«Mangiare è un diritto: riduciamo lo spreco»

La diocesi di Perugia Città della Pieve lancia un progetto per ottimizzare le dinamiche di recupero delle eccedenze alimentari. Donato un mezzo refrigerante

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Abbiamo fatto passi avanti ma ancora oggi, nel 2018, si stima che in Italia vengano sprecati 2,2 milioni di tonnellate di cibo all’anno, per un costo complessivo di 8,5 miliardi di euro. I passi in avanti si devono alla legge Gadda, che prevede semplificazioni burocratiche e sgravi fiscali a favore di chi dona cibo per fini di solidarietà.

A Perugia recupero affidato alla ‘buona volontà’

Anche per questo, oltre che per una sacrosanta ragione etica, catene di distribuzione, ristoranti e rosticcerie si organizzano per recuperare il cibo in eccedenza – mangiabile ma non più vendibile – grazie anche al prezioso lavoro delle associazioni di volontariato, soprattutto legate alla chiesa, come la Caritas, che recuperano il cibo ‘a domicilio’ redistribuendolo poi a chi ne ha bisogno. Una dinamica virtuosa legata però alle piccole realtà e all’impulso dei singoli, che non riesce a diventare sistemica e strutturale.

Mangiare è un diritto, non sprecare è un dovere

Il prossimo fine settimana è la festa dei volontari impegnati nei servizi della Caritas diocesana di Perugia – Città della Pieve, tra cui i quattro empori della solidarietà esistenti in diocesi. Per l’occasione sarà presentato un nuovo progetto della Caritas (Mangiare è un diritto e un atto ambientale. Non sprecare è un dovere), promosso con la collaborazione del dipartimento di ingegneria dell’università perugina e con il sostegno della fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il cui obiettivo è quello di affrontare i problemi della povertà e delle eccedenze alimentari e aumentare il livello di consapevolezza dei cittadini su questi temi. Un fenomeno che sta destando sempre più l’attenzione di realtà pubbliche e private anche dell’Umbria, regione dove con il suo 11,8% (ultima rilevazione Istat) fa registrare i livelli più alti di incidenza di povertà relativa tra le regioni del centro (la cui media è pari al 7,8%) e supera addirittura il valore medio registrato in Italia (10,6%). Questi dati si traducono in migliaia di persone che non hanno accesso ad un pasto completo. Il fenomeno di insicurezza alimentare di cui soffre una parte della popolazione va di pari passo non solo con lo spreco alimentare, ma anche con la sovrapproduzione e l’eccesso di offerta da parte delle imprese. Nel contempo, sempre di più, lo spreco alimentare assume rilevanza su questioni non solo di natura etica, ma anche economica, sociale e ambientale.

Fare presto e bene

«Per questo è indispensabile – precisano dalla Caritas diocesana – avviare un’attività di promozione del consumo responsabile, finalizzato al contrasto dello spreco alimentare domestico. Attività che rientra tra le finalità del progetto che ha tra gli obiettivi generali, quello di dotarsi di un automezzo coibentato e refrigerato da utilizzare per il recupero delle eccedenze alimentari presso i principali snodi della filiera che aderiranno alla nostra iniziativa e la successiva distribuzione gratuita a tutte quelle persone e famiglie che, in condizioni di insicurezza alimentare, ne faranno richiesta in modo da contribuire a migliorare il loro livello di benessere». Si tratta, evidenziano i responsabili Caritas, «di obiettivi in linea con le recenti leggi contro lo spreco, approvate sia a livello nazionale (la legge Gadda appunto) sia a livello regionale (L.R. Umbria 14 novembre 2017, n. 16). L’automezzo sarà donato dalla fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e sarà consegnato sabato

Per il futuro

La fondazione di Carità San Lorenzo, ente operativo della Caritas diocesana, è impegnata in un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma comunitario ‘LIFE’. Il progetto cofinanziato dalla CE, denominato i-Rexfo (Increase in the Reduction and Recovery of Expired Food) e coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, ha come obiettivo la riduzione dello spreco alimentare. Il progetto vuole dimostrare la fattibilità, la sostenibilità e la riproducibilità di un modello integrato che coinvolga due filiere, quella della riduzione delle eccedenze alimentari nella quale la fondazione di Carità San Lorenzo sarà coinvolta nelle attività di recupero e distribuzione a partire dal primo gennaio 2019, e quella della valorizzazione energetica degli scarti alimentari attraverso la produzione di biogas e la successiva distribuzione di una quota degli utili per la sostenibilità del progetto in un’ottica di economia circolare.

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