La denuncia dell’Enpa di Narni era, almeno apparentemente, precisa e circostanziata. Ma adesso lui, il presunto protagonista di quella che ironicamente definisce «la storia narnese psicologicamente disadattato e bisognoso di aiuto, che vive coi suoi cani tra gli escrementi, eccetera eccetera», esce allo scoperto e racconta una storia diversa.
La «distorsione» Si tratterebbe, dice, «di una fortissima distorsione della realtà (per usare un eufemismo) operata ad arte da persone che sto già provvedendo a querelare per diffamazione e che hanno provocato grande preoccupazione in amici e conoscenti che, a decine, si sono messi telefonicamente in contatto con me per offrirmi ogni forma di appoggio o testimonianza a favore».
Battaglia legale «Mercoledì mattina – spiega – sarò direttamente in Comune, per chiarire la cosa a livello istituzionale col sindaco De Rebotti, poi mi muoverò sul piano legale, anche per mettere fine ad usi, abusi e guerre intestine che fanno da retroterra a questo apparentemente filantropico mondo dell’assistenza agli animali abbandonati. L’unica forma di assistenza che riconosco è la mia passione per questa tematica ed il mio personale piacere ad avere un certo numero di cani trovatelli con me, tanto da averci sempre speso tutti i miei guadagni, cambiato case, e creato e mai tradito dei legami affettivi per tutta la durata (quasi sempre molto lunga) della vita delle bestiole che ho avuto».
I retroscena La cosa, prosegue, «da molti anni a questa parte mi ha creato non pochi problemi con questi ‘professionisti’ dello smistamento facile di esseri viventi, che raramente vanno a colpire dove dovrebbero (allevatori abusivi a scopo di lucro, cacciatori, trafficanti, eccetera). Ma adesso sono stanto di questo stato di cose e visto che questa sorta di guerriglia va avanti da anni, sono proprio deciso a far saltare il coperchio». E promette di «mettere a disposizione tutto il materiale necessario a ristabilire la verità».