Lavoro in Umbria, legge allo studio

La proposta della giunta regionale presentata a prima e terza commissione: prevista l’Agenzia regionale per l’impiego e la stabilizzazione dei precari

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La prima e la terza commissione del consiglio regionale dell’Umbria, presiedute da Andrea Smacchi e Attilio Solinas, si sono riunite in maniera congiunta per l’esame del disegno di legge della giunta regionale sul ‘Sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione – Istituzione dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro’.

«Una delle leggi più importanti» Il vicepresidente della giunta regionale, l’assessore Fabio Paparelli, accompagnato dal direttore regionale Luigi Rossetti e dal professor Romano Benini che ha contribuito alla stesura del testo, ha illustrato l’atto ai commissari parlando di «una delle leggi più importanti di questa legislatura che, grazie alle coperture previste nella prossima legge di stabilità, consentirà di far partire l’Agenzia regionale per l’impiego prevedendo anche la stabilizzazione del personale precario del centro per l’impiego di Perugia. Si tratta di un cambiamento epocale, che per la prima volta finanzia l’occupazione. Il disegno di legge è frutto di un metodo nuovo, che va oltre la concertazione, visto che è stato scritto con gruppo di lavoro a cui hanno partecipato non solo i nostri tecnici ma anche quelli delle associazioni di categoria e dei sindacati, consentendo di raggiungere un punto di equilibrio perfetto».

Il testo Per il vicepresidente «è un grande passo avanti che modifica a fondo il mercato del lavoro introducendo un nuovo modello che collega flessibilità e sicurezza sul lavoro; che oltre all’Agenzia per il lavoro introduce un nuovo modello organizzativo dei centri per l’impiego; che affronta il tema dell’accreditamento delle agenzie formative alzando l’asticella della qualità per l’accreditamento delle agenzie interinali». La legge «introduce un nuovo principio di premialità della prestazioni, andando a vedere quanto lavoro si crea con la formazione: non finanziamo più la disoccupazione ma l’occupazione. Inoltre si punta al sostegno della responsabilità sociale dell’impresa; ad azioni per incentivare il ‘ritorno dei cervelli’ ed evitare la fuga dei nostri giovani più preparati».

All’Agenzia regionale è affidata «la gestione dei centri per l’impiego e la messa online di tutti i servizi che abbiamo già completato, così da eliminare le file ai centri. Con questo testo riusciamo a superare la precarizzazione del centro per l’impiego di Perugia, ad integrare i servizi dei centri con quelli che i privati possono erogare: un valore aggiunto che non significa sostituirsi al ruolo che il pubblico può svolgere. Con l’Agenzia cerchiamo di promuovere il coordinamento e l’integrazione tra Usl, centri per l’impiego e i sevizi sociali dei Comuni, un vantaggio soprattutto per i disabili, e una base di partenza per il fascicolo elettronico del lavoratore. L’Agenzia non prevede ulteriori figure dirigenziali: ci sarà un coordinatore scelto tra i dirigenti della Regione e due dirigenti sulle due province, così da non aumentare i costi della struttura». L’Agenzia, ha concluso Fabio Paparelli, «diventerà un braccio operativo della Regione, un ente strumentale che risponde alle politiche dell’assessorato perché le politiche attive del lavoro e la formazione del personale devono essere fortemente integrati».

Il quadro delle norme regionali Il direttore Rossetti ha parlato di «testo unitario che semplifica il quadro delle norme regionali emanate nel tempo, puntando ad un percorso integrato con le politiche di sviluppo. Nella bozza della legge di stabilità sono previsti, a livello nazionale, 249 milioni di euro per completare il trasferimento alle Regioni del personale a tempo indeterminato delle Provincie, e 20 milioni per il personale a tempo determinato. Nel disegno di legge le politiche attive del lavoro sono centrali, soprattutto quelle nelle aree di crisi; forte impulso viene dato al contrasto della delocalizzazione, all’autoimpiego e alla sicurezza sul lavoro».

Possibilità di occupazione fino al 30% Il professor Benini ha sottolineato che «si tratta di una legge di sistema che sposta i finanziamenti dagli intermediari ai risultati, che punta a rafforzare le infrastrutture pubbliche del mercato di lavoro con l’Agenzia. Così si completa la gestione del passaggio di competenze e personale dalle Province. L’Agenzia ha caratteristiche pubbliche, inglobando il sistema dei centri per l’impiego che andrà rafforzato: solo il 10% dei disoccupati accetta di entrare nei percorsi di reimpiego sul mercato del lavoro, che invece fanno aumentare la possibilità di occupazione fino al 30%. Il disegno di legge non è una sommatoria di ricette diverse ma un tentativo di creare un sistema, un modello regionale che supera le differenze tra le due province. L’Agenzia non sarà luogo di incarichi ma uno strumento funzionale alle esigenze dell’Umbria e gestirà una quota di politiche attive regionali, con un’analisi e valutazione dell’impatto delle misure».

Il Movimento 5 Stelle Dopo l’illustrazione del disegno di legge Maria Grazia Carbonari (M5S) ha presentato un emendamento al testo che chiede «di inserire un rendiconto sugli esiti occupazionale dopo i corsi di formazione così da ottimizzare i finanziamenti, tarando meglio l’offerta sulle reali esigenze del mercato del lavoro. In questo modo puntiamo a far in modo che la formazione professionale funzioni in maniera ottimale».

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