si sta discutendo la revisione del Decreto legislativo 81 sulla norme in materia di sicurezza.

L’Umbria Il movimento di protesta che dall’Umbria ha preso le mosse, ha ormai allargato i suoi confini, e attraverso il web sono già state raccolte oltre 2300 firme (su poco più di 5 mila dirigenti scolastici in servizio) in tutta Italia, di cui 114 dirigenti umbri, per chiedere con forza la modifica del Decreto 81 che, in materia di sicurezza, equipara i dirigenti scolastici ai datori di lavoro.

LETTERA APERTA SULLA SICUREZZA DELLE SCUOLE

I prefetti Rita Coccia e Silvia Mazzoni hanno rappresentato le rivendicazioni dei dirigenti scolastici, al di là delle sigle sindacali, delle appartenenze politiche e delle varie estrazioni culturali: «I dirigenti sono uniti e compatti, tengono al benessere dei propri studenti e del personale, ma non sono più disposti a caricarsi sulle spalle responsabilità improprie». Hanno ribadito con forza che «saranno i prefetti a decidere se le scuole riapriranno o meno a settembre, così come hanno ribadito la necessità di un decreto legge estivo che sganci i dirigenti dalle responsabilità previste dalla legge». Lo hanno chiesto a nome dei dirigenti di tutta Italia «che continuano a firmare e a sostenere la battaglia per una scuola più sicura».

«Uniti e compatti» Sul fronte interno, ad oggi, «pochissime le risposte di Comuni e Province alle richieste di certificazioni, e nel frattempo sono stati informati i presidenti dei consigli di istituto sullo stato delle mancate certificazioni, al fine di coinvolgere anche la componente genitoriale della scuola». In questa battaglia i dirigenti sono «uniti e compatti» e si sono già autoconvocati per la fine di agosto «per decidere strategie nuove ed incontrare i politici locali e i prefetti».

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