Negozi chiusi: «Basta piangersi addosso e basta prese in giro»

Terni – Cosmina Ioan del circolo Pd ‘Ferriera’ dice la sua sul commercio cittadino e gli esercizi di vicinato

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di Cosmina Ioan
Responsabile commercio circolo Pd ‘Ferriera’ – Terni

Il resoconto 2022 della Camera di Commercio celebra a Terni il funerale di ben 198 attività commerciali, di cui 92 esercizi di vicinato e così anche quest’anno ci ritroviamo a piangere sulle saracinesche chiuse, allarmandoci per il futuro della nostra città. Come commerciante, sono stanca di partecipare a questa veglia funebre. Non posso accettare poi di leggere articoli che, pur contenendo al proprio interno alcune verità condivisibili, sparano titoli fuorvianti.

Il mese di febbraio non ha portato alcuna boccata di ossigeno al commercio cittadino, ha solo permesso in molti casi di recuperare un po’ di fatturato svendendo la merce col 50% di sconto e non posso in alcun modo accettare che passi il concetto che la presenza della Cuccarini in città abbia dato una spinta alla ripresa del commercio, altrimenti basterebbe far venire per un weekend la Ferragni in piazza e Terni balzerebbe al primo posto in Italia per incremento del PIL. Le notizie fuorvianti in questi giorni sono state anche altre, tipo quella che esaltava gli aumenti delle vendite di fiorai e gioiellerie per la ricorrenza di San Valentino. Possiamo anche rilanciare, ovvietà per ovvietà, che per Pasqua prevediamo un forte aumento del fatturato delle macellerie.

A mio avviso è molto pericoloso far girare a briglia sciolta queste notizie. È pericoloso per l’immagine e la credibilità della nostra categoria. È pericoloso perché così facendo si avalla il tentativo della giunta Latini di convincere la cittadinanza che si stia facendo tutto il possibile per il commercio semplicemente sistemando le luminarie e patrocinando eventi. Ed è inoltre pericoloso perché si toglie il focus dai veri problemi del commercio cittadino che vengono invece taciuti.

Potremmo parlare del continuo aumento dei volumi autorizzati per la grande distribuzione a ridosso del centro, dell’aumento delle tasse sui rifiuti, della sempre minor attenzione al decoro urbano, alla pulizia e alla sicurezza delle strade in centro come in periferia, delle delibere (sempre ammesso esistano) che via dopo via stanno trasformando i parcheggi gratuiti in parcheggi a pagamento. Potremmo parlare della mancanza di una politica di favore contributivo per i proprietari che affittano i propri locali commerciali o di sfavore per chi preferisce tenerli sfitti, della assoluta assenza di un tavolo politico programmatico stabile di incontro e confronto tra amministrazione, associazioni di categoria e rappresentanti dei comitati di via.

Insomma potremmo parlare di tante cose ma evidentemente tutto risulterebbe inutile se non si iniziasse a pensare che le migliaia di partite IVA di Terni non sono un mondo alieno alla comunità. È ora che i prossimi amministratori si convincano che negozi e botteghe rappresentano non solo l’infrastruttura di vendita più vicina al consumatore, ma anche una rete vitale di luoghi della comunità che affianca alla sua tradizionale attività anche importantissimi compiti sociali e culturali. È finita l’epoca del contenimento e dei ristori, oggi è necessario che un’amministrazione che si rispetti accompagni e sostenga gli esercizi di vicinato a costruire per sé stessi un nuovo ruolo nel tessuto economico e sociale della città.

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