L’hospice di Terni: «Vera missione»

La visita del vescovo è stata occasione di riflessione sulla struttura per l’assistenza di pazienti con patologie in fase terminale

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Un pomeriggio di preghiera e di riflessione quello di sabato pomeriggio all’hospice di Terni. Il vescovo Giuseppe Piemontese è stato infatti in visita pastorale nella struttura dedicata all’assistenza di pazienti con patologie in fase terminale e dopo aver celebrato la Santa Messa ha salutato i malati, i familiari e i sanitari del servizio della Usl Umbria 2. 

L’hospice di Terni

L’hospice di viale Trento a Terni è una struttura dedicata all’assistenza di pazienti con patologie in fase terminale. È organizzato in modo da creare un ambiente familiare, il più possibile vicino alla dimensione della quotidianità del paziente, non solo dal punto di vista assistenziale, ma anche ambientale, con arredi delle camere e dei luoghi di vita comune confortevoli. Non si tratta dunque di un ospedale, ma di un luogo di cura e di ‘accompagnamento’, dove l’attenzione è concentrata esclusivamente sul paziente e sul sostegno necessario ai familiari che lo assistono.

Imolo Fiaschini: «Una missione»

«L’occasione della visita del vescovo ci consente di riflettere ancora una volta sull’importanza di questo servizio – ha sottolineato il direttore generale della Usl Umbria 2 Imolo Fischini, presente alla cerimonia – per lavorare nel quale si deve avere particolare attenzione sia all’aspetto tecnico e professionale, ma soprattutto a quello umano nell’accompagnamento dei pazienti e dei loro familiari. Ci voglio delle caratteristiche particolari per riuscire ad operare qui dentro e devo dire che in questo caso ci sono tutte e la direzione aziendale non può far altro che ringraziare gli oratori che ogni giorno portano avanti quella che è un’evidente missione».

Le preghiere del vescovo 

La visita pastorale è stata anche l’occasione per inaugurare la nuova stanza di preghiera allestita all’interno della struttura. «Un luogo – ha detto il vescovo Piemontese – ad uso degli uomini e delle donne che professano varie religioni. Benedico questo altare che non sarà più un mobile, una mesa sulla quale poggiare qualunque cosa, ma sarà l’altare per la celebrazione dell’eucarestia. Chiunque vorrà venire a pregare qui dentro potrà farlo con molta libertà».

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