di Giovanni Cardarello
Ben 286 mila followers sul primo profilo Tik Tok, quasi 50 mila sul secondo e, clamorosamente, poco meno di 100 mila raccolti in soli due mesi su Instagram. Sono gli straordinari numeri di Thomas Rossini, 24enne di Narni (Terni) che è nato «il giorno dell’eclissi di fine millennio». Parliamo di un giovane artista umbro che ha tutti i numeri per scalare la ribalta nazionale, o meglio, per consolidarla visti i riconoscimenti già ricevuti da Fiorello e Amadeus che hanno salutato con affetto nonna Vera, da J-Ax con i suoi simpatici auguri a nonno Lamberto, per non tacere dei video passati a Radio Deejay. Un concentrato di trovate, spunti, ironia e tormentoni che hanno stregato migliaia di persone, più qualche sciocco hater di cui purtroppo internet e i social in particolare sono pieni. Ma nulla che possa scoraggiare Thomas. Anzi. Per conoscerlo più da vicino, lo abbiamo intervistato, scoprendo un ragazzo profondo, con legittime ambizioni e con le idee molto chiare su come raggiungerle. Ecco cosa ci ha raccontato.
Thomas, come è cominciato tutto questo? «In modo quasi casuale, era il 2021, la variante Omicron del Covid ci aveva costretti di nuovo in quarantene e in più il virus aveva colpito tutta la mia famiglia. Per restare a contatto – racconta divertito – ho iniziato a fare video e live tutti i giorni, un po’ per divertimento e un po’ per passare il tempo». Ma il ‘passatempo’ ben presto ha raggiunto vette e numero importanti, merito della spontaneità di Thomas, della simpatia di nonno Lamberto e nonna Vera e dei diversi format che sono nati da quelle prime dirette.
Pensiamo ai tormentoni con nonno Lamberto, una vita fatta di sacrifici, contadino da ragazzo, militare al tempo della guerra e poi operaio nel settore della telefonia, un vero punto di riferimento per Thomas, un uomo che gli ha insegnato il valore della famiglia e del sacrificio. Pensiamo alle classiche tavolate con nonna Vera, ma anche ai duetti con personaggi famosi, al karaoke con papà e alle seguitissime just chatting da dove ha discusso e affrontato temi non banali.
«Mi piace ricordare la live sul bullismo – spiega Thomas – un tema delicato, che sento molto e di cui si parla troppo poco. In diretta avevamo persone che lo avevano subìto e insegnanti. È stato molto bello e istruttivo». Da tutto questo sono scaturiti numeri da capogiro, una media di mille followers in contemporanea all’ascolto, picchi di 3.500 quando i temi diventano molto dibattuti, video con 100 mila contatti per non parlare del video da dieci milioni di click sul tipo di carne che stavano mangiando. Tutte intuizioni, compreso il nuovo format in cui Thomas chiede alla gente comune le stesse domande-tormentone riservate a Lamberto e Vera e con esiti esilaranti.
Ma chi è Thomas fuori da social? «Un ragazzo normale che vive in campagna a Narni, che ha studiato allo scientifico, che ha fatto tanto sport a livello agonistico e che ha un sogno nel cassetto»- Lo sport, ce lo racconta quasi off-topic, è il ciclismo che è una sorta di marchio di fabbrica della famiglia. «Adoravo Michele Scarponi era il mio idolo», con le sorelle campionesse regionali da bambine, il papà allenatore e la mamma giudice di gara
Il sogno quasi lo ‘costringiamo’ a rivelarlo ma emerge chiaramente dalle dirette. Thomas ha tutti i numeri e le capacità per essere un bravo presentatore, ha grinta, carattere, ironia, padronanza della lingua italiana e soprattutto sa ‘tenere’ il pubblico. Diventa quasi obbligatorio chiedere se è solo un divertimento o vuole farne un lavoro. E non si nasconde con risposte banali, anzi «è ovvio che è già un lavoro perché cerco di farlo con professionalità e dedizione. Il mio sogno è diventare un presentatore televisivo ma in questo momento della vita sono pronto a collaborazioni, eventi, a parlare in radio. Il bello di questa attività è che ha mille sbocchi nel mondo dello spettacolo, devo solo trovare l’occasione giusta».
Prima di congedarci, trattandosi di un ragazzo che ama e pratica lo sport, uno sportivo nel vero senso della parola non possiamo evitare la classica domanda che si fa in questi casi: per chi tifa Thomas. «Premetto che sono uno sportivo più che un tifoso, tengo per l’Inter ma qui da noi non si possono non seguire le Fere: è quasi un obbligo morale».