Decolla il progetto delle Terme di San Gemini: «Servono 120 mila turisti l’anno e più posti letto»

È stato presentato in un convegno organizzato dal Comune, alla presenza di imprenditori e istituzioni

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«Per far sì che il progetto termale che abbiamo in mente si realizzi, è necessario che almeno 120 mila turisti raggiungano San Gemini e servono più posti letto, oltre ad alcune infrastrutture, perché quelli disponibili non sono sufficienti. L’azione deve essere di sistema, con il privato e le istituzioni insieme, anche con un accordo di programma come stiamo facendo a Salice Terme (Pavia, ndR)». Massimo Caputi, presidente di Terme Italia Srl e di Federterme-Confindustria ha illustrato alcuni dei contenuti del progetto nato con l’acquisizione, lo scorso maggio all’asta, del Parco delle Fonti di San Gemini da parte di Terme Italia. L’occasione è stata rappresentata dal convegno, organizzato dal Comune di San Gemini e che si è tenuto venerdì pomeriggio, intitolato ‘Ambiente, cultura, turismo, benessere, outdoor – Un nuovo modello di sviluppo è possibile’.

San Gemini: Parco della Fonte venduto all’asta ai ‘big’ di Saturnia e Chianciano

«Due/tre anni per realizzare l’idea. Ma serve uno sforzo di sistema»

L’investimento privato previsto è di circa 20 milioni di euro. «In Italia – ha detto Caputi – esistono 300 terme con 290 diversi proprietari. Questo schema è destinato a fallire, non c’è alcuna speranza. Noi, come Terme Italia, in due anni abbiamo messo insieme i maggiori brand nazionali: Salice, Chianciano, Saturnia, una parte di Salsomaggiore, Milano con un investimento di 55 milioni di euro per la creazione di un unico polo termale, e poi San Gemini». L’idea di creare una nuova struttura termale nel borgo del Ternano – ha aggiunto – «è nata da un mio grande amico, un manager umbro. Abbiamo deciso di procedere all’acquisto prima ancora che vedessi le strutture delle Fonti di San Gemini. Poi le ho visitate e posso dire che sono bellissime. Il borgo mi ricorda ciò che è Montemerano per Saturnia, ma qui c’è una realtà sicuramente più dinamica. Per far funzionare ciò che abbiamo in mente servono almeno 120 mila presenze l’anno, in pratica la metà delle 229 mila che ogni anno visitano il Ternano. E poi serve un grande sforzo di sistema – ha chiarito Caputi – perché le terme devono poter lavorare tutto l’anno e le infrastrutture sono decisive. Penso ad esempio, e non me ne voglia Anas, alla superstrada E45 che è interessata da lavori praticamente tutto l’anno e percorrerla non è semplice, ma penso soprattutto ai posti letto. Quelli disponibili non sono sufficienti ed è un discorso che riguarda l’Umbria nel suo insieme. In Toscana si è ovviato con gli agriturismi, vedremo se anche qui sarà possibile». Circa il progetto che interesserà il Parco della Fonte di San Gemini, «e che speriamo di realizzare in due/tre anni», Caputi ha spiegato che «ci saranno aree indoor e outdoor, vasche, strutture spa/wellness e poi un parco avventura e anche un villaggio dedicato ai ‘nomadi digitali’, che non chiedono altro che avere a disposizione una connessione ad Internet. Accanto a ciò pensiamo che vada realizzato anche uno spazio per il food regionale, destinato anche ad ospitare eventi. Ciò che mi conforta è che non c’è nulla da demolire: bisogna solo ristrutturare l’esistente. Il progetto non è semplice ma l’ottica di sistema può essere raggiunta anche attraverso un accordo di programma come è stato fatto a Salice Terme».

Pnrr: pioggia di milioni anche in Umbria

I lavori, coordinati dal giornalista e scrittore Andrea Di Consoli, sono stati aperti dal saluto del sindaco di San Gemini, Luciano Clementella: «Abbiamo delle risorse straordinarie da valorizzare e tutelare e non sempre, nel corso degli anni, c’è stata la consapevolezza delle ricchezze di cui disponiamo. Anche il Covid ha contribuito a far capire che il benessere, il ‘bello’, spesso ce lo abbiamo sotto casa. Questa consapevolezza ci spinge a compiere azioni di valorizzazione che sono fondamentali per la nostra comunità e per tutto il territorio umbro». Luca Federici della direzione coordinamento Pnrr Regione Umbria ha poi delineato il quadro degli investimenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza: «In Italia la disponibilità è di 190 miliardi fra prestiti e sovvenzioni e ad oggi sono stati spesi 10/15 miliardi. Restano da spendere, in infrastrutture materiali e immateriali, circa 60 miliardi l’anno da qui al 2026. L’Umbria ad oggi ha intercettato fondi per 4,8 miliardi di euro e non c’è Comune che non benefici dei fondi Pnrr. Ad esempio in questa zona c’è il progetto ‘Cesi porta dell’Umbria e delle meraviglie’ che può contare sulla disponibilità di 20 milioni di euro, con gli interventi infrastrutturali già tutti avviati. Poi c’è un progetto PINqA denominato ‘Vivere l’Umbria’ che prevedere la riqualificazione di molte delle stazioni della ex Fcu, da riconvertire e valorizzare in ottica di social housing con Ater, tempo libero, servizi, punti di ristoro, mobilità alternativa».

Il sogno di Scassini: «Riportare l’acqua San Faustino sulle tavole»

A parlare alla nutrita platea è stato poi un altro imprenditore, il tuderte Giorgio Scassini che è presidente della BeFood, con sede ad Acquasparta, e che nell’estate del 2022 ha rilevato all’asta lo stabilimento delle acque minerali San Faustino di Massa Martana. «La mia è stata una scelta di cuore visto che ciò che ho realizzato negli anni, si trova in un raggio massimo di 20 chilometri da casa mia. Vedere lo stabilimento termale della San Faustino in quelle condizioni, abbandonato e in preda ai vandali, era avvilente. Oggi lo abbiamo sistemato e pulito ma i tempi per poter vedere di nuovo l’acqua San Faustino sulle tavole degli umbri e degli italiani, non saranno brevi. Perché uno stop di dieci anni (dal 2012 al 2022, ndR) non è cosa da poco per chi vuole ripartire, anche sul piano della burocrazia e delle autorizzazioni. Ma l’acqua è una risorsa straordinaria e sempre più preziosa, il nostro progetto industriale è chiaro e noto, per questo sono fiducioso che, grazie agli sforzi sin qui compiuti e a quelli da compiere, potremo vedere di nuovo rinascere le terme dell’acqua minerale San Faustino».

Agabiti: «Siamo sulla strada giusta»

L’imprenditrice umbra Maria Carmela Colaiacovo, presidente nazionale di Confindustria Alberghi, ha spiegato che, per sostenere un progetto come quello delle terme di San Gemini, sul piano della ricettività, «servono imprenditori che comprendano l’importanza di investire e che credano in questa idea. Gli agriturismi – ha aggiunto – sono sicuramente uno strumento utile, e lo hanno già ampiamente dimostrato in tante aree della nostra regione, ma per flussi come quelli pensati per San Gemini, servono infrastrutture e realtà anche di livello internazionale. San Gemini ha eccellenze ambientali e culturali di primo livello, ha un brand fortissimo ed è a pochi chilometri da Roma. Le condizioni per una svolta ci sono». Le conclusioni sono state affidate a Paola Agabiti, vice presidente della Regione Umbria e assessore regionale alla programmazione europea, bilancio, turismo, sport e cultura: «Siamo in un momento che ci pone davanti a sfide e occasioni – ha detto -. Finalmente abbiamo una progettualità che unisce i Comuni e la Regione. Continueremo ad investire per riqualificare i nostri borghi e a creare le condizioni perché i nostri giovani costruiscano le proprie vite qui, dove sono nati. Per fare ciò dobbiamo continuare ad investire nei servizi essenziali, come la scuola, i trasporti, la sanità sociale. E dobbiamo continuare a favorire chi vuole investire in Umbria e gli imprenditori che operano già qui. Sono convinta che le collaborazioni costruite ci porteranno lontano perché si può fare sempre di più, ma la strada intrapresa è quella giusta».


INTERVISTA VIDEO A MASSIMO CAPUTI (TERME ITALIA)

Massimo Caputi (Terme Italia): «Ecco come saranno le Terme di San Gemini» – Video

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