Narni, il M5S: «Sprar, quale gestione?»

Il ‘metup’ narnese: «Chi decide, un incremento tanto considerevole di profughi in una realtà con uno dei più alti tassi di
disoccupazione in Italia?»

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del M5S di Narni

Con la presente chiediamo cortesemente al sindaco del Comune di Narni, Francesco De Rebotti; all’assessore alle politihe sociali, Piera Piantoni e alla dirigente Lorella Sepi, di chiarire alcuni punti in merito alla gestione dei progetti SPRAR di Narni e di una casa di accoglienza per minori non accompagnati stranieri.

Dopo aver letto le linee guida fissate dal Ministero degli Interni e i vari Progetti attivati sul territorio, chiediamo chiarezza attraverso queste domande:

1. Chi autorizza, chi decide, un incremento tanto considerevole di profughi in una realtà con uno dei più alti tassi di
disoccupazione in Italia, con scarse, se non nulle, prospettive di integrazione sia lavorativa che sociale per gli immigrati accolti?

2. Quale è l’impegno economico del comune, gli eventuali locali e attrezzature messe a disposizione (con la loro
ubicazione) e naturalmente il costo del lavoro delle risorse umane mediante il riconoscimento della loro qualifica
professionale, l’impegno previsto e le mansioni da loro svolte.

3. Come è composta l’equipe multidisciplinare, quanti sono gli operatori in rapporto ai beneficiari accolti, i loro ruoli e professionalità. Ci sono protocolli, convenzioni, accordi di programma? Da chi è coordinata l’equipe, con quale
tempistica si eseguono riunioni? Quante sono e a chi fanno capo le Associazioni che sono inserite nell’ ATS del
progetto? Quali le mansioni per ognuna?

4. Le strutture di accoglienza sono tutte idonee ai requisiti sopra citati? Quante sono? Dove si trovano? Esiste la
possibilità che in alcune di esse si ritrovino a convivere beneficiari appartenenti a culture, religioni o Paesi tra loro in
guerra? Si sono mai verificate delle criticità all’interno degli stessi? Chi deve fare fronte a eventuali criticità e con quali modalità?

5. Secondo quando esplicitato dal sistema SPRAR, una volta scaduti i termini di accoglienza il beneficiario anche se
ancora non ha lavoro o mezzi di sussistenza deve uscire dal Progetto. Quale è quindi l’utilità di questi Progetti e il
continuo ampliamento nei numeri e quindi dei finanziamenti sul nostro territorio?

6. Dove finiscono le persone che non si sono ancora integrate? In un contesto sociale come il nostro cominciamo a
temere seriamente che questo continuo aumento di profughi significhi solo più soldi per gli enti coinvolti.

7. In che modo e se il Comune di Narni ha attivato azioni sinergiche con le forze dell’ordine, per garantire la sicurezza dei cittadini anche e soprattutto a seguito dei fatti di cronaca che hanno visto coinvolti alcuni degli immigrati accolti?

8. Dal sito istituzionale del Comune di Narni leggiamo che per questi progetti di accoglienza sono stati erogati
all’Associazione San Martino di Terni oltre 3.000.000 di euro e all’Istituto Beata Lucia oltre 186.000 euro. Ci duole dirlo ma sembrano cifre spropositate in rapporto all’emergenza sociale nei confronti dei nostri cittadini.

9. Oltre il sistema di accoglienza profughi o presunti tali, quali azioni concrete e quale importo di finanziamento è stato messo in atto per aiutare i cittadini italiani in difficoltà, gli anziani, i disabili, gli interventi di contrasto alla devianza giovanile?

10. Come spiegare questo massiccio incremento di associazioni che giungono sul nostro territorio anche da fuori regione utilizzando strutture solo e esclusivamente per l’accoglienza degli immigrati? Chi delle istituzioni ha il compito di monitorare e autorizzare l’operato di questi soggetti?

Purtroppo a torto a ragione, temiamo che questi fattori vadano ulteriormente ad impoverire una realtà sociale già di per se compromessa. il lento decadimento della cittadina,il depauperamento delle sue potenzialità economiche/sociali, il disfacimento del polo ospedaliero, sul quale la giunta in toto non altro ha fatto che mentire sapendo di farlo, le inattese, per quanto roboanti, promesse di rilancio industriali quali l’Elettro, l’inerzia nei confronti di possibili riconversioni di immobili quali S. Girolamo ed in fine il lento soccombere di un intero centro storico sono tutti argomenti che andrebbero affrontati e resi noti alla cittadinanza intera.

Narni muore, la gente se ne va, chi resta presto sarà la minoranza in un centro storico popolato solo dall’andirivieni di migranti.

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