Norcia: «Parco salvo» Comune fà dietrofront

Dopo le polemiche sulla delocalizzazione, si cambia idea. «Salvato l’unico luogo pieno di ricordi che è rimasto intatto»

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Aveva suscitato un vespaio di polemiche la decisione dell’amministrazione comunale di Norcia di delocalizzare alcune attività ristorative nei giardini di Porta Romana.

I giardini «E’ evidente che siamo ben felici che i nostri artigiani, commercianti e produttori possano riaprire le loro attività e tornare a lavorare dopo più di un anno di stop – aveva commentato, ad umbriaOn, la signora Erminia Fausti – ma ora stiamo continuando a distruggere, ulteriormente, una città già abbastanza martoriata dal terremoto. Anziché tutelare quel poco che è rimasto dopo il terremoto, la mano dell’uomo sta arrecando una devastazione totale del nostro ambiente». Quel piccolo parco pieno di alberi vicino al centro storico di Norcia era assurto a vero e proprio simbolo di una comunità devastata, l’unico luogo dove i ricordi non erano stati sepolti dalle macerie e dalla polvere.

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Dietrofront Così, dopo le polemiche, l’amministrazione ha deciso di fare dietrofront. E il ristorante che sarebbe dovuto andare a finire dentro al parco sarà delocalizzato nella zona industriale. Gli alberi non verranno tagliati, assicura il sindaco Nicola Alemanno che spiega come il comune abbia deciso di cambiare idea alla luce delle richieste avanzate da tanti cittadini nursini che hanno chiesto di «lasciare intatta questa parte verde della città».

Delocalizzazione Alberi salvi, parcheggi meno. «La gran parte degli esercizi – spiega ancora Alemanno – troveranno collocazione nei piazzali Rosina Colacecchi e Melvin Jones, dove sono già iniziati i lavori di urbanizzazione che speriamo possano procedere velocemente così da consentire ai ristoratori di riprendere le proprie attività». Puntando a mantenere tutti i ristoranti a ridosso delle mura, «avevamo individuato nei giardini di fronte a Porta Romana la collocazione per un locale, – prosegue il sindaco – ma questo ha suscitato il malumore di tanta gente affezionata a questa area verde e così, grazie anche alla collaborazione del ristoratore, abbiamo cercato di individuare una nuova zona per la delocalizzazione e pensiamo di averla trovata nella parte industriale, anche se il tutto deve essere ancora ratificato».

Deltaplano E intanto anche a Castelluccio ha chiuso la tensostruttura che ha ospitato sette dei nove ristoranti che erano presenti nel piccolo borgo sotto al monte Vettore. Aperta lo scorso 8 luglio, in concomitanza con la riapertura della Sp477 che collega Castelluccio a Norcia, ma ora per i ristoratori, l’unica speranza è il tanto discusso ‘deltaplano, il progetto di delocalizzazione delle attività commerciali per il borgo che dovrà essere realizzato entro la prossima primavera. «E’ l’unica alternativa, altrimenti non possiamo lavorare», dicono.

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