Mare e squali a Polino? La geologia dice di sì

La scoperta fatta da un gruppo di ricercatori dopo il ritrovamento di due denti. Nuovi dettagli sul passato della montagna

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Denti di squalo dove oggi ci sono montagne, pecore e cavalli? Sembra proprio di sì, stando ad una recente ricerca pubblicata sull’Italian Journal of Geosciences, dopo il ritrovamento di due denti isolati a Polino, in particolare nel rosso ammonitico, la pietra calcare che caratterizza l’Appennino umbro-marchigiano.

La pubblicazione A portare a termine lo studio sono stati i ricercatori Marco Romano, Paolo Citton, Angelo Cipriani e Simone Fabbi. I due denti venuti alla luce rappresentano il primo ritrovamento riferibile allo squalo durofago nella Formazione Rosso Ammonitico del Toarciano (Giurassico inferiore) ed erano conservati all’interno della marna calcarea del Rosso ammonitico Toarciano.

La scoperta Il dente meglio conservato è caratterizzato – dicono gli esperti – da una struttura generale che ben si accorda con la classica dentatura schiacciata tipica degli squali hybodonti della sottofamiglia Acrodontinae. I caratteri morfologici analizzati nel lavoro consentono di attribuire il materiale rinvenuto al genere Asteracanthus sp.

Il nuovo materiale rappresenta la prima prova di Asteracanthus e il secondo di tutto l’Appennino settentrionale (Italia centrale), gettando nuova luce sulla dispersione del genere nel Giurassico Tetide. Insomma, una scoperta che apre nuovi orizzonti sulle origini del piccolo borgo della Valnerina.

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