Mibact: «100 milioni per le opere d’arte»

Terremoto 2016, l’annuncio lo ha dato il segretario generale del ministero, Antonella Pasqua Recchia. Ma ci vorrà tempo: «Si tratta di operazioni impegnative»

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L’annuncio della partenza, a giorni, di un piano di restauro da oltre cento milioni di euro – risorse che verranno concentrate all’inizio sui monumenti icona danneggiati dal terremoto del 2016 – è stata anticipata all’Ansa dal segretario generale del Mibact, Antonella Pasqua Recchia. Tra le opere d’arte interessate, la cattedrale di San Benedetto a Norcia; le chiese simbolo – San Francesco e Sant’Agostino – di Amatrice; la cattedrale di Camerino; la Collegiata di San Genesio a Macerata e il Santuario di Macereto a Visso.

IL TERREMOTO 

Il bilancio Con l’occasione il Mibact ha anche stilato il bilancio del primo anno di interventi nelle zone colpite dal sisma: «Quasi mille interventi di messa in sicurezza completati, oltre 17.000 beni artistici o archeologici recuperati, 4.513 metri lineari di archivi e 9.743 volumi salvati dalle macerie. Con più di 600 tecnici al lavoro, 80 dei quali sul campo in questi giorni ferragostani».

L’inventario All’Ansa, Antonella Pasqua Recchia ha anche spiegato che ad oggi i beni culturali danneggiati nelle Marche «sono 2456, il doppio rispetto all’Umbria (1150), che è seguita da Abruzzo (742) e Lazio (473)». Entro l’estate dovrebbero essere completate tutte le verifiche e poi, con il piano dal cento milioni, partirà l’operazione di restauro per le chiese più importanti: «Si parte con i bandi per le progettazioni, poi ci saranno quelli per l’affidamento dei lavori – avverte però Recchia – sono operazioni impegnative e costose che vanno fatte per bene». 

Strategia mutata Difficilmente, però, si potrà ricostruire tutto «dov’era e com’era», come promise il ministro Franceschini dopo il primo terremoto, perché anche se si sta facendo un lavoro enorme – come a San Salvatore in Campi, vicino a Norcia, «parzialmente crollata insieme alle sue pitture: qui è stata completata una copertura provvisoria e si stanno rimuovendo le macerie da terra, recuperando, come fu fatto ad Assisi, ogni piccolo frammento dipinto a disposizione dei tecnici Icr che hanno montato il loro laboratorio accanto alla chiesa. Alla fine, come fu per il Giotto di Assisi, anche questi affreschi verranno ricostruiti. La nostra indicazione – conclude Recchia – rimane quella di recuperare almeno l’impianto urbano dei centri storici e di restituire alla popolazione i tesori della loro cultura. Da parte nostra faremo tutto il possibile».

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