Arcudi-Bistocchi, ormai è guerra aperta

Volano stracci fra i vecchi compagni di minoranza sulla richiesta di revoca: botta e risposta via comunicato con accuse pesanti. Lei : «Una cosa mai vista»

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Mentre è stato già convocato il consiglio comunale sulla richiesta di revoca del presidente Nilo Arcudi (fra l’altro con un giudizio negativo pendente sulla stessa richiesta, il che potrebbe invalidarla), non si placano le polemiche, a colpi di comunicato.

La doppia nota

Alla nota di Perugia Civica, che attaccava pesantemente il Pd e in particolare la capogruppo Sarah Bistocchi, principale accusatrice di Arcudi e maggiormente solerte nel chiederne le dimissioni, arrivano due risposte nel giro di poche ore: dal Pd e dalla Bistocchi. Nesujno dei due fa riferimento all’aspetto tecnico,m sottolineando invece quello politico: al di là delle procedure e dei formalismi, Arcudi si deve dimettere perché – a sinistra lo ripetono ormai da due settimane – non può esserci ombra sul presidente del consiglio comunale.

‘Il nodo è politico’

«Può un presidente del consiglio comunale – scrivono dal Pd – continuare utilmente e serenamente a ricoprire questo delicato ruolo istituzionale in presenza di un boss della ‘ndrangheta che si vanta a suo dire di aver contribuito alla sua elezione negli assetti istituzionali? Può in questa situazione tale organo di garanzia contribuire ad eliminare ogni ombra di possibile influenza della malavita sulla gestione politica, economica e sociale della città? Nessuno ha mai scomodato l’intangibile principio garantista: più semplicemente, tutte le opposizioni in consiglio comunale, interpretando lo stato d’animo di gran parte dei perugini, hanno espresso viva preoccupazione per una situazione che ogni giorno che passa si fa sempre più insostenibile dal punto di vista politico».

‘Abbandonato anche dai suoi’

«Non è un caso che lo stesso capogruppo di Perugia Civica, il consigliere Pici, per primo abbia chiesto le dimissioni del presidente del consiglio. E non è un caso neppure che gli altri partiti della maggioranza, con un comunicato sostanzialmente ‘pilatesco’, abbiano allo stesso tempo espresso generica solidarietà al presidente Arcudi, salvo poi lasciarlo in splendida solitudine nella decisione se restare al suo posto o lasciare. Forse un invito».

‘Perugia merita di più’

«Un’intera città è scossa, colpita nel vivo, continuando a chiedere a chi la rappresenta una reazione chiara, ferma e decisa per riaffermare la cultura della legalità, delle regole, della trasparenza e della partecipazione, ma si ritrova con la sconcertante ‘melina’ tutta interna alla maggioranza di centro destra e i comunicati dai toni intimidatori di Perugia Civica. Perugia e i perugini non meritano imbarazzati silenzi, scomposti insulti o peggio intollerabili sottovalutazioni di un fenomeno criminale che si dimostra esteso e profondo».

Bistocchi: «Arcudi deve scusarsi, non io»

«Non siamo noi a dover chiedere scusa – scrive Sarah Bistocchi nel secondo comunicato – il passo indietro lo faccia Arcudi. Glie avevamo chiesto un’azione in capo a lui stesso, in modo tale da tutelarne la dignità del ruolo, e anche della persona. Non l’abbiamo fatto perché giustizialisti o, peggio, perché famelici di ruoli o incarichi: lo dice la nostra storia, la nostra cultura, e il nostro stile, anche in questa vicenda. Non conduciamo battaglie politiche perché interessati a poltrone, né alle loro ipotetiche sostituzioni. Ma avvertiamo, questo sì, forte la necessità di contribuire a spazzar via ogni nube sulla integrità ed irreprensibilità delle Istituzioni, che devono essere terse, trasparenti e cristalline. Soprattutto quando si parla di infiltrazioni mafiose, e di tutto il marcio che si portano dietro».

«Mai visti certi attacchi personali»

«Non c’è alcun motivo, ed è anzi grave, di minacciare ed intimorire rappresentanti delle istituzioni, con comunicati stampa dai toni intimidatori. Nei quali, peraltro, non si legge alcun tipo di rassicurazione, di impegno, di assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini sul fatto che verrà eliminato ogni dubbio, ogni ombra, ogni opacità sulla dignità, trasparenza, ed integrità delle Istituzioni. Mai, fino ad ora, nella storia del governo di questa città, un’azione politica, in un alveo sempre istituzionale e mai personale, condotta dall’intera opposizione a Palazzo dei Priori e non da un singolo, si era tramutata in un attacco ad personam nei confronti di un consigliere comunale, aggressivo nei contenuti e scomposto nei modi».

Prossimo round, mercoledì mattina.

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