Macroregione a tre: sabato l’incontro

Umbria, Marche e Toscana: a Perugia riflessione tra Catiuscia Marini, Luca Ceriscioli ed Enrico Rossi sull’integrazione dei servizi

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L’incontro è fissato. Catiuscia Marini, Luca Ceriscioli ed Enrico Rossi, presidente delle Regioni Umbria, Marche e Toscana, daranno vita ad una comuna riflessione sull’ipotesi macroregione: l’appuntamento è per sabato, a Perugia.

Integrazione I temi dell’incontro riguarderanno l’integrazione dei servizi tra le tre regioni e la riforma dell’assetto regionalista dello Stato. Il summit era stato ipotizzato tre settimane fa da Enrico Rossi e giovedì ha trovato la sua definizione.

La lettera Il tema, il governatore della Toscana lo aveva anticipato con una lunga lettere al Corriere Fiorentino, nella quale Rossi chiedeva se «è lecito parlare di un’Italia di Mezzo? Toscana, Umbria e Marche possono formare una macroregione? La storia in questo ci dà una mano. Questa regione esiste già in nuce nella storia d’Italia, da molti secoli prima dell’unità e del regionalismo». Per poi citare Giotto, «migrante dal Mugello ad Assisi sulle orme di San Francesco», Piero della Francesca, «umanista errante per antonomasia, da San Sepolcro ad Arezzo, Perugia, Urbino, Loreto e Ancona», e Raffaello «attratto a Firenze dai modelli di Masaccio, Donatello, Leonardo e Michelangelo», senza trascurare pensatori politici come Machiavelli e Baldassare Castiglione. «Terra mediterranea e frontaliera, separata dall’appennino – argomentava Rossi – ma in cerca del Nuovo Mondo col fiorentino Amerigo Vespucci e alla scoperta della Cina col gesuita Matteo Ricci da Macerata».

La politica Il presidente della Regione Toscana, poi, parlava di «un tratto comune cui si lega anche la prevalenza politica della sinistra socialcomunista, più forte in Toscana e in Umbria, meno nelle Marche» e di «una cultura politica condivisa che ha governato le amministrazioni locali e le regioni dell’Italia di Mezzo attraverso uno straordinario collante di interessi pragmatici e valori e ideali. Sviluppo sano, diffuso e solidale. Buona qualità dei servizi. Un’Italia di Mezzo non solo geografica, ma anche della redistribuzione».

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