di Giovanni Cardarello
Una nuova perturbazione si avvicina all’Italia da ovest e nelle prossime ore ci sarà un peggioramento complessivo delle condizioni meteorologiche. Si tratta dell’ingresso definitivo e ‘ufficiale’ nell’inverno, con temperature sotto la media stagionale e neve anche a quote medio-basse. Tutti fattori che vanno ad acuire una situazione che sta lentamente raggiungendo il livello di guardia. Parliamo del combinato disposto tra l’influenza stagionale e la recrudescenza dei contagi da Covid-19. Una somma di eventi che sta mettendo in allerta gli operatori del sistema sanitario regionale. Vediamo insieme qualche dato.
Il primo dato, già indicativo, è che circa 30 mila cittadini residenti in Umbria sono a letto con l’influenza. Un dato doppio rispetto alla scorsa settimana, anomalo e visibile ad occhio nudo tra chi frequenta i posti di lavori e le scuole. Luoghi dove l’incidenza è netta e dove le sedie vuote sono in rapido aumento. Parliamo di circa il 3,4% dell’intera popolazione regionale e con un’incidenza del 4,93 per mille sul dato nazionale. Un dato destinato ad aumentare con l’arrivo del freddo vero e delle vacanze di Natale, momento in cui i contatti sociali crescono in maniera esponenziale.
Un dato che, soprattutto, andrà a sommarsi ai nuovi contagi Covid. Ad oggi in Umbria, secondo il report fornito dall’Istituto superiore di sanità e relativo alla settimana che va dal 13 al 19 novembre, siamo a 615 casi. Ma quello che fa pensare è l’incidenza passata, rispetto al precedente report, da 50 ai 72 casi ogni 100 mila abitanti.
I freddi (è proprio il caso di dirlo) numeri e la fredda cronaca, hanno però al loro interno anche alcuni risvolti positivi. Il primo è quello relativo all’incidenza sul sistema sanitario regionale. Ad oggi c’è preoccupazione ma non allarme. L’incidenza dell’influenza registrata tra i cittadini umbri è più bassa della media nazionale: l’Umbria ‘pesa’ per il già citato 4,93 per mille, a fronte di una media nazionale del 7,6 per mille.
Il secondo è che il sistema di sorveglianza sta dando i suoi frutti. Un sistema di sorveglianza chiamato RespiVirNet che governa dodici medici definiti ‘sentinella’, individuati tra medici di famiglia, pediatri e laboratori di competenza della Regione Umbria. Professionisti che hanno il compito di verificare gli stati influenzali più rischiosi e di mettere a fattor comune i casi anomali. Al tempo stesso un successo della prevenzione e della medicina di prossimità. In sostanza, come spiega nell’edizione odierna de Il Messaggero, il medico di medicina generale Stefano Laureti, nonostante i dati positivi la guardia è alta e la prevenzione resta la strada maestra che viene praticata dall’intero sistema regionale.