Narni, il canile finisce in consiglio comunale

Giovedì mattina un gruppo di cittadini chiederà a sindaco ed assessore di visitare la struttura: «Vengano sabato, insieme a noi, a vedere come stanno le cose »

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Il canile di Schifanoia, a Narni, decisamente non trova pace: «Giovedì mattina – è il battagliero annuncio di un gruppo di cittadini – chiederemo in sede di consiglio comunale che il sindaco e l’assessore di competenza, vengano sabato 13 gennaio ore 10 davanti i cancelli del canile comunale di Narni, viste le tante irregolarità che discuteremo in consiglio come cittadini in cerca di trasparenza e chiarezza visto che noi cittadini non possiamo constatare le condizioni del benessere dei cani, in quanto per un assurdo regolamento sulle adozioni, hanno reso inespugnabile quel canile».

Il precedente Nei giorni scorsi il tema delle presunte irregolarità nel canile era stato sollevato dal M5S: «Intendiamo far piena luce su alcune vicende tutt’altro che chiare che avrebbero interessato il canile rifugio Dog Paradise di Schifanoia convenzionato con il Comune di Terni per la custodia di quei cani in numero eccedenti le disponibilità delle strutture di proprietà comunali», si leggeva in un nota congiunta del M5S di Terni e Narni, che denunciava che «in data 28 dicembre la consigliera regionale Maria Grazia Carbonari accompagnata da una guardia del Wwf si è recata in visita al suddetto canile in orario di apertura al pubblico, ma le sarebbe stato negato l’ingresso con motivazioni apparentemente pretestuose che non sembrano avere riscontro in alcun regolamento o normativa di riferimento (necessità di arrivare munita di tuta e calzari o di una non meglio precisata assicurazione)».

La denuncia Nel mese di giugno 2017 anche al deputato Paolo Bernini che si era recato in visita allo stesso canile fu impedito di visitare i cani della struttura e, dopo la visita, i Carabinieri del Nas dell’Umbria avevano notificato al canile il divieto di introdurre altri cani nella struttura. Ma la Dog Paradise Srl, la società che si occupa della struttura di Schifanoia, ad agosto 2017 era passata al contrattacco denunciando il parlamentare del Movimento 5 Stelle. «Abbiamo confermato l’azione legale preannunciata – affermava la Dog Paradise in una nota – ed abbiamo denunciato il deputato dei Cinque Stelle, Paolo Bernini, che il 12 giugno scorso si era introdotto nel canile-rifugio di Schifanoia di Narni, da noi gestito. Abbiamo ritenuto assolutamente insultante il comportamento dell’onorevole Bernini, provocatorio, ma contrastato in maniera civile e, sotto certi aspetti, cortese, da parte della direzione e del personale durante la sua presenza nella struttura, cosa che è stata confermata da un medico veterinario ed una dipendente. L’onorevole Bernini si è qualificato solamente davanti ai carabinieri di Narni, giunti sul posto prontamente dopo essere stati chiamati dal dirigente della struttura. Carabinieri che non hanno rilevato alcunché di irregolare».

Carbonari a Fiaschini Il consigliere regionale M5S ha scritto una lettera al direttore generale della Usl Umbria 2 sul tema: «Fiaschini ha dimostrato, sin dal nostro primo contatto telefonico, sincero interessamento per la questione del canile rifugio ‘Dog Paradise’ di Schifanoia. Spinta da autentico spirito di collaborazione e nella certezza che interverrà prontamente, le rappresento quanto segue. In data 28 dicembre, in orario di apertura al pubblico, mi sono recata presso la struttura narnese, accompagnata da una collaboratrice e da una Guardia Giurata del Wwf, con l’intenzione di effettuare una visita ispettiva, nel pieno delle funzioni previste dal mandato elettivo che pro tempore svolgo. Era mia pacato proposito verificare il benessere degli animali e il rispetto delle convenzioni da parte del gestore. Sin dal primissimo approccio col veterinario responsabile sanitario, dottor Tognarini, presente in quel momento in struttura, la situazione è divenuta incomprensibilmente tesa: con modi e toni aggressivi, il dottor Tognarini mi ha comunicato che non avrei potuto visitare il canile sanitario, se non munita di una non meglio precisata assicurazione e di calzari che avrei dovuto portare da casa! Ritengo che, al di là delle competenze politiche e delle prerogative della sottoscritta, membro della commissione sanità in seno all’assemblea legislativa della Regione Umbria, sia sempre auspicabile un atteggiamento collaborativo, nel comune interesse di una limpida gestione delle risorse pubbliche. Il mio impegno, oltre che porre l’attenzione sulla regolare gestione degli appalti e sul rispetto delle norme, si rivolge al benessere dei cani ospitati nelle nostre strutture regionali e, soprattutto, a verificare che i gestori delle strutture spendano il massimo delle energie per garantire il più alto numero di adozioni ogni anno. A tale riguardo ricordiamo come la l.r. 11/2015 in vari passaggi ci ricorda come si debba promuovere tutti gli interventi atti a superare la filosofia del ricovero permanente degli animali di affezione, favorendo azioni volte all’affidamento e all’adozione, e di come anche i Comuni con l’aiuto delle associazioni di volontariato debbano garantire anche nei canili sanitari il massimo impegno nella gestione delle adozioni e degli affidamenti. L’atteggiamento – conclude – di chiusura nei confronti dei visitatori, persone che potrebbero adottare i cani, l’aggressività e la totale mancanza di accoglienza da parte del responsabile sanitario, mi spingono con rammarico a richiederLe, con immediatezza e tempestività, la rimozione del dott. Tognarini dall’incarico in quanto tale atteggiamento potrebbe di riflesso, scoraggiando le adozioni, portare finanche nocumento alle casse pubbliche. Nostra convinzione è che gli operatori delle nostre strutture sanitarie e veterinarie dovrebbero incarnare il più totale spirito di servizio nei confronti dei cittadini tutti: nostro dovere è farci garanti perché questo accada».

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