Immigrati a Terni: guerra Arci-Consulta

Continua il botta e risposta sulla gestione dell’accoglienza: le due associazioni sono ormai ai ferri corti

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Che fosse una frase destinata ad aprire un ‘dibattito’ era apparso chiarto fin da subito: il presidente di Arci Terni, presentando ‘Oronero’, l’olio prodotto con il lavoro volontario di trenta giovani migranti, aveva lanciato un messaggio chiaro alla Consulta degli immigrati, invitandola a«fare un salto di qualità e cambiare il proprio approccio. L’accoglienza resta un dovere – ha scandito il presidente di Arci Terni – ma lo è altrettanto il rigoroso rispetto della cultura e delle tradizioni di chi ti accoglie. Anche questo è un passo decisivo per una vera integrazione»

La Consulta Maria Hotico, che della Consulta è presidente, aveva replicato a brutto: «L’Arci prende in affitto un terreno del Comune, fa raccogliere le olive a dei ragazzi che sono arrivati da poco in Italia, non capiscono la lingua, non conoscono i propri diritti e sono in attesa della commissione per avere il permesso di soggiorno. Questi ragazzi non sono pagati e si afferma che è una attività di volontariato. L’Arci produce l’olio, lo vende non si sa dove e come, né dove vanno a finire i soldi o l’olio stesso. Ci domandiamo: che tipo di integrazione sarebbe questa? Raccogliamo comunque l’invito del signor Camuffo; la Consulta degli Immigrati di Terni dovrà fare uno ‘scatto in avanti’: dovrà tornare a chiedere di visitare le strutture di accoglienza, come aveva già fatto tempo fa senza avere risposte. Chiederà inoltre al signor Camuffo di dimostrare a tutta tutta la comunità ternana come vengono spesi i soldi dell’accoglienza».

La replica Sulla questione, adesso, torna l’Arci: «L’atteggiamento della Consulta per l’immigrazione di Terni – dice l’Arci – è quantomeno incomprensibile, e oltrepassa purtroppo il confine del ‘querelabile’. Da un anno aspettiamo un incontro operativo, dopo che avevamo avuto modo di confrontarci su questioni specifiche ricevendo anche proposte di ‘assumere’ qualcuno dei suoi membri. L’Arci non ha alcun problema nel ricevere tali sollecitazioni, è sempre auspicabile lavorare con le porte aperte e completamente disponibili alle collaborazioni, tanto più con cittadini di origine diversa da quella italiana, ma questa è la prassi quotidiana: oltre 10 persone collaborano con noi come traduttori o mediatori. Nessuno però, in questo momento, in ‘quota Consulta’».

«Bilanci pubblici» L’Arci, poi, specifica: «Riteniamo che non spetti alla Consulta il ruolo ispettivo che vuole assumere di volta in volta su casi particolari. Comunque sia i progetti, le gare e pure i bilanci sono tutti pubblici.
Nello specifico di OroNero si è tentato, in un’ottica assolutamente familiare, di ‘lavorare insieme’ per impiegare il tempo e imparare qualcosa nell’ambito educativo delle così dette competenze ‘non-formali’ e ‘informali’. A tutti i beneficiari che hanno partecipato (esclusivamente su base volontaria) verrà data l’opportunità di partecipare ad un corso di potatura di carattere laboratoriale ed in seguito ad un vero e proprio corso di formazione riconosciuto (come già fatto in passato)».

Il caporalato L’associazione spiega che «da noi le persone ricevono diverse opportunità di orientamento al territorio e formazione alla cittadinanza: scuola di italiano, volontariato, laboratori, tirocini formativi. Noi come organizzazioni del volontariato e del tempo libero abbiamo l’obbligo di proporre a chi arriva oggi nel nostro Paese quelli che riteniamo i cardini del nostro patto sociale: diritti, lavoro, partecipazione, mutualismo. Le accuse di caporalato sono veramente ridicole: produrre 136 litri di olio con un costo d’asta di 700 euro, più le spese per materiali e benzina significa rischiare (qualora le donazioni per l’olio fossero congrue) di andare in pareggio.
Parliamo di quantità di raccolto paragonabile a quello di una famiglia con pochi ulivi, che spesso vengono raccolte da coppie di anziani in meno di una settimana. Noi in 30 in circa trenta giorni: uno sfruttamento su base volontaria di proporzioni sicuramente abnormi. Il tutto in un quadro di applicazione del protocollo sul volontariato della Prefettura e del regolamento sulla gestione dei Beni Comuni di Terni e Narni».

Il messaggio L’auspicio dell’Arci è «che tale atteggiamenti da parte di un organismo democraticamente eletto come quello della Consulta non incentivino fenomeni di pregiudizio e ancor meno di xenofobia. E’ l’ultima cosa di cosa di cui i migranti hanno bisogno».

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