Revoca Arcudi in aula, ma c’è parere negativo

Consiglio comunale convocato per mercoledì, ma i dirigenti esprimono parere tecnico negativo. Una eventuale revoca potrebbe essere impugnata e invalidata. Il presidente si sente ora più saldo

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di P.C.

«Nella nota sottoscritta da undici consiglieri comunali con la quale s avanza la proposta di revoca del presidente del consiglio comunale du Perugia non viene addebitato al presidente alcun fatto o comportamento. Ciò posto, non è quindi possibile rinvenirvi alcun elemento riconducibile appunto a comportamenti o fatti censurabili con riferimento alla figura istituzionale del presidente per le funzioni che è chiamata a svolgere, come invece è ribadito dalla consolidata giurisprudenza».

IL CASO ARCUDI (ARCHIVIO UMBRIAON)

Richiesta non legittima

Con questa motivazione la dirigente del comune di Perugia Luciana Cristallini ha espresso parere di regolarità tecnica negativo alla richiesta di revoca di Nilo Arcudi presentata dalle opposizioni nell’ultimo consiglio comunale. Il parere non è vincolante e pertanto ora viene rimessa al consiglio comunale – allo stesso Arcudi, in qualità di presidente – la scelta su ciò che accadrà in occasione del consiglio comunale già convocato sul tema per mercoledì 8 gennaio, alle 10.

L’ACCUSA ALLA BISTOCCHI: «RICHIESTA SENZA SENSO»

Cosa accadrà?

Si potrebbe decidere di accogliere la richiesta, farla propria, senza procedere al voto e quindi chiudere subito i lavori; oppure – e questa sembra l’inclinazione prevalente al momento – la maggioranza e lo stesso presidente potrebbero decidere di tenere comunque il consiglio, confrontarsi sul tema specifico, così come richiesto dalle opposizioni, da un lato per non dare la sensazione di voler liquidare in in quattro e quattr’otto un tema comunque serio e delicato (senza dimenticare che c’è ancora una richiesta di consiglio grande sul tema); dall’altro per dare la sensazione di compattezza sul tema. E questo è il punto.

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La compattezza della maggioranza

Sì perché c’è anche il rovescio della medaglia: davvero c’è tutta questa compattezza sul punto? Perché se è vero che non si troveranno tanti consiglieri, in maggioranza, disposti a votare una mozione a firma Bistocchi, Giubilei & co., è pur vero che un po’ di imbarazzo il caso Arcudi lo ha creato nella giunta Romizi e nei gruppi che lo sostengono. E più di uno – oltre all’ormai ex collega di gruppo Massimo Pici, fin da subito chiaro sul punto – si sarebbe aspettato che il presidente non la tirasse tanto per le lunghe e si dimettesse ancor prima della richiesta di revoca. Altro che convocare un consiglio e innescare un dibattito che, alla fine, sarebbe imbarazzante per tutti. Tanto che già si facevano i nomi per il sostituto.

Arcudi (per ora) non molla

Però da quest’orecchio lui non ci sente: non vuole dimettersi per una ‘voce’, per un nome buttato lì in una conversazione che gli stessi inquirenti hanno sminuito, sottolineando come Arcudi non avesse alcun ruolo attivo nella vicenda, ma semplicemente c’erano altri che parlavano di lui come referente politico da portare in auge. Dopo i tentennamenti di fine anno, chi ci ha parlato lo ha trovato più risoluto che mai ad andare fino in fondo, rimanendo in sella finché può, a meno che non salteranno fuori altri elementi – politici o giudiziari – che dovessero metterlo di fronte alla necessità di una scelta non più rinviabile.

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