Logge di Braccio: scontro aperto

Perugia: alla presa di posizione di ‘Umbria chiama terra’ ha fatto seguito una dura replica da parte della Gioform. Che preannuncia iniziative legali

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di L.P.

Va avanti da ormai più di un mese la ‘protesta’ a suon di musica e di dibattiti davanti al cantiere sotto alle Logge di Braccio che ospiterà, a partire dal prossimo fine settimana e in concomitanza con l’avvio della rievocazione storica, un bar cioccolateria ideato e pensato dal patron di Eurochocolate Eugenio Guarducci.

Lavori in corso sotto la Loggia di Braccio

Lavori in corso sotto la Loggia di Braccio

Le norme Ma ora la questione, da semplice protesta, potrebbe diventare un vero e proprio problema per lo stesso Guarducci, la curia e anche per l’amministrazione comunale. «La normativa urbanistica comunale che ad oggi risulta in vigore – spiegano da Umbria grida terra – cioè l’articolo 85 del Testo unico delle norme di attuazione del piano regolatore prevede che gli edifici religiosi e per il culto ricadenti nel centro storico siano destinati esclusivamente a servizi religiosi». Come è possibile, allora, che sia stato approvato un progetto come quello presentato per l’apertura del Choco bar se risulta incompatibile con le norme in vigore? «A nostro avviso – continuano – le possibilità sono due, o ci sono delle irregolarità nel progetto o è stata fatta una modifica ad personam al Prg comunale, senza che questa fosse resa tempestivamente pubblica nel sito del Comune di Perugia e con questo verrebbe meno il principio di trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni e quindi le possibilità di controllo da parte dei cittadini sul loro operato». In attesa di ulteriori documenti, intanto la protesta va avanti.

Privatizzazione Sulla questione la città si è praticamente spaccata in due, da un lato l’imprenditore del cioccolato che ha affittato gli spazi dalla curia e che è appoggiato, nell’impresa, dalle istituzioni cittadine, in primis il sindaco Andrea Romizi e l’assessore al marketing territoriale Michele Fioroni. Dall’altra parte, invece, resteranno fuori dalle Logge tutti coloro i quali siano convinti che il degrado e la sporcizia non si combattono con l’ennesima privatizzazione di un luogo pubblico, per giunta registrato al catasto come luogo di culto. Così da settimane l’associazione ‘Umbria grida terra’ continua a sensibilizzare i cittadini sull’opportunità, o meno, di cedere alla speculazione privata lo spazio sotto alle Logge, da sempre luogo di ritrovo di giovani e meno giovani durante le sere estive o riparo dal freddo durante le sere invernali.

La replica Dalla società Gioform giunge una replica decisa alle polemiche sollevate da ‘Umbria grida terra’: «Facciamo seguito alla nota che presume delle irregolarità rispetto al progetto relativo ai lavori presso le Logge di Braccio e in particolare a delle carenze riguardanti le destinazioni d’uso dei locali e degli spazi all’aperto. La società Gioform, congiuntamente al Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, ha presentato al Comune di Perugia regolare SCIA prima dell’inizio lavori. È noto – afferma la società – come valga il principio generale che prevede come la destinazione d’uso di un locale, se non viene modificata, mantiene il suo status quo e questo vale appunto per i locali sottostanti le Logge di Braccio dove, come noto, già insistevano altre attività commerciali. E la presenza di locali commerciali è di gran lunga antecedente alla stesura del primo Prg di Perugia (1963). Detto questo  – precisa la Gioform – è bene puntualizzare che con la legge regionale 12 del 2008 le destinazioni d’uso dei locali e spazi dei centri storici sono state sostanzialmente liberalizzate al fine di incentivare la riqualificazione dei centri storici stessi. Un concetto ribadito dal testo unico del Governo del Territorio (legge regionale 1 del 21 gennaio 2015) che anch’esso sovrintende a qualsiasi Prg redatto dai singoli comuni. Con rammarico constatiamo che ci troviamo, ancora una volta, a dover rispondere a mezzo stampa a illazioni pubbliche molto gravi e lesive dell’immagine dei soggetti coinvolti in questo ambizioso progetto. È evidente che il perdurare di questi attacchi strumentali non può che portarci a prevedere azioni di carattere legale volte a tutelare i nostri interessi».

Contro replica ‘Umbria grida terra’ ribatte a stretto giro: «Prendiamo atto della pronta risposta del signor Guarducci. Le argomentazioni fornite da Gioform (anche a voler ammettere che possano giustificare la legittimità della Scia presentata per la ristrutturazione dei locali commerciali), certamente non sono applicabili alla parte aperta delle logge, che fin dal 1927 non è mai stata adibita ad uso commerciale. Con la programmata installazione dei tavolini, invece, questo spazio verrà anche esso utilizzato a fini propriamente commerciali, quale pertinenza alla cioccolateria in costruzione. Ed è proprio a questo che Umbria grida terra si riferiva, avendo portato avanti sin dal primo giorno una battaglia proprio per evitare la privatizzazione delle Logge. Rinnoviamo quindi la richiesta all’Amministrazione comunale, che dovrebbe assumere un ruolo imparziale anche nella sua qualità di titolare delle funzioni di vigilanza sull’attività edilizia, di voler esprimere la propria posizione sul punto».

Romizi logge

Il sindaco al cantiere di Guarducci

Politica delega «Siamo convinti che servano politiche sociali serie ed inclusive. Che l’amministrazione non può lavarsi le mani e delegare al privato compiti essenzialmente pubblici, come l’ordine pubblico o il rispetto delle leggi» dicono ancora da ‘Umbria grida terra’, nella speranza di un ripensamento, in extremis, del progetto benedetto da tutte le istituzioni cittadine. Critiche, queste, espresse persino ai diretti interessati nel corso di una conferenza stampa indetta da Guarducci lo scorso 25 maggio. «L’amministrazione comunale – proseguono da Umbria grida terra – continua a delegare al privato il proprio ruolo, incapace di prendersi cura degli spazi pubblici. E in tutto questo la politica tace, mentre la curia già esulta per i nuovi introiti e la città perde un altro tassello di specificità e di peculiarità».

Italia Nostra E intanto, mentre i lavori sotto alle Logge proseguono incessanti senza sosta, continuano le adesioni e le divisioni tra chi è favorevole e chi è contrario. Interviene nel dibattito anche Italia Nostra che, nel sottolineare le differenze con la vicenda delle logge dei Tiratori di Gubbio, «interessate da ben altro intervento, non di banale arredo come questo, bensì avente la pretesa di modificarne l’architettura mediante loro tamponatura con vaste vetrate e conseguenti tendaggi», fa incassare un plauso a Guarducci. C’è chi invece, sul fronte diametralmente opposto, si associa alle riflessioni di Umbria grida terra, scrivendo una lettera al Cardinal Bassetti per chiedere che non venga affittata l’anima della città.

sloggiaL’invito alla curia «Lì è nata la comunità dei perugini – recita la missiva – è antistorico e autolesionistica dare quei pochi metri quadri in gestione a una sola persona», invitando il cardinale a dare un segnale di ascolto verso «quelle donne ed uomini che protestano e che appartengono alla generazione dei trentenni mai ascoltati. Avrebbero tutto il diritto di pensare ai fatti loro, invece si stanno impegnando, magari in forma confusionaria, per un ideale di città, accogliente, aperta, solidale e non egoistica. Perché deluderli?». Ed è con questo spirito che, per domenica 5 giugno, Umbria grida terra ha deciso di radunare di nuovo la cittadinanza in piazza, per continuare a confrontarsi con residenti e studenti sulle prospettive di un centro storico ormai snaturalizzato e dedito solo ‘alla frivolezza consumistica’, unico vero degrado e pericolo per il benessere della città.

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