La Cisl ad Armillei: «Dialogo o dimissioni»

Terni, il segretario regionale, Celestino Tasso, replica con durezza alle esternazioni dell’assessore comunale

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di Celestino Tasso
Segretario regionale della Cisl

Quello scritto dal dottor Armillei in un post sul suo profilo Facebook e ripreso da umbriaOn mi lascia sconcertato. Ho letto e riletto più volte tale scritto per comprendere e farmi un’idea del motivo di tali affermazioni. Mi sono convinto che il tutto sia effetto di un bruciore che cova dentro e non riconducibile alla primavera incipiente o alla pioggia marzolina,

Il vecchio rimedio della nonna potrebbe tornare efficace, se i bruciori fossero gastrici: un bicchiere di acqua, una puntina di bicarbonato, due gocce di limone, una veloce mescolata e giù il tracanno rapido che porta ad un ruttino liberatore.

Non credo che questi siano i bruciori, di cui soffra l’assessore Armillei e che essi possano essere alleviati con un poco di bicarbonato. Penso, che tali bruciori siano di altra natura: culturali e politici.

Vediamo di essere chiari:
1) se il Documento unico di programmazione del Comune di Terni, in cui si stabiliscono gli obiettivi operativi e programmatici, abbia bisogno di un confronto con le parti sociali è una scelta della giunta (tutta) e del massimo rappresentante della città (il sindaco) e non dipendere dai succhi gastrici di un assessore. Scelta politica che non ha niente a che vedere con la stanca liturgia concertativa di fine secolo. Se la stanca liturgia vale per il sindacato figuriamoci per la politica. Il saper ascoltare, il sapersi confrontare, l’essere aperti a idee diverse che possono scaturire dal confronto di più soggetti non centra nulla con la concertazione, ma è legato all’intelligenza e all’apertura culturale e se entrambe difettano all’ora siamo di fronte ad un fenomeno di difficile gestione e comprensione: l’arroganza e questa non può essere curata con il bicarbonato.

2) Si afferma, da parte del dottor Armillei, che le vecchie formule istituzionali degli incontri tra esecutivo e sindacati sui documenti di programmazione sono da ritenersi superate e non consone. Affermazioni che possono essere condivisibili se si pone un altrettanta credibile alternativa che non sia quella del marchese del grillo.

3) Che il sindacato stia attraversando una crisi di rappresentanza può essere vero. Lo stesso sindacato è alla ricerca di nuovi modelli organizzativi per estendere, diffondere, riconoscere e tutelare diritti che con la precarietà del lavoro si vanno sempre di più assottigliando. Possono entrare in crisi i modelli o le sigle sindacali, ma non la concezione di sindacato stesso.

4) Ricordo al dottor Armillei che il sindacato nasce per tutelare i lavoratori, per rappresentarli, per ricercare condizioni migliori di vita e di lavoro, per promuovere la lotta alle vecchie e nuove disuguaglianze, per creare, insieme, prospettive migliori per chi ha e chi non ha lavoro. Le idee da sole non camminano se non ci sono gambe robuste che le facciano camminare, se non ci sono “uomini” che abbiano progetti chiari e trasparenti che abbiano a cuore non solo il profitto, ma il bene dell’intera comunità, che ragionino oltre all’ “io”, che la loro azione non si basi sempre sui “contro”, ma cresca e si sviluppi sui “per”.

5) Non so di quali “parrocchie” sia usuale frequentatore il dottor Armillei, ma all’assessore farebbe comodo leggersi la poesie del Cardinal Martini:

Profilo del sindacalista
Colui che si mette in leale rapporto con gli altri,responsabile dei diritti umani, capace di reggere l’utopia e di contagiare anche coloro con cui opera agli stessi suoi entusiasmi.
Sa essere presente e sa motivare le scelte, conosce il più possibile il lavoro di ciascuno e perciò è competente, cerca di capire e guarda all’essenziale.
Non ha preoccupazioni per propri interessi monetari e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza.
Preoccupandosi di ciascuno, difende non i soldi ma il valore delle persone, lottando anche per il giusto riconoscimento economico.

Personalmente mi ritrovo nel profilo tracciato per quello, che secondo il Cardinale Martini, dovrebbe essere il sindacalista. Essere al servizio degli altri è stata una mia scelta. Scegliere di impegnarmi nel mondo sindacale è stato un atto volontario e di coscienza.

Queste sono le radici su cui è cresciuto l’albero del mio modo di fare e intendere il sindacato. Radici che affondano negli insegnamenti che la mia famiglia mi ha dato e a cui mi sento obbligato a rispondere con coscienza, senza deroghe, sempre.
• Non avere mai preconcetti che possano inficiare il giusto giudizio.
• Non essere ostaggio di ideologie, ma apri la mente alle idee degli altri.
• Ascolta e sarai ascoltato.
• Sii paziente e perseverante e abbi sempre nel cuore e nella mente un progetto da condividere con gli altri.
• Se ricopri un posto di responsabilità ricordati sempre perché lo ricopri, chi ti ha delegato, i motivi per cui hai fatto la scelta e sii sempre pronto a lasciare l’incarico che ricopri a qualcun altro, se ti verrà, in qualsiasi momento, richiesto.
• Sii sempre onesto moralmente e intellettualmente con te stesso e con gli altri.
• Studia, leggi, perché devi essere sempre preparato e quello che conosci condividilo con gli altri.

Pensare al domani delle nuove generazioni di lavoratori, al loro futuro e a quello delle loro famiglie è un continuo tormento e dolore. Troppe sono le cose da fare e molte purtroppo spettano ad altri e la sofferenza aumenta sapendo che il tempo a disposizione per fare bene le cose che ci aspettano trascorre in maniera inesorabile. Cosa accadrà domani, quale futuro si presenterà per me e per i lavoratori ternani sono le mie inquietudini e la mia necessità di ricerca di risposte certe.

Un futuro fatto di certezze, un futuro basato sulla dignità di un lavoro e del lavoro aiutano l’uomo ad essere meno egoista e più disponibile a pensare agli altri con amore e non con diffidenza. Il futuro è, anche, prendere coscienza delle nuove ed emergenti disuguaglianze che ci vedono oggi protagonisti, non solo tra chi ha e non ha un lavoro, ma in questa società basata più sull’apparire che sull’essere la vera disuguaglianza è quella delle nuove generazioni che vedono precluso il loro futuro fatto di troppa precarietà e troppa flessibilità.

6) Il dottor Armillei è convinto che il sindacato sia una lobby. E’ una sua convinzione. Non sono, però, altrettante chiare le basi su cui tale affermazione sia fondata, ma essa genera dubbi (per la superficialità della dichiarazione) sulla correttezza e coerenza del suo mandato e sugli impegni assunti, non solo davanti alla giunta, al consiglio comunale, ma davanti a tutta la città di Terni. Come funzionario amministrativo del Comune di Terni il dottor Armillei può esimersi dall’iscriversi ad un qualsiasi sindacato, perché rientra nelle libertà di scelta di ogni singolo lavoratore.

7) Il dottor Armillei Giorgio ha nel suo mandato assessorile le seguenti deleghe: PROGRAMMAZIONE STRATEGICA – I.C.T. – SMART CITY – CULTURA E SERVIZI CULTURALI – UNIVERSITA’ e RICERCA – POLITICHE COMUNITARIE e FONDI EUROPEI – POLITICHE TERRITORIALI DI AREA VASTA. Un sacco di roba, di impegni, di oneri e onori.

E’ suo compito, onere e onore affinché le deleghe assegnate siano messe a frutto, rese efficienti ed efficaci per il bene della collettività e della città, sopportare anche una giornata uggiosa e reprimere il fastidio altezzoso che si può provare se si è “costretti” al confronto con noi “miserrimi” sindacalisti. C’è un’alternativa coerente: le dimissioni.

 

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