La versione ufficiale è attesa per la giornata di venerdì, quando saranno i sindacati nazionali a parlare. Ma a giudicare dal tono dei – pochi e prudenti – commenti che hanno fatto seguito al vertice che giovedì pomeriggio si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico, non è che GoSource e Sangraf (che hanno adesso in mano il futuro dello stabilimento ex Sul ed ex Elettrocarbonium di Narni) si siano sprecati. Promesse sì – con pragmatismo tutto cinese – certezze poche e tutte da verificare.
Tre anni Tanto per cominciare i nuovi padroni avrebbero chiarito che il loro è un progetto che potrebbe andare a regime nel giro di 36 mesi – con la produzione e l’occupazione che tornerebbero ai livelli pre Monachino – ma chiarendo che i tempi saranno condizionati dal verificarsi di quelle condizioni favorevoli che già in passato con Sgl avevano provocato più di un problema: le tariffe energetiche, un incentivo agli investimenti (GoSource e Sangraf hanno accennato a 23 milioni a disposizione) e la sempre presente problematica relativa alla bonifica delle aree.
Commenti prudenti «In linea di massima – si limita a dire una fonte sindacale – il piano è stato tracciato. Chiaramente non ci e stato consegnato nulla», mentre un’altra spiega che «non è che ci si potesse aspettare molto dall’incontro, visto che siamo ancora nella fase preliminare. Per ora sappiamo che c’è un player importante in campo».
Semilavorati Ma un dubbio, a più di qualcuno, sarebbe venuto: al Mise, infatti, i nuovi padroni del sito narnese hanno fatto chiaramente capire che, per sveltire le procedure di riavvio degli impianti e per immettere prodotti sul mercato, si potrebbe ipotizzare una prima fase che interesserebbe una ventina di addetti e l’arrivo a Narni di prodotti semilavorati da rifinire. Poi, forse e in una fase successiva, il processo produttivo potrebbe tornare ad essere completo: partendo cioè dal carbon coke arrivando all’elettrodo di grafite finito.
Le perplessità E proprio per questo nessuno – al Mise, oltre ai sindacati, c’erano la Regione Umbria ed il Comune di Narni – ha provato a fare commenti più che attendisti: con le promesse, a Narni, hanno imparato che non si va da nessuna parte.